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21/09/2013 07:00:00

Cosa nostra è in crisi. Ma Messina Denaro e il voto di scambio reggono

 Cosa nostra attraversa una fase di "arretramento" per il "progressivo depauperamento delle risorse causato, tra l'altro, dagli interventi di organi investigativi sui patrimoni delle consorterie". Nel contempo "mostra segnali di una progettualità volta alla riorganizzazione e riaffermazione del proprio potere". E' quanto sostiene la Dia nella relazione al Parlamento sul secondo semestre 2012.

Cosa nostra vive un ricambio generazionale, con una struttura sempre meno conforme agli schemi con mandamenti e famiglie. La leadership di Matteo Messina Denaro, capo della mafia trapanese, "resta indiscussa"; il latitante è "in grado di godere di una rete di sostegno e protezione vasta e articolata".

Secondo la Dia, inoltre, il calo delle denunce non dà un'idea esatta delle proporzioni e dell'estensione del fenomeno del voto di scambio. "La riduzione registrata nell'ultimo anno dei valori già esigui inerenti ai soggetti denunciati/arrestati per il delitto di cui all'art. 416 ter del codice penale sullo scambio elettorale politico-mafioso - spiega la relazione - non sembra rendere nella dovuta misura il fenomeno dell'inquinamento mafioso del voto. Tale discrasia va posta in relazione alla ridotta estensione del dettato normativo, che limita la fattispecie delittuosa alla sola dazione di denaro".

Più in generale, in relazione al rapporto mafia-politica, la relazione della Dia segnala come "lo scioglimento di tre Consigli comunali per infiltrazioni mafiose, il commissariamento di una amministrazione comunale e i riscontri investigativi dimostrano che, anche nel semestre in esame, l'area di contiguità tra politica, imprenditori e mafia si è consolidata in un vero e proprio sistema criminale, proteso a esercitare un concreto potere decisionale di ogni singolo aspetto del vivere sociale, economico e politico".