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18/01/2015 15:30:00

Denise, nuova perizia sull'intercettazione : "Mamma l'ha uccisa"

 Sul caso Denise Pipitone la corte d'Appello di Palermo, presidente Raimondo Lo Forti, ha disposto una nuova perizia sulla contestata intercettazione ambientale secondo cui Jessica Pulizzi - la sorellastra di Denise, la bambina di tre anni scomparsa l'uno settembre 2004 a Mazara del Vallo - affermerebbe che ad uccidere la bimba sarebbe stata la madre Anna Corona.

Secondo l'ipotesi accusatoria, naufragata però nel processo di primo grado, Jessica sarebbe stata la responsabile del rapimento della bimba con la collaborazione della madre e dell'ex fidanzato Gaspare Ghaleb, l'unico condannato finora per questa vicenda ma per falsa testimonianza.

Jessica Pulizzi che all'epoca dei fatti era minorenne secondo l'intercettazione in oggetto, dell'11 ottobre 2004, direbbe alla sorella minore Alice mentre è a casa della madre Anna Corona: «quanno eramu ‘n casa, a mamma l’ha uccisa a Denise» e Alice per accertarsi di aver sentito bene: «a mamma l’ha uccisa a Denise?». Jessica risponderebbe a quel punto:«tu di ‘sti cosi unn’ha parlari».

Per il consulente della difesa la frase incriminata "non si sente" bene però. La decisione di procedere a un supplemento di perizia è stata presa oggi dopo la deposizione di Alice Pulizzi la quale ha smentito che la sorella Jessica le abbia detto che la madre fosse l'assassina di Denise. La conversazione venne intercettata dagli agenti del commissariato di polizia di Marsala. La nuova perizia è stata affidata ai tecnici della direzione centrale anticrimine della polizia.

Ricordiamo che in primo grado Jessica Pulizzi è stata già assolta dall'accusa di aver sequestrato la sorellastra Denise. Secondo l'accusa il sequestro della bimba si inquadrava in un contesto di «vendetta e gelosia perché Denise e Jessica Pulizzi sono figlie dello stesso padre, Piero Pulizzi»

A giugno 2013 Jessica è stata assolta dall’accusa di concorso in sequestro di minorenne "per non aver commesso il fatto" con la formula prevista dal II comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale, cioè per "mancata o insufficiente formazione della prova".

Per lei i pm avevano chiesto 15 anni di carcere, il massimo della pena per quel tipo di reato. Sua madre Anna Corona era stata pure indagata per concorso in sequestro, ma la sua posizione fu archiviata su richiesta della procura.