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07/10/2014 09:25:00

Marsalesi e mazaresi sull'Aries, il megarimorchiatore che recupererà la navicella spaziale

É iniziata da Genova, città di Cristoforo Colombo, la prima grande avventura navale italiana nell’ ambito di una missione aerospaziale. Partita Domenica sera dalle banchine della Stazione Marittima il megarimorchiatore Nos Aries della Fratelli Neri Spa, ha terminato oggi le prove finali per verificare che tutte le apparecchiature installate sulla nave perfomino nel miglior modo. A bordo oltre ai tecnici ESA, ALTEC e THALES ALENIA ci sarà tutto il personale Italiano della Fratelli Neri, tra cui al Comando della nave, il Comandante di Lungo Corso Asaro Roberto di Mazara del Vallo, e gli ufficiali di Coperta De Vita Francesco e Frazzitta Carlo entrambi marsalesi. A terra, a coadiuvare e sovrintendere le operazioni riguardanti tutta la parte Tecnica, Catalano Giacomo, anche lui Marsalese, che insieme al collega Ing. Colella Carlo, hanno seguito tutto il progetto sin dall’inizio, che andava dall’ ispezione seguito acquisizione della nave, in cina, alla certificazione della nave secondo quanto richiesto dall’armatore e dal noleggiatore, e tutta la fase progettuale secondo quanto richiesto dall’ESA. La nave “Nos Aries”si appresta ad intraprendere un tragitto di ben 16.000 miglia che percorrerà nell’arco di tre mesi e che le farà attraversare due oceani.
Il megarimorchiatore è diretto nel Pacifico, dove recupererà la navicella spaziale Intermediate eXperimental Vehicle di ritorno da una inedita, ambiziosa missione tutta di stampo europeo (e italiano) sotto l’egida dell’Agenzia Spaziale Europea.
La navetta spaziale Intermediate eXperimental Vehicle (IXV) effettuerà un volo suborbitale destinato a testarne le strutture e i materiali, progettati per gestire correttamente il rientro controllato in atmosfera di futuri veicoli riusabili.
Non solo l’Agenzia Spaziale Italiana ha un ruolo di primo piano nel programma, ma l’industria aerospaziale nazionale vi ha partecipato con una funzione di coordinamento della costruzione del veicolo (assemblato nelle officine della Thales-Alenia di Torino), ha la responsabilità dello sviluppo e della gestione del segmento di terra (mission control center, ground stations, rete di comunicazione con il centro ALTEC) e – attraverso una innovativa collaborazione intersettoriale – dovrà gestirne anche il recupero in mare dopo il rientro in atmosfera. All’innegabile successo italiano si affiancano le competenze e le capacità del bordo in fatto di marineria, professionisti del mare e della navigazione chiamati a svolgere un delicatissimo compito che potrebbe cambiare il modo di concepire il rapporto tra i due elementi, aria e acqua.
La parte marittima non ha richiesto solo un semplice “servizio”, ma l’implementazione di una vera integrazione strategica, perché la nave che opererà il recupero sarà anche uno degli elementi del sistema di controllo a terra della missione, che non è il meno importante.
Questa sfida è stata raccolta dalla “F.lli Neri” di Livorno, insieme alla Intermare di Genova, si è aggiudicata la gara internazionale su base tecnico-economica indetta da Thales nel 2011 con una proposta che prevedeva la costruzione di un mezzo appositamente progettato, per un investimento di 15 milioni di euro.
Costruita nei cantieri Yuexin in Cina, la Nos Aries è un mezzo dotato di sistema di classe DP-2 per il mantenimento automatico della posizione controllato DGPS, di lunghezza di 60 metri, con propulsore doppio per un totale di 6.000 HP, e dotato di un deck di 370 metri quadri di superficie libera.
La nave batterà la bandiera italiana (ulteriore motivo di prestigio per l’Agenzia Spaziale Italiana), e avrà equipaggio italiano. Avvalendosi della grande esperienza nel campo sia del recupero in mare in condizioni difficili o addirittura estreme, sia dei supply-vessels in operazioni off-shore, la Fratelli Neri ha saputo garantire la messa a disposizione del mezzo e della capacità di gestirne l’uso anche a fronte delle particolari esigenze di questo insolito incarico.
Pur non essendo eccezionale né per dimensione né per peso, il veicolo spaziale presenta infatti elementi di rischio specifici e richiede cautele speciali nella manipolazione ai fini delle successive fasi di verifica tecnica post-flight, che cominceranno subito dopo che questo sarà issato sul pontile e inserito nell’apposito hangar da parte dei tecnici Thales-Alenia presenti sulla nave.
La base di lancio dell’IXV è a Kourou nella Guyana Francese (dove in estate sono arrivati i vari materiali, tutti partiti da Genova). Dopo il recupero in mare, la nave riporterà il veicolo spaziale a Genova per il rientro in Thales-Alenia per gli ulteriori studi.
La Fratelli Neri, prima società italiana privata ad aggiudicarsi la missione di recupero della navicella spaziale, ha combattuto contro l’agguerrita concorrenza della US Navy, che da oltre 20 anni era monopolista per tali operazioni.
E’ una grande vittoria per l’armatore italiano, che, leader nel campo dei rimorchi portuali e dei lavori marittimi di recupero ed assistenza alle navi in difficoltà (ha partecipato con successo alle operazioni relative al recupero della Costa Concordia all’Isola del Giglio) aveva intrapreso, con ingenti investimenti economici.
La dotazione elettronica di bordo è stata ulteriormente incrementata dalla Thales Alenia (azienda Italiana compartecipe alla missione ed al progetto della navicella IXV) che ha installato a bordo, oltre ad un sofisticatissimo impianto radar,che seguirà la IXV dal lancio all’ammaraggio in Oceano Pacifico, una serie impressionante di computers e apparati elettronici che monitoreranno in microsecondi tracciati, dati, condimeteo e qualsiasi altra informazione collegata al lancio ed al recupero di IXV.



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