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05/11/2013 06:45:00

Marco Campagna: "I congressi del Pd sono stati corretti. Ecco il mio partito"

C’è polemica intorno al Pd per come sono andati i congressi per l’elezione del segretario della provincia di Trapani. Si affrontavano Mino Spezia, che faceva parte dell’area più di sinistra, e Marco Campagna. Spezia ne è uscito sconfitto, Campagna, che era appoggiato dai deputati regionali, è destinato alla vittoria. Campagna, c’è stata molta polemica. In tutta Italia ci sono state scorrettezze sulle tessere. Come sono stati questi congressi locali del Partito Democratico in provincia di Trapani?

Secondo me sono andati molto bene. C’è una commissione provinciale che ha chiuso la verifica, era stato presentato un ricorso ed è stato subito ritirato. Il ricorso di Santa Ninfa poi è stato respinto. Quindi secondo l’organo terzo tutti i congressi sono andati bene.

A Santa Ninfa quindi è stata confermata l’elezione a segretario di Francesca Palmeri.

Sì, una cosa molto bella perché è una giovane ragazza. Ma soprattutto è stata confermata la correttezza del congresso.

Mino Spezia ha parlato delle città di Salemi e Mazara, dove, secondo lui, c’è stata poca correttezza del Pd.

So che in quelle città nessuno ha presentato la lista, con le firme, così come previsto dal regolamento del Pd. Quindi tutto è andato secondo le procedure. Bastava che chi sosteneva Spezia si organizzasse meglio per presentare la candidatura in due città fondamentali del nostro territorio. Mi dispiace che per giustificare una propria negligenza, una non adeguata organizzazione, si punti il dito su due circoli che hanno svolto regolarmente il congresso. Su Salemi e Mazara non c’è nessun ricorso, quindi se per “scorrettezze” si intende altro non lo so. Ma regolamento alla mano tutto è andato correttamente. Non si possono affidare importanti ruoli nel Pd se non si è in grado neanche di presentare le proprie liste.

Queste polemiche poi si inseriscono anche nel discorso delle prossime elezioni amministrative, nel 2014 si vota a Salemi e Mazara. La competizione interna al Pd dalle nostre parti è stata però anche un po’ sottotono rispetto a quello che poteva essere il dibattito politico. Al di là delle singole polemiche, nel Pd c’è una ritrovata unità?

Secondo me sì. A parte piccole polemiche di parte, c’è stato un congresso tranquillo e sereno. Questo anche grazie ai militanti. E’ stato un momento di alta democrazia. Sono stati eletti i segretari di molte città e tanti sono giovani democratici. Democratici per davvero. Una nuova generazione che entra nel nostro partito e che ne diviene protagonista. Poi ci sono segretari come a Marsala, eletti in maniera unitaria, che possono rilanciare il partito con contenuti e passione. La vera sfida è questa, di ripartire insieme e far diventare il Pd protagonista del nostro territorio.

Lei a Castelvetrano è il vice di un sindaco, Felice Errante, che era di Fli, perché quel partito in pratica non esiste più, ma comunque da ascrivere all’area di centro destra. A un giovane che si avvicina alla politica adesso come fa a spiegare il fatto che il segretario provinciale del Pd è vice di un sindaco di destra?

A Castelvetrano abbiamo scelto di appoggiare Errante su un programma condiviso e su valori condivisi. Io non guardo né a destra né a sinistra. Guardo soprattutto la legalità. E’ una battaglia che abbiamo vinto anche di rinnovamento della classe dirigente, anche quando non ci scommetteva nessuno. Stiamo lavorando bene, nell’interesse della città.
 

Cosa significa oggi essere del Pd, di centrosinistra? 

Essere di sinistra significa innanzitutto attirare una società molto più libera. Un partito che guarda ai diritti ma anche ai doveri dei cittadini nella nostra comunità. Cercare di accompagnare delle proposte fattive, dove amministriamo e dove siamo presenti negli organi rappresentativi, per colmare il gap di una disuguaglianza sempre più galoppante. Oggi essere di sinistra significa fare cose concrete.

Ma il centrosinistra ha perso la sua identità. E di concreto ha fatto ben poco, non è più radicato sul territorio.

E’ finito il tempo di riempirsi la bocca di valori, se poi non dimostriamo sul campo quanto valiamo. Ci vuole anche una maggiore cultura di governo, che in questi anni è mancata. E la dimostrazione è la non vittoria alle ultime elezioni nazionali. Un partito che si dice di sinistra è votato come terza scelta dai giovani, dai disoccupati, dai precari. Questo ci dovrebbe far riflettere su cosa significa oggi “sinistra”. Su come coniugare le nostre parole con le nuove generazioni e le nuove aspettative. Siamo troppo spesso concentrati sulle piccole beghe interne senza ascoltare i bisogni della gente. Questo dipende molto dall’essere presente nei territori con circoli che hanno la capacità di recepire le istanze della comunità.