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23/02/2015 10:58:00

Riforma delle province, i dubbi di Cracolici: "I nodi sono le funzioni"

Il Presidente della Commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana, Antonello Cracolici, mantiene qualche riserva sul disegno di legge sulla riforma delle province.  La più importante? "È del tutto inutile cambiare tutto senza cambiare niente: senza un trasferimento delle funzioni all’ente intermedio, dalla Regione siciliana e dai Comuni, i liberi consorzi non significano proprio niente. Hanno un senso solo se riorganizzano la pubblica amministrazione, insomma se succede qualcosa di significativo".

"Invece -  osserva Cracolici, durante il Forum sulle scelte promosso dal sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato – ci si accapiglia per tante altre cose e si lascia da parte il cuore della questione, appunto le funzioni. Appassionano di più il tipo di elezione degli amministratori – primo o secondo grado e le scelte territoriali (la libertà dei comuni di andarsene dove vogliono), piuttosto che la distribuzione dei poteri, dalla quale dipende poi la governance del territorio". 

Cracolici non capisce per quale ragione la democrazia venga messa in discussione dall’elezione di secondo grado e non si spiega perché mai, sempre sull’altare della libertà si possa auspicare una sorta di anarchia amministrativa. Certo, ragiona il Presidente della Commissione affari istituzionali, si deve pur prendere in considerazione il fatto che la Sicilia del 2015 è profondamente diversa da quella del 1946, ci sono città la cui popolazione residente è cresciuta enormemente ed altre che oggi sono poli industriali che attirano attorno a sé molti comuni, il nodo da sciogliere è uno: quali organi amministrativi realizzano gli enti sovracomunali? Perché nascono, con quali compiti? Domande che devono essere poste, allo stesso modo, anche per le aree metropolitane, sulle quali – sottolinea Cracolici – ancora non si hanno le idee molto chiare, se è vero che – ricorda – il sindaco di Palermo auspica la zonizzazione delle funzioni al loro interno: " La forza della nuova governance verrà unicamente dalle funzioni, dalla loro gestione. Nisogna destrutturare il Moloch-Regione, ed i comuni devono, a loro volta, conferire poteri agli enti intermedi. Su questa questione, e non sulla tipologia elettorale, bisogna accendere i fari e decidere".