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05/03/2015 06:40:00

Angileri: "Di Girolamo ricompatti il Pd. Lombardo? Non andrei mai alle sue riunioni"

Di tutto e di più alla Leopolda di Palermo organizzata da Davide Faraone. E’ stata rinominata la “Faraona”. C’erano tante persone, non solo del Pd, e non poteva mancare Anna Maria Angileri.


 

E’ stato un momento importante. C’è molta gente che ha voglia di parlare, di essere partecipe a un percorso di buona politica. Quello che connota questa Leopolda è il fatto di essere basata sulle cose da fare. Ecco perchè attrae molta gente comune.


 

Lei ha coordinato il “tavolo” sulla scuola.


 

Nel tavolo della scuola c’erano dirigenti, docenti, personale ata, ma anche tanti precari che sono venuti per evidenziare le criticità della scuola siciliana. La Sicilia ha uno dei tassi più alti della dispersione scolastica che va oltre il 25%. La Regione Sicilia non può non mettere in pratica la legge sul diritto allo studio.


 

E in questi giorni si presenta il disegno di legge a Roma sulla riforma della scuola. Doveva essere un decreto, ma il Governo ha deciso di non forzare la mano.


 

Prevede un piano di assunzioni molto importante. Ci sono spesso difficoltà per noi dirigenti nel reperire supplenti, in questo modo ci sarà un organico funzionale sempre a disposizione delle scuole, che potrà servire anche per ampliare l’offerta formativa. L’autonomia scolastica non è stata mai pienamente attuata dal 1999 proprio per la mancanza di risorse umane, con la riforma le risorse ci saranno.


 

Alla “Faraona” c’era anche Paolo Ruggirello, di Articolo 4, a sancire l’ingresso nel Pd. Trattativa gestita dallo stesso Faraone e da Raciti. Ma a Trapani non è andata giù al Pd provinciale, tant’è che hanno fatto un documento contro l’ingresso di Ruggirello e i suoi nel Pd. Angileri, lei come la vede?


 

Bisogna fare un passo indietro, alla direzione Regionale del Pd. Sicilia 2.0, la Leopolda, era una manifestazione di area, dell’area renziana del partito, mentre l’ingresso di Articolo 4 è stato sancito da una direzione regionale, di cui io faccio anche parte. In quella sede Raciti ha chiesto alla direzione di iniziare un percorso di inclusione di Articolo 4 all’interno del Pd. Un’operazione pensata a Roma da Guerini, Raciti e dal sottosegretario Faraone. Sarà un percorso graduale, sarà calato all’interno dei territori e delle diverse sedi.


 

Nei territori Articolo 4 va per i fatti suoi rispetto al Pd. A Castelvetrano Articolo 4 è dentro mentre il Pd è fuori dalla maggioranza.


 

In alcuni comuni è in maggioranza, in altri è in opposizione. Si dovrebbe avviare un percorso che piano piano andrà calato nei territori ma non potrà avvenire subito. Sarà frutto di una condivisione e di un lavoro di ricucitura di determinate realtà.


 

Poi ci sono i comuni che vanno al voto. A Marsala Articolo 4 ha un proprio candidato sindaco, Enzo Sturiano, il Pd  pure, Alberto Di Girolamo.


 

Il quadro politico in tutti i versanti, tranne che nel Pd, è ancora incerto. Si deve vedere come si evolverà. Mi sembra che ci siano un po’ di posizioni discordanti. L’area di centrodestra non è ben definita. Mentre noi del Pd abbiamo un candidato sindaco deciso con le primarie.


 

L’8 febbraio alle primarie del Pd di Marsala ha vinto Alberto Di Girolamo. E lei e Luigi Giacalone siete usciti sconfitti. Le brucia la sconfitta, o ha dimenticato?


 

Ha vinto anche tutto il Pd, un partito in cui bisogna mettere da parte i personalismi. E’ fondamentale dire che i tre candidati hanno portato all’interno del pd un enorme valore aggiunto, ognuno con le proprie esperienze politiche, con il proprio elettorato e idee. Prima bisogna ricucire il partito, anche se sarà una cosa facilissima visti i toni distesi con cui abbiamo condotto le primarie.


 

Perchè c’è tutta questa agitazione allora? Perchè Luigi Giacalone va alle riunioni di Salvatore Lombardo con i moderati?


 

Tre giorni dopo le primarie c’è stata la direzione del partito, poi non abbiamo fatto riunioni all’interno del Pd.


 

E’ questa la colpa di Di Girolamo, di non aver parlato a fondo con i suoi compagni di partito?


 

Io non sono il segretario del partito. Tocca a lui avviare una interlocuzione prima all’interno del partito sul modus operandi e poi all’esterno per le alleanze.


 

Lei andrebbe alle riunioni di Salvatore Lombardo se la chiamasse?


Io vado alle riunioni del Partito Democratico,  e basta. Sono una dirigente del Pd, nazionale e regionale. Di Girolamo deve avviare un tavolo in cui tutto il Pd deve andare avanti unito. Non sono io a consigliare Di Girolamo quello che deve fare. Lui è il candidato, lui è il segretario. Ma le affermazioni degli altri due candidati sono state lusinghiere, e bisogna tenerne conto.