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02/04/2013 04:46:31

Nuovamente senza scorta Piera Ajello, testimone di giustizia

Con una comunicazione scritta è stata informata che deve provvedere autonomamente ai propri spostamenti. Per questo motivo è stata già costretta ad annullare alcuni incontri nelle scuole. «Non mi sento tradita dallo Stato perché lo Stato, senza retorica, siamo noi - dice Piera Aiello - Mi sento tradita da quei funzionari pubblici che non fanno il loro lavoro e non capiscono l'importanza dei testimoni di giustizia. Noi siamo delle risorse per lo Stato. Siamo delle persone oneste che hanno fatto il loro dovere e stanno pagando conducendo vite difficili. Se neanche ci tutelano allora è finita. Ci hanno abbandonati».  

Dopo aver sposato all’età di 18 anni Nicola Atria, mafioso e figlio di mafioso, conobbe Cosa Nostra sulla propria pelle. In una delle tante guerre di mafia che insanguinarono la Sicilia tra gli anni ottanta e novanta il marito venne ucciso e lei, poco tempo dopo ,decise di raccontare tutto quello che aveva saputo a Paolo Borsellino. L’allora procuratore capo a Marsala la fece trasferire subito in una località segreta e poco tempo dopo si unirà a lei anche la cognata Rita Atria, la più giovane testimone di giustizia della storia.Piera Ajello aveva ventiquattro anni quando la mafia le uccise il marito. Dopo l'omicidio decise di collaborare con la giustizia.  «Da sedici anni - spiega - mi occupo di incontri nelle scuole con gli studenti. Qualche giorno fa, alla vigilia di alcuni appuntamenti, mi è stato comunicato, di punto in bianco, che non avrei più usufruito del servizio scorte e che avrei dovuto provvedere autonomamente agli spostamenti. Ho chiesto spiegazioni e non me l'hanno date. Chi mi ha notificato il provvedimento non sapeva nulla. Ho deciso di confermare gli impegni. Pensavo di trovare delle scorte ad attendermi nelle città in cui erano previsti gli incontri. Ed invece non ho trovato nessuno. Ero in una situazione di rischio. I responsabili di Libera, che avevano organizzato gli incontri, per non farmi correre rischi, hanno deciso di annullare gli incontri».  Piera Aiello ha deciso, in segno di protesta, di venire in Sicilia con un altro collaboratore di giustizia, Giuseppe Carini, anch'egli privato della scorta. Un gesto eclatante.. «Nonostante tutto - dice - io continuo a credere in questo Stato. Spero che questa vicenda sia presto risolta e possa riprendere gli incontri nelle scuole. Ho moltissimi appuntamenti in agenda. Non voglio deludere i ragazzi. Cercherò di recuperare gli incontri che sono stata costretta a saltare. Abbiamo aperto una guerra. Intendiamo andare avanti». L'on. Davide Mattiello, del Partito Democratico, ha intanto presentato un'interrogazione al Ministro dell'Interno chiedendo di rispristinare la sicurezza nei confronti di Piera Aiello.

A Gennaio, invece, è stata tolta la scorta al magistrato  antimafia Salvatore Vella, sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento, Il giovane pm, originario di Mazara del Vallo, ha inflitto duri colpi al clan mafioso del Belice con l’operazione “Scacco Matto” e a quello della Bassa Quisquina con gli arresti di “Face off”. Vella ha subito in passato diverse minacce di morte.

 



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