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24/12/2013 06:48:00

I deputati dell'Ars fanno i furbetti pure per ridursi lo stipendio...Una presa in giro...

L'Assemblea Regionale Siciliana ha approvato la legge sulla spending review, recependo così, con un anno di ritardo,  il decreto Monti sui tagli alla spesa di tutti i consigli regionali italiani. Favorevoli 57, contrario un solo. I deputati del Movimento Cinque Stelle, al momento del voto, sono usciti dall'Aula. I deputati che finora hanno incassato circa 18 mila euro mensili lordi, passeranno a 11mila lordi, perdendone circa 7 mila (ma sono cifre lorde, più giù vedremo il netto...); i presidenti della Regione, dell'Ars e delle commissioni avranno un extra fino a un massimo di 2.700 euro lordi al mese; l'indennità degli assessori tecnici passa da circa 10 mila euro netti a 11.100 lordi; i gruppi parlamentari avranno 700 euro mensili invece dei 2.400 percepiti finora; per i funzionari e i dipendenti dell'Ars si applicano tagli lineari del 10%. Le nuove misure entreranno in vigore a gennaio.
Inoltre, è stato approvato un ordine del giorno a salvaguardia del personale assunto dei gruppi dell'Ars: 52 a favore, 9 astenuti (M5S).
Il presidente Ardizzone ha precisato: «Non stiamo stabilizzando personale, ma da parlamentari coscenziosi e in linea con l'opinione pubblica, stiamo rinunciando al personale esterno, che invece è previsto negli altri consigli regionali. Sono fatti salvi solo i contratti in essere».

La legge sulla spending review  recepisce in buona sostanza i tetti fissati dal decreto Monti per quanto riguarda stipendi dei deputati, spese dei gruppi, assegni di fine mandato e spese per i portaborse. C'è comunque qualche furberia, alla siciliana. Perchè rimane l'agganciamento dello stipendio degli onorevoli siciliani a quelli dei senatori, e, facendo quattro conti,  lo stipendio netto degli onorevoli diminuirà solo  di circa mille euro, o forse meno. In compenso gli inquilini di Sala d'Ercole hanno previsto "l'adeguamento Istat per adeguarsi al costo della vita". Vuoi vedere che alla fine guadagno di più?   E, ancora, rimangono i 3.100 euro mensili per i portaborse fine a fine legislatura. "Una presa in giro, si mantengono i privilegi", dice il capogruppo dei grillini, Giancarlo Cancelleri. "Abbiamo applicato alla lettera il decreto Monti", dice il capogruppo del Pd, Baldo Gucciardi.

Tra l'altro il decreto Monti è stato proprio snobbato. La storia di come l'Ars abbia recepito le norme sui tagli ai costi della politica è singolare. Già il primo presidente della travagliata commissione speciale che doveva portare ai tagli si era opposto al recepimento del decreto senza modifiche "per salvagurdare l'autonomia della Sicilia". Ed infatti, in tutta la legge il decreto Monti non è mai citato. Il testo passato in aula prevede comunque un limite di 11.100 euro lordi al mese tra indennità e diaria, che sale a 13.800 per le figure apicali, ancora da individuare, ma che dovrebbero essere quelle dei presidenti di Regione e Ars. Oggi al lordo un deputato guadagna circa 17 mila euro. L'escamotage per evitare tagli pesanti nella busta paga è stato trovato rimandando a un decreto del Consiglio di presidenza la scelta di che quota assegnare all'indennità e quale alla diaria all'interno degli 11 mila euro: in sintesi, la prima è tassabile la seconda no. Quindi se si copia il modello Calabria, che prevede 5.100 euro di indennità e 6 mila euro di diaria, alla fine il netto in busta paga sarà di circa 8.500 euro al mese. Oggi al netto un deputato guadagna circa 9.500. Ecco perchè alla fine il taglio è di soli 1000 euro. 

Gli assessori, sia tecnici che deputati, avranno fissato un tetto lordo pari a quello dei deputati, cioè a 11 mila euro lordi al mese (oggi guadagnano 14.500 euro lordi). Mentre vengono abolite le indennità per i presidenti, vicepresidenti e segretari di commissioni parlamentari. In caso di assenza ingiustificata scatterà una sanzione pecuniaria, ancora da fissare, non solo per i deputati, come avviene adesso, ma anche per gli assessori.