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28/08/2015 06:35:00

Gibellina. Le botte a Nino Ippolito per un post su Fb, denunciato marito del vice sindaco

 “Mi ha offeso su facebook e poi mi ha sferrato due pugni in volto, prendendomi quindi la testa tra le mani e scuotendomela mi ha detto che mi avrebbe ammazzato”. E’ questo, in sintesi, quanto denuncia il giornalista Nino Ippolito, addetto stampa di Vittorio Sgarbi, nella querela presentata ai carabinieri di Gibellina contro Santo (detto “Dino”) Balsamo, marito del vice sindaco del centro belicino, Daniela Giordano. Teatro dei fatti, la notte tra il 25 e il 26 agosto, il viale Indipendenza, a Gibellina, nei pressi del Bar Bonanno. L’aggressione,  sarebbe stata ripresa dalle telecamere dell’impianto di videosorveglianza del bar e di una banca, e ci sarebbero stati dei testimoni. Nella querela, Nino Ippolito spiega anche la genesi della vicenda che lo ha visto finire al Pronto soccorso dell’ospedale di Castelvetrano. “Su facebook – spiega il giornalista, originario di Gibellina, ma da tempo trasferitosi a Salemi, dove è stato anche addetto stampa del Comune – gestisco il gruppo ‘Gibellina nuova’, sul quale il mio amico Filippo Balsamo, fratello di Santo “Dino” Balsamo, ha commentato ironicamente alcuni errori di ortografia in un manifesto del Comune di Gibellina. Molti commentavano la notizia, me compreso. A commentare è stato anche il mio aggressore, scrivendo: ‘L’ironia è bella quando dura poco… dopo diventa rottura di c….’. Anche l’assessore Nicola Camizzi, però, comprendeva il tono goliardico”. Ma la sera del 25 agosto, verso le 23, continua Ippolito nella querela, in viale Indipendenza, mentre davanti al Bar Bonanno stava parlando con Filippo Balsamo, Rocco Ferro e Giuseppe Di Girolamo, è arrivato, in moto, Santo “Dino” Balsamo, che avrebbe proferito parole offensive contro il gruppo, che non replicava. “Dopo cinque minuti – prosegue Ippolito – sul mio account facebook sono stato nuovamente offeso. Ho replicato scrivendo che se non avesse chiesto scusa subito, sarei andato in caserma a denunciarlo. Dopo 50 minuti, sempre davanti il Bar Bonanno, Santo “Dino” Balsamo arrivava in auto e inveiva contro di me e anche contro suo fratello. A me diceva: ‘Sbirro e infame, vai in caserma…’. Quindi, mi sferrava un pugno al volto, tra l’orecchio e l’occhio sinistro. I presenti lo bloccavano, ma lui si divincolava e mi dava un altro pugno al volto. Poi, mi prendeva la testa tra le mani e mi diceva: ‘Ti ammazzo’. A questo punto, veniva di nuovo bloccato dalle persone che erano con me, mentre il titolare del bar cercava di allontanarlo. La scena penso sia stata ripresa dalle telecamere del bar della banca Mps. Poi, mi sono recato al Pronto soccorso di Castelvetrano, telefonando però subito al 112 per paura di essere aggredito durante il percorso”. Ad assistere legalmente il giornalista Nino Ippolito è l’avvocato Antonella Ienna. Una copia della querela Ippolito l’ha inviata anche al presidente e ai componenti del Consiglio regionale dell'Ordine dei Giornalisti. Questo è quanto raccontato da Ippolito nella querela. 


Sull'accaduto è intervenuto con una nota anche il sindaco di Gibellina Salvatore Sutera. Eccola.

La vicenda dell'aggressione subita da Nino Ippolito richiede una risposta chiara e senza fronzoli.
La violenza, sempre ed in qualsiasi forma venga esercitata, non può essere condivisa né giustificata, va condannata senza attenuanti; non c'è alcuno spazio per motivarla e, quindi, ad Ippolito va la mia personale solidarietà e quella dell’Ente che rappresento.
L’amministrazione comunale di Gibellina è una convinta sostenitrice della libertà di stampa, di pensiero, di critica e di discussione soprattutto su temi di interesse collettivo e socio-politico. Ritengo, come Sindaco e come uomo, che il giudizio sugli atti amministrativi e le eventuali inchieste giornalistiche siano un utile strumento per chi amministra: l’attività di critica è da intendersi come stimolo a operare meglio e come strumento per misurare il grado di efficacia delle scelte politiche adottate. L’amministrazione comunale non ha messo o vuole mettere il bavaglio al lavoro di nessun giornalista o di nessuna testata.
L'amministratore pubblico, quando acquisisce la relativa carica, perde una fetta della sua libertà e accresce il suo carico di responsabilità; questo  mi e' chiaro. Va però precisato che Nino Ippolito non e' stato aggredito da un rappresentante delle istituzioni cittadine, né tantomeno, per quanto è dato sapere, per fatti riconducibili all'attività giornalistica dello stesso, posto che non risultano articoli o inchieste ascrivibili a Nino Ippolito sull'attività di questa amministrazione comunale.
Si rifletta tutti, invece, sull'uso dei social network, evitando l’uso di pagine pubbliche per discussioni private o di scarsa rilevanza sociale.  
Si deve al tempo stesso stigmatizzare, però, chi indebitamente tenta di speculare su un atto che per quanto esecrabile è da ricondurre a relazioni private e familiari. Alle strumentali e inappropriate affermazioni politiche di Rosario Fontana, inserite nella dichiarazione di solidarietà ad Ippolito, risponderemo nelle sedi istituzionali e politiche competenti.



Cronaca | 2024-05-16 10:12:00
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