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23/11/2013 07:05:00

Fallimento Gruppo 6Gdo. "Era prevedibile. Gli amministratori non ci hanno ascoltato"

Rischia la chiusura il Gruppo 6Gdo di Castelvetrano. L’azienda che fu di Giuseppe Grigoli e che è stata confiscata dallo Stato è il più grande gruppo di distribuzione della Sicilia Occidentale, lega il suo nome ai supermercati Despar che stanno chiudendo un po’ dappertutto in provincia di Trapani. Giuseppe Margiotta, lavoratore del gruppo 6Gdo e rappresentante sindacale della Cgil, la deadline sembra essere quella del 31 dicembre. Che azienda è la 6Gdo?


E’ un’azienda che, prima e al di là delle vicende processuali, lavorava in un certo modo. Da quando negli ultimi anni è stata amministrata dallo Stato le cose sono cambiate.I fatturati sono scesi vertiginosamente fino ad arrivare ad oggi che siamo in una condizione di imminente chiusura.

 

Sono circa 500 i lavoratori a rischio.

 

Sì, compreso l’indotto dei supermercati. Il magazzino centrale ha circa 200 lavoratori.


Avete capito, voi lavoratori, come ha avuto origine la crisi dell’azienda? Dall’esterno, e anche da quello che ha raccontato nel processo l’amministratore Ribolla, sembra di capire che la causa è stata il rientro nel solco della legalità. Più volte Ribolla ha raccontato che prima, quando c’era Grigoli, le banche facevano più credito. Poi i clienti a un certo punto si sono defilati, i fornitori si sono fatti più esigenti. Ma può soltanto questo giustificare una crisi così e la chiusura del Gruppo?

 

Noi dipendenti riteniamo che questo non sia sufficiente. In questi anni di amministrazione controllata sono state fatte delle scelte discutibili da parte dell’amministrazione dell’azienda. Scelte che abbiamo contestato qualche tempo fa.

 

Ad esempio?

 

Un grosso problema si è riscontrato quando si trattava di esigere i crediti da parte dei supermercati. Se un supermercato non paga, allora si cerca di capire perchè, si cercano le soluzioni. Invece è successo che quasi tutti i supermercati si sono permessi di lasciare dei buchi di centinaia di migliaia di euro. Posso capire che l’errore possa essere fatto una volta. Ma perseverare apre la possibilità a certe domande che venivano fatte da noi lavoratori agli amministratori i quali rispondevano che erano delle strategie per cercare di non collassare il magazzino.


 

Alla fine, però, si è collassati uguale.

 

Questa è la critica più forte che abbiamo fatto. Si poteva studiare una strategia diversa, che poteva fruttare un esito diverso. Oggi ci troviamo con questi supermercati che non hanno pagato, e che probabilmente non pagheranno più, col magazzino vuoto e con debiti elevatissimi.

 

Un po’ di numeri. A quanto ammontano i crediti non riscossi?

 

Numeri esatti non li abbiamo, ma stiamo parlando di diversi milioni di euro di crediti da incassare. La maggior parte provenienti dai supermercati e altri anche da altre aziende come il gruppo Malacasa che è entrato in società.

 

Si tratta di merce che i supermercati Despar hanno comprato dal Gruppo 6Gdo e che poi non hanno pagato.

 

Perfetto. E questo poi ha creato il collasso. Perchè fin quando è un fenomeno circoscritto a qualche supermercato, con debiti di lieve entità è superabile la crisi. Ma quando sono tutti, ma proprio tutti, i supermercati a non pagare è comprensibile che lo scenario cambia e il gruppo si è trovato sempre più in difficoltà.

 

Il fallimento della 6Gdo è stato anticipato da quello della Special Fruit, dalla Latticini Provenzano e quello di altre aziende collegate.

 

Che per noi doveva essere un grande campanello d’allarme. Abbiamo capito che qualcosa non andava.

 

Anche perchè riproducevano in piccolo le stesse dinamiche della 6Gdo.

 

Gli amministratori cercavano sempre di sminuire la cosa dicendo che erano settori diversi, che avevano difficoltà già da prima. Però per noi è stato un campanello d’allarme. Abbiamo visto che tutte le attività che giravano attorno al Gruppo 6Gdo stavano chiudendo.

 

E’ mai successo che, contestando l’operato degli aministratori giudiziari, vi è stato detto o avete avvertito che non si dovevano contestare gli amministratori perchè in questo modo si faceva un danno all’antimafia?

 

In questi termini no. Ma ci è stato chiesto di non contestare per non creare problemi al lavoro degli amministratori. Non mi risulta che sia stato posto sul livello dell’antimafia.

 

E le istituzioni si sono fatte sentire?

 

Abbiamo percepito una certa indifferenza da parte di un po’ tutte le istituzioni. Non abbiamo percepito la massima attenzione in merito. Con la giustificazione della crisi, che il periodo è brutto per tutti, quasi a sminuire eventuali errori da parte dell’amministrtazione. Noi abbiamo invece sempre pensato che l’argomento meritasse una certa attenzione e se c’era da contestare l’operato dell’amministrazione bisognava farlo. Se ho un incarico per raggiungere un risultato e questo non arriva bisogna parlarne, bisogna anche parlare dell’operato, di come si è lavorato. L’operato degli amministratori invede era furoi discussione, e quindi bisognava cercare l’origine del problema da altre parti. Se fosse stato rivisto il loro operato magari oggi parleremo di altro. Poi salta fuori che queste persone grandi esperienze nel settore, con aziende così importanti, non ne hanno avute. Quindi andavano accompagnati diversamente.