Ad Alcamo, Dopo il commissariamento del Comune, a seguito delle dimissioni del sindaco Bonventre, di fatto si entra in piena campagna elettorale. La lista ABC, Alcamo Bene Comune, principale forza di opposizione alla giunta Bonventre, in una nota sottolinea come in questi tre anni di amministrazione del sindaco Sebastiano Bonventre “sono venute chiaramente alla luce la generale inadeguatezza dell’azione politica del primo cittadino e le carenze amministrative ereditate dalla precedente amministrazione, tra tutte il ripetuto sforamento del Patto di stabilità. L’attività politico-amministrativa, bloccata, inefficace, priva di una visione programmatica organica e di lungo periodo, è stata incapace di dare soluzioni adeguate proprio in una fase in cui i morsi della crisi si fanno sentire trasversalmente sul corpo sociale. Ci si sarebbe aspettati dall’amministrazione Bonventre un intervento tempestivo e attento, così come promesso in campagna elettorale; invece – scrive ABC – la città si ritrova con un buco di bilancio di circa 3 milioni di euro. Che non sia questa la vera causa dell’abbandono della nave?
Rivolgendosi al futuro e a ciò che ancora rimane da fare, ecco una sintesi di ciò che la passata amministrazione non ha fatto, ovvero ha fatto male”. Quindi una lunga nota degli errori che secondo ABC sono stati commessi lanciando il guanto della sfida alle altre forze politiche chiedendo “agli alcamesi di rinnovare la fiducia accordata al movimento, partecipando attivamente alla vita di Alcamo, per non lasciare campo libero ai soliti noti, in vista delle elezioni che si terranno presumibilmente la primavera prossima”.
Oggi il Movimento organizza un incontro pubblico con la città dal titolo "Rinfreschiamoci le idee". Rinfreschiamoci le idee. L' Assemblea pubblica di ABC, con microfono aperto alla cittadinanza, si terrà oggi, Domenica 28 giugno 2015 - ore 19.30, al Caffè Nannini, in Piazza Bagolino.
In questi tre anni il Comune di Alcamo è stato amministrato dal sindaco Sebastiano Bonventre e dalle sue varie giunte, tre anni in cui sono venute chiaramente alla luce la generale inadeguatezza dell’azione politica del primo cittadino e le carenze amministrative ereditate dalla precedente amministrazione, tra tutte il ripetuto sforamento del Patto di stabilità. L’attività politico-amministrativa, bloccata, inefficace, priva di una visione programmatica organica e di lungo periodo, è stata incapace di dare soluzioni adeguate proprio in una fase in cui i morsi della crisi si fanno sentire trasversalmente sul corpo sociale. Ci si sarebbe aspettati dall’amministrazione Bonventre un intervento tempestivo e attento, così come promesso in campagna elettorale; invece la città si ritrova con un buco di bilancio di circa 3 milioni di euro. Che non sia questa la vera causa dell’abbandono della nave?
Rivolgendosi al futuro e a ciò che ancora rimane da fare, ecco una sintesi di ciò che la passata amministrazione non ha fatto, ovvero ha fatto male.
- La disastrosa revisione dell’organizzazione degli uffici e del personale, soltanto avviata, seppure promessa in campagna elettorale e nei mesi successivi, che lascia attualmente intatta una struttura organizzativa farraginosa ed antieconomica, ereditata dal precedente sindaco Scala, peraltro convinto sostenitore di Bonventre; le indennità e i premi ai dirigenti comunali vengono attribuiti a prescindere dai risultati, senza valutare l’efficacia della loro azione e l’efficienza dei loro uffici.
- La mancata produzione, nei tempi prescritti, di atti fondamentali della vita amministrativa del nostro Comune, come i bilanci di previsione, redatti sempre dopo ripetute richieste della Regione e spesso in seguito alla messa in mora formale e all’invio di commissari ad acta.
- La mancata approvazione delle variazioni di bilancio per i grossolani errori, nelle voci e nei calcoli, con cui la proposta è stata sottoposta al consiglio comunale.
- La assoluta assenza di programmazione urbanistica, conseguenza di un PRG ormai scaduto da tempo e di cui è stata avviata la revisione solo con grande ritardo, anche a causa della colpevole lentezza delle precedenti amministrazioni. Per non parlare di opere primarie, come la rete idrica e la fognatura di Alcamo Marina: vaneggianti promesse per raccogliere il voto dei cittadini.
- L’incremento dei costi per l’approvvigionamento di acqua, comprata a prezzi elevati da fonti non comunali in seguito ad accordi con SiciliAcque, e il temporaneo abbandono della condotta idrica Cannizzaro, principale fonte di proprietà comunale, che necessiterebbe invece di una approfondita ristrutturazione.
- La mancata realizzazione dell’ospedale, il cui progetto fu rumorosamente sbandierato in chiusura di campagna elettorale: non è stato ancora espropriato il terreno in contrada S. Gaetano su cui dovrebbe sorgere.
- Il “deserto culturale” in cui è stata fatta sprofondare la città, come è apparso evidente anche in occasione della recentissima festa della Patrona, dovuto all’assenza di iniziative culturali, capaci di valorizzare l’identità della nostra città e il suo potenziale turistico.
- Il ricco patrimonio architettonico e naturalistico sempre più mortificato, che avrebbe bisogno di una programmazione seria sui possibili e indispensabili interventi da attuare: si pensi su tutti allo stato di abbandono in cui versa Alcamo Marina, o il Castello dei Conti di Modica, sede di una fantomatica enoteca regionale del vino, misteriosamente aperto in orari casuali, forse per stimolare la curiosità di qualche sparuto turista di passaggio: ad Alcamo, invece del fantasma nel castello, c’è il castello fantasma.
- L’insufficiente manutenzione e cura del verde pubblico: la colpevole morte di viale Italia e la desolazione delle ville ne sono un “rigoglioso” esempio, per non parlare di certi arredi urbani “di risulta” che accolgono chi entra in città.
- La fallimentare gestione del piano di contrada Sasi che, invece di attivare vettori di sviluppo positivo sull’economia locale, ha generato nelle imprese continue incertezze sui tempi e sulla possibilità di programmare i propri investimenti, proprio nel momento in cui la crisi mortifica i sacrifici dei cittadini.
- La visionaria e fantasiosa “non progettazione” della viabilità, quella sorta di Far West urbano, di cui sono metafora persino i semafori, lasciati in eredità da Scala già perfettamente NON funzionanti.
- Il ripetuto aumento dell’imposizione fiscale a livello comunale, che ha drammaticamente impoverito le già scarse finanze delle famiglie alcamesi, senza migliorare i servizi pubblici, dagli asili nido, le cui rette sono aumentate, alle strade dissestate, agli impianti d'illuminazione, al decoro urbano, cui la TASI dovrebbe essere destinata.
- La possibile chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace dovuta, da un lato, alla mancanza di personale comunale con orario contrattuale idoneo al servizio da fornire e, dall’altro, all’atteggiamento schizofrenico dell’amministrazione, che ha sempre dichiarato di volere mantenere l’ufficio, salvo poi diffidare, attraverso i suoi dirigenti, ad utilizzare il personale oltre le ore contrattualmente previste. Un “caos gestionale” che ha lasciato l’ufficio ormai in balia di se stesso e insoddisfatti tutti (lavoratori dell’ufficio, avvocati e cittadini). La mancanza di personale comunale suona a dir poco strana, in un Comune che conta diverse centinaia di impiegati.
In questa difficile situazione amministrativa, abbiamo operato attivamente all’interno del Consiglio Comunale, con l’opposizione intransigente, ma sempre leale, portata avanti dai tre consiglieri di ABC, con interrogazioni sull’operato dell’amministrazione, ma anche con mozioni e proposte operative, peraltro puntualmente “scartate” a causa della loro provenienza politica. L’esperienza accumulata in questi tre anni ci ha permesso di conoscere ed entrare dentro i complessi meccanismi della macchina comunale e di confrontarci con i reali problemi di Alcamo. Problemi che sono frutto non solo del “lavoro” svolto dall’ultima amministrazione, ma anche il risultato negativo di una prassi politica che dura da oltre vent’anni, caratterizzata da inefficienza e gestione clientelare del potere. Una prassi politica contro cui ABC alle scorse elezioni ha cercato di opporre un’alternativa concreta e credibile, ottenendo il sostegno dei tantissimi alcamesi desiderosi di un vero cambiamento rispetto al passato, ma il cui entusiasmo è stato mortificato da pratiche clientelari che, secondo quanto emerso da indagini giudiziarie, hanno inquinato la competizione elettorale alterando il libero esercizio del voto.
Oggi, all’indomani delle dimissioni del sindaco Bonventre, i rappresentanti di quel passato politico, che di Bonventre sono stati i primi fautori, si affacciano ancora una volta all’orizzonte, pronti a riprendere le redini della città che, negli anni, essi stessi hanno ridotto nelle condizioni attuali. Non saremmo per nulla stupiti di vedere, tra i candidati alle prossime elezioni, “volti nuovi” come Giacomo Scala, Gianluca Abbinanti, Pasquale Perricone, Massimo Fundarò e chiunque orbiti attorno al deus ex machina Antonino Papania. Per scongiurare il pericolo di questo funesto “ritorno al passato”, ABC chiede agli alcamesi di rinnovare la fiducia accordata al movimento, partecipando attivamente alla vita di Alcamo, per non lasciare campo libero ai soliti noti, in vista delle elezioni che si terranno presumibilmente la primavera prossima.
Nel contempo, i Consiglieri comunali di ABC e l’intero movimento desiderano augurare buon lavoro al Commissario Arnone, dichiarando la propria disponibilità a collaborare con lui nel suo complesso lavoro per la rinascita, difficile ma non impossibile, della nostra città.