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14/10/2014 07:00:00

Riparate i pasticci, trovate i responsabili, ma date a Marsala il nuovo Tribunale

Qualche giorno fa sono venuti a trovarci in redazione alcuni studenti dell'Istituto tecnico commerciale di Marsala, quello di via Trapani. Sono gli ultimi della serie. Gli ultimi, in ordine di tempo, che da quarantanni chiedono una scuola nuova. Loro hanno fatto una cosa diversa. Non sono scesi in piazza a protestare, non hanno marinato la scuola. Hanno studiato le carte, hanno visto quanto spende l’ex Provincia di Trapani per l’affitto dell’edificio, hanno elencato tutte le cose che non vanno in quella struttura: le aule piccole, i corridoi stretti, l’eternit in palestra. Loro, i ragazzi, hanno indicato anche una soluzione: "Visto che il tribunale nuovo è quasi pronto, appena tutta l’attività si trasferisce, noi andiamo nell’edificio in piazza Borsellino”. Semplice. Ma il nuovo palazzo di Giustizia è fermo. Non c’è nessuno, eppure è pronto, mancano alcuni dettagli. Perchè allora non ci si trasferisce? Da lì, su www.tp24.it ci siamo concentrati su quello che succede al nuovo tribunale di Marsala. Cercando di capire perchè ancora non entra in funzione la nuova struttura, come mai ancora non è stato dato il via al trasferimento. A progettare la mastodontica opera (diversi corpi di fabbrica distribuiti su un'area di circa 13 mila metri quadrati tra le vie del Fante e Gramsci, laddove c'era il fallito stabilimento vinicolo Mirabella) sono stati i tecnici del pool di imprese (un'ati di Brolo composta da Iride, capogruppo, Itaca, Airtemp Division e Corimar) che nell'aprile del 2005 si aggiudicò l'appalto con un ribasso del 31,32% sulla base d'asta di 8 milioni e 192 mila euro. La procedura dell'appalto integrato fu seguita dall'amministrazione Galfano per evitare possibili contenziosi (revisione prezzi, etc.). Il progetto esecutivo, nel giugno 2007, fu approvato dalla giunta Carini. Costo complessivo dell'opera: 13 milioni e 570 mila euro. Con un finanziamento di 10 milioni e 700 mila euro del ministero della Giustizia, un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti (un milione e 955 mila euro) e fondi comunali (850 mila euro). www.tp24.it ha scoperto che ci sono alcuni problemi nella realizzazione del Tribunale, che impediscono, di fatto, il trasferimento degli uffici. Aule con pilastri in mezzo, stanze piccole, assenza di vie di fuga per i detenuti: “inadeguatezze”.
Ma il palazzo di giustizia, dicevamo, è quasi pronto, mancano alcuni dettagli, come la cabina Enel, l’interremamento di cavi elettrici che passano dall’ingresso principale e ritocchi di questo genere. Piccolezze, se paragonate a tutto il lavoro che si è fatto in questi anni.

Ora. Al di là dei pasticci che sarebbero stati combinati, degli eventuali errori di progettazione. Al di là dei dissidi che ci possono essere tra l’amministrazione del tribunale e gli avvocati. Questa città non può più aspettare. Dateci il nuovo tribunale. Non possiamo permetterci ancora ritardi per un’opera del genere. Non ci possiamo più permettere figuracce. Ci basta, a noi marsalesi, la vergogna del monumento ai Mille come incompiuta. Che è ancora là, come è stato lasciato 25 anni fa.

Si ha la sensazione che quella del nuovo Tribunale sia l’ultima occasione. L’ultima occasione di vedere inaugurata una grande opera pubblica in città. Perchè la vacca è molto magra. Sono finiti i tempi in cui venivano finanziate opere del genere senza fare troppi conti e guardare patti di stabilità e piani di spending review. Ce lo suggerisce anche quello che è successo con il carcere che doveva nascere a Scacciaiazzo. Anche quella un’opera imponente, doveva costare 40 milioni di euro. Il ministero della Giustizia, allora guidato da Angelino Alfano, aveva predisposto il finanziamento, poi si è fermato tutto. Niente più carcere nuovo a Marsala, decise poi il ministro Severino. Anzi, niente più carcere e basta. Perchè anche quello del vecchio castello è stato chiuso.
Adesso, questi 14 milioni di euro spesi per il nuovo Palazzo di Giustizia hanno il sapore dell’ultima ventata di benessere che questa città può respirare.
Fatela dopo la resa dei conti. Chi ha progettato bene o male, chi ha eseguito come non doveva, chi ha usato male i soldi. Chi ha sbagliato, se qualcuno ha sbagliato, pagherà. Il progettista, il Comune, il Ministero, l’amministrazione del Tribunale, la ditta che ha eseguito i lavori. Sarà materia da Corte dei conti, se danno c’è stato. Ma date a questa città un nuovo palazzo di Giustizia. Liberate, da quella trappola di Piazza Borsellino, i magistrati, gli avvocati, i cancellieri, giudici e forze dell’ordine.

E’ una questione di coerenza, anche. Perchè, sempre tornando indietro nel tempo a quando il Governo Monti voleva smembrare l’apparato giudiziario in provincia di Trapani, hanno protestato tutti contro la paventata chiusura del Tribunale di Marsala. Si diceva che non serviva. Che uno grande a Trapani sarebbe bastato, erano voci. Ma partirono lo stesso le raccolte firme, le petizioni per non far chiudere il tribunale, per salvare anche le sedi distaccate. Allora che senso ha fare le battaglie per tenere il tribunale e poi non essere in grado di aprire quello nuovo?
Quella del tribunale nuovo è anche una sfida per la classe dirigente, non solo di questa città, ma anche di mezza provincia, che in questi anni non ha voluto capire cosa stesse succedendo. Troppo impegnati a battaglie di potere per l’aeroporto e andare dietro alla Ryanair, per poi restarci fregati.
Un po’ come quei ragazzi là. Quelli del commerciale di via Trapani. Che ogni giorno entrano in quell’abbozzo di scuola e sentono che il tempo è fermo a 40 anni fa.


Francesco Appari