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28/01/2016 07:00:00

Finanzieri di Pantelleria a processo per concussione. Nessuna parte civile

  Né l’Avvocatura dello Stato, né dalle associazioni “Codici Sicilia” e “Codici Onlus” hanno trovato ingresso, come parti civili, nel processo che in Tribunale, a Marsala, vede imputati, per concussione e falso ideologico, il maresciallo Vincenzo Ditta, di 54 anni, e al brigadiere Gaetano Spanò, di 59, rispettivamente ex comandante e vice della stazione della Guardia di finanza di Pantelleria. L’Avvocatura ha chiesto di costituirsi “fuori tempo massimo”, mentre le associazioni “non sono legittimate” in quanto nei loro statuti non è prevista la costituzione in giudizio per questo genere di reati. A fine marzo 2015, per Ditta e Spanò era già scattata la misura cautelare della sospensione dal servizio. Per questo, sono stati costretti a consegnare tesserino e pistola. Un provvedimento grave per appartenenti alle forze dell’ordine. I due militari sono accusati di avere tamponato, con l’auto di servizio, quella di un romeno, costringendo poi quest’ultimo a pagare i danni. I fatti contestati risalgono al 17 giugno 2014. A condurre l’indagine, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa, è stata la sezione di pg della Guardia di finanza della Procura marsalese. Dall’inchiesta è emerso la Wolksvagen Touran del romeno Paul Ferdelas, che dal 2008 vive sull’isola con la moglie e i tre figli, lavorando per un’impresa edile, il 17 giugno 2014 sarebbe stata tamponata dall’auto delle Fiamme Gialle (una Fiat Panda) con cui Ditta e Spanò stavano svolgendo servizio per le strade di Pantelleria. I due militari, però, anziché chiedere scusa e avviare le pratiche per il risarcimento dei danni provocati al mezzo del rumeno, abusando del proprio ruolo, avrebbero prima intimidito il cittadino straniero, dicendogli che sarebbero intervenuti presso il suo datore di lavoro per farlo licenziare, che avrebbero effettuato ispezioni presso il cantiere edile dove lavorava per applicare sanzioni all’imprenditore, che lo avrebbero fatto espellere dall’isola in quanto “straniero”. In tal modo, lo avrebbero costretto ad accollarsi delle spese di riparazione dell’auto della Guardia di finanza. Dell’incidente non fu fatta menzione in alcuna relazione di servizio. In compenso, Ditta e Spanò avrebbero redatto una falsa attestazione sull’ordine di uscita che deve esse compilato per ogni utilizzo di veicoli militari, dichiarando che “non si evidenziano anomalie che precludono l’impiego del mezzo”. I due militari imputati sono difesi dagli avvocati palermitani Loredana Lo Cascio e Alessandro Ticli.