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18/09/2013 05:00:48

Processo Rostagno. Si attende l'esito degli esami comparativi con il Dna di Mazzara

 A pochi giorni dal 26 settembre, a 25 anni dall’omicidio del giornalista e sociologo, si va verso la chiusura della fase dibattimentale iniziata il 2 febbraio 2011. Imputati del delitto sono: Vincenzo Virga, capomafia di Trapani e considerato il mandante, e Vito Mazzara, che dell'organizzazione criminale Cosa Nostra era uno dei killer scelti e ritenuto dall’accusa l’esecutore materiale dell’omicidio. Nel corso delle ultime udienze, prima della pausa estiva, sono stati sentiti i due agenti dei servizi segreti Aisi e Aise, citati dalla difesa. Secondo gli avvocati Vito e Salvatore Galluffo che li hanno citati, dovevano poter dare spiegazioni dei fascicoli aperti dai servizi sul caso Rostagno e sul traffico di armi verso la Somalia che partiva dalla base trapanese dell'organizzazione Gladio. Di tutto questo non hanno detto nulla, ma la Corte presieduta da Angelo Pellino ha deciso di risentirli per chiarire alcuni punti sulle attività fuori dall'Italia del socio e fondatore di Saman Francesco Cardella, e dei viaggi all'estero di Giuseppe Cammisa, suo collaboratore. Hanno suscitato una grande sorpresa le dichiarazioni spontanee dell’imputato Virga. Il boss, il 17 luglio scorso, ha scelto di rompere il suo tradizionale silenzio e dal carcere di Parma, dove è rinchiuso e da dove partecipa al processo in videoconferenza, ha rilasciato una lunga dichiarazione alla corte, dicendo di non essere lui il mandante dell'omicidio Rostagno.

"Signor presidente, al di là di quello che sarà il verdetto finale di questo processo, per me non cambierà nulla. Il mio destino è già segnato. Però le dico che io sono innocente e che non so chi ha ucciso il dottore Rostagno”. Queste le parole di Virga, ex capomandamento di Trapani. "Chi ha ucciso Rostagno – ha detto Virga – ha lasciato la firma: è una banda Brancaleone; io non devo dare giudizi signor presidente, e me ne scuso”.
E a fine settembre si attende l’esito degli esami dei tre periti: Elena Carra, Paola De Simone e Gaetano Roccuzzo che dovranno accertare la presenza di eventuali impronte digitali o residui biologici sui reperti balistici procedendo ad una comparazione con quelle di Vito Mazzara che ha acconsentito all'esame facendosi prelevare quanto necessario per avere il suo Dna. Sono accertamenti molto importanti per il giudizio finale, soprattutto dopo il "flop della superperizia" dei periti Paniz e Gatti. Chicca Roveri, compagna di Mauro Rostagno, è stata nuovamente chiamata a testimoniare nel corso dell’ultima udienza, rispondendo alle domande della difesa sui rapporti personali tra lei e Rostagno. Le sono state chieste spiegazioni su degli assegni firmati e consegnati al personale della Comunità Saman. Beneficiari che, secondo la difesa sono stati tra quelli accusati di aver ucciso Mauro Rostagno. Insomma, Chicca Roveri da parte civile a “quasi” imputata. Intanto, nell’occasione del 25° anniversario della morte del padre, Maddalena Rostagno figlia di Mauro e di Chicca Roveri, sta organizzando una mostra con tutti i lavori ricevuti in dono da artisti per aiutare lei e la madre nella raccolta fondi delle spese processuali.