L'altra volta ho sentito l'assessore che, parlando - non bene, devo dire...- di marsala.it, diceva: "Non capisco perchè le persone solo perchè sono mie amiche devono essere così mal viste". Il riferimento era ai suoi "ex soci" (io non lo sapevo! complimenti...) della Smea. Ma io volevo dirgli, solo che non ho avuto il coraggio: "E chi non è amico di qualcuno al Comune perchè non può lavorare con gli stessi privilegi degli altri? Se l'avessi saputo io me lo sarei preso un angolo del comune per noleggiare biciclette. Così siamo bravi tutti...". Comunque, coraggio....
Antonio
Gentile corrispondente,
ogni volta che raccontiamo una vicenda che riguarda l'Amministrazione Comunale di Marsala, succedono due cose. La prima: c'è una replica dell'Amministrazione, e allora tutti i giornali locali copincollano la replica del Sindaco o dei suoi assessori, dimenticando di raccontare però il fatto a cui la replica si riferisce (cioè l'inchiesta di www.marsala.it) Quindi, prendono per stupidi i loro lettori, perchè gli raccontano le cose a metà, e disonorano il mestiere, perchè lo riducono al rango di tazebao dei piccoli vassalli locali. La seconda cosa che succede è invece il richiamo al reato di lesa maestà. Se io racconto che i mezzi della raccolta dei rifiuti fanno benzina nelle stazioni di servizio della famiglia del Sindaco Adamo, o che gli amici dell'assessore Musillami hanno avuto gratis un pezzo dell'atrio comunale per fare i loro affari, subito parte la fanfara: "Ma che schifo, ma che modo di fare giornalismo è, volete fare capire che siamo corrotti, vergogna! vergogna!. Noi siamo dalla parte della legalità, noi facciamo l'antimafia, e voi fate credere chissà che...!".
Ora, giusto per sgombrare il campo, quello che facciamo noi non è un "tipo" di giornalismo. E' giornalismo. Ed è chiamato impropriamente "di inchiesta" perchè spicca come grande giornalismo investigativo al cospetto del coma profondo di altre testate, che preferiscono non disturbare il manovratore per non perdere la pubblicità del Comune, dell'Ato rifiuti ed altri servizi collegati.
Per il resto noi raccontiamo fatti, non esprimiamo giudizi. Se c'è una notizia che ci fa storcere il naso, arricciare la bocca o alzare il sopracciglio, vuol dire che questa notizia dobbiamo raccontarla ai nostri lettori. E ci dispiace se la cosa provoca fastidio. Ma non è un problema nostro: un amministrazione di centrosinistra, liberale, così - a parole - impegnata sul fronte della legalità dovrebbe darci le chiavi della città, per il nostro impegno. E invece, come è risaputo, ci chiede i danni.
Nessuno vuole minare "la trasparenza e l'onestà" di Musillami. Lo fa da solo, nel momento in cui racconta solo mezza messa di un fatto o non risponde alle domande dei giornalisti. Con ciò non significa che l'assessore è un corrotto. Ripeto, noi raccontiamo fatti, non esprimiamo giudizi. E se proprio un giudizio lo devo dare, su quello che è stato ribattezzato il "bike gate", allora penso che Musillami è anche in buona fede. Sbaglia perchè è sbagliato il concetto di amministrazione, non perchè ci sia intenzione di farlo. Mi spiego meglio: Musillami paga la tara mentale sua, degli altri amministratori, del Sindaco, di considerare a priori giusto e corretto e in odore di santità tutto ciò che fanno solo perchè è bello, buono, colorato ed ecosostenibile. O di risultare smart ed innovativi perchè vanno alle riunioni di Giunta con la maglietta di Arancia Meccanica. L'ho già detto una volta, in occasione dei lavori di Porta Nuova, chi amministra oggi Marsala non capisce (ma perchè per cultura e formazione non ci arriva a capirlo: è una ricca borghesia che si autoassolve e si compiace, e che si crede popolare solo perchè ha l'alibi dell'appoggio del Pd, che in realtà sta in quella Giunta perchè l'alternativa era la fame...) che non sono i fini che contano, in politica, ma i mezzi. Il problema è sempre quello: puoi fare una cosa bella, ma ci devi arrivare bene, secondo le regole. Il Comune si chiama così perchè è di tutti, non solo di chi ha vinto le elezioni....
Grazie dell'attenzione e continui a seguirci
Giacomo Di Girolamo