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29/11/2015 06:00:00

Sicilia che disastro: Ars bloccata dalle liti, e alla Regione manca un miliardo e mezzo

 Sicilia, manca un miliardo e mezzo per chiudere il bilancio. La giunta Crocetta, con soli sette assessori presenti oltre al presidente, ha iniziato l'esame del bilancio predisposto dall'assessore all'Economia, Alessandro Baccei. Più una formalità, che altro, perchè la Sicilia non può chiudere il bilancio: manca infatti un miliardo e mezzo di euro. Lunedì a Roma ci sarà un altro vertice con i tecnici del governo per capire se Roma darà una mano o meno, e la Giunta pertanto è stata aggiornata a martedì. Baccei si porta avanti con il lavoro, e ha predisposto un bilancio con le sole spese obbligatore, non ci sono soldi per i forestali, i consorzi di bonifica, gli enti locali, le partecipate. Le poche risorse disponibili vengono utilizzate per il cofinanziamento dei fondi europei. In questo momento, senza l'aiuto da Roma, la Sicilia può contare solo sulle proprie entrate, 11 miliardo di euro, comprese le addizionali Irpef e Irap che erano state aumentate per rientrare dal deficit della sanità regionale, e che ora non sono state ridotte perché la Sicilia deve allo Stato due miliardi anticipati per il pagamento dei debiti con le imprese private. In Sicilia le entrate pro capite sono 2090 euro, ed è la Regione che minori entrate tra quelle a Statuto speciale. La spesa pro capite è invece di 3220 euro. Per fare un esempio, la Valle d'Aosta incassa 9720 e spende 9040. Ogni anno la Sicilia versa allo Stato 1,3 miliardi di euro di gettito fiscale. Fa meglio solo la Lombardia: 1,7 miliardi di euro.

Continua il percorso della  mozione di sfiducia a Crocetta. Il gruppo dei pentastellati all’Ars ha comunicato, infatti, che sono state raggiunte le 25 firme che consentono di poter presentare la mozione che adesso può iniziare il cammino in aula. Oltre ai 14 parlamentari dei 5 Stelle a firmare la mozione di sfiducia sono stati i deputati di Forza Italia, di nello Musumeci, Giovanni Ioppolo e Girolamo Fazio. Molto probabilmente la mozione arriverà in aula dopo l’8 dicembre, sarà molto difficile per i firmatari raggiungere l’obiettivo, ma c’è anche molta attesa sulla reazione di alcuni deputati del Pd. «Siamo consci – dicono i deputati M5S – che il Bostik è nettamente più forte di tutte le malefatte di Crocetta. Noi, però, non potevamo non provarci. Lo dovevamo ai siciliani. Quantomeno faremo uscire allo scoperto i veri nemici della Sicilia e chi qui dentro recita solo una parte». Spiegano: “Si parte da quota 25. Sono arrivate in serata le firme che mancavano affinche’ la mozione di sfiducia del M5S a Crocetta potesse essere presentata e cominciare il cammino verso l’aula”. Oltre alle firme dei 14 parlamentari cinquestelle “in calce alla sfiducia ci sono ora le firme degli otto deputati di Forza Italia, di Nello Musumeci e Giovanni Ioppolo (Lista Musumeci) e Girolamo Fazio (Misto”). I grillini stimano che il testo arrivi in aula dopo l’otto dicembre.

Il parlamento regionale, ha intanto ha approvato ad unanimità la nuova composizione delle commissioni parlamentari. L'insediamento avverrà martedì prossimo alle 16, quindi si procederà all'elezione dell'ufficio di presidenza delle singole commissioni. Sempre martedì si riunirà la conferenza dei capigruppo. L'aula tornerà a riunirsi mercoledì 2 dicembre alle 16.

UIL.  “La politica pensa solo alla spartizione di poltrone e incarichi. Lo hanno dimostrato oggi i deputati siciliani, decisi a votare martedì prossimo i presidenti delle commissioni parlamentari, bloccando di fatto tutte le attività. Non c’è, quindi, alcuna volontà ad affrontare le emergenze a partire da quella dei precari degli Enti locali che tra un mese rischieranno, come al solito, di finire in mezzo alla strada”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia. “Ad essere bloccata – aggiunge – è anche la spesa regionale ordinaria mentre si rischia di perdere quelle poche risorse europee. In questo scenario, il Governo regionale non ha ancora avviato un confronto, chiesto da tempo, con le organizzazioni sindacali. Non è più possibile continuare in questo modo. Così la Sicilia affonda”.