Le cronache politiche vivono di lampi, a volte anche di isterie, con delle voci senza fonte che acquistano autorevolezza perché passano di bocca in bocca. Così è da qualche giorno che i giornali riprendono i blog che riprendono i giornali sul tesseramento appena terminato all'interno del Pd siciliano. Ebbene, tra i tesserati del Pd ci sarebbero, nel 2016, orde di ex - cuffariani, cioè di sostenitori, amici e sodali dell'ex governatore siciliano Totò Cuffaro, da poco uscito dal carcere dopo aver scontato una condanna per favoreggiamento con l'aggravante di aver favorito Cosa Nostra. Ecco cosa riporta ad esempio Il Corriere della Sera, il maggiore quotidiano nazionale:
Totò Cuffaro si propone, il Pd si oppone. L’annuncio dell’ex presidente della Regione Siciliana secondo cui i suoi uomini si stanno spostando verso i dem («Renzi non è il Pd dei miei tempi, è un Pd diverso, moderato, che guarda all’idea di un partito della Nazione») ha fatto sobbalzare i vertici del Nazareno. Il vicesegretario Lorenzo Guerini ha replicato: «Cuffaro stia sereno: il Pd non sta tesserando suoi uomini. Siamo un partito di centrosinistra, che non ha niente a che vedere con le sue idee politiche». In serata la replica di Cuffaro: «Ho lasciato la politica, non intendo dedicarmi al tesseramento di nessuno».
E' tutto un fiorire di congetture, di ricostruzioni, retroscena. E più Cuffaro smentisce, più aumentano i dubbi. Ecco cosa dice il diretto interessato in un'intervista all'Huffington Post:
Lei dice che ha smesso di fare politica, ma il suo nome rimbalza nel tesseramento del Pd.
No, aspetti, io non ho annunciato che ho smesso. Io ho smesso. Ho i biglietti per il Burundi dove andrò a fare volontariato con mia moglie. La data di partenza è il 30 maggio.
Però la passione politica arde ancora.
La politica è stata la grande passione della mia vita. Per 35 anni, anche di più. Dai tempi in cui rappresentavo gli studenti all’università di medicina, poi la gavetta nei gruppi giovanili e da lì tutte le tappe. Il segretario dei giovani allora era Lusetti, c’era un giovane Franceschini e Lapo Pistelli, che di lì a qualche anno avrebbe avuto Renzi come collaboratore.
E i “cuffariani”?
Si sono spostati con Renzi. Avevo un milione e ottocentomila voti, il 60 per cento. Lì dentro c’era la Sicilia. Ora quella stessa Sicilia si sta spostando.
Perché?
Perché Renzi non è il Pd dei miei tempi, è un Pd diverso, moderato, che guarda all’idea di un partito della Nazione. Questo è il primo motivo. Il secondo, connesso, è che a destra non c’è un grande partito moderato ma Alfano che per di più è alleato con Renzi. È chiaro che si sposti sul Pd.
Insomma, Renzi non è di sinistra.
Beh, sarebbe esagerato dire che Matteo Renzi è di sinistra. C’è un bel po’ di democristianitudine lì dentro. Il Pd è un partito direi post-democristiano.
E ci vanno i cuffariani.
A me fa piacere. Vanno nel partito che più assomiglia a un partito post democristiano, è ovvio. È al governo, è il partito più forte, essere post-democristiani significa stare con con chi governa.
Dopo l'intervista di Cuffaro, le reazioni all'interno del Pd non si sono fatte attendere. Roberto Speranza, il bersaniano ex capogruppo del Pd alla Camera dichiara: “In Sicilia vasta parte del mondo legato a Totò Cuffaro si sta riciclando sotto il nostro simbolo. Lo confermano le parole inquietanti rilasciate oggi dallo stesso Cuffaro. Questo non è accettabile. Chiedo ai due vicesegretari del partito (il segretario Renzi è legittimamente impegnato in un importante viaggio internazionale e non credo abbia purtroppo tempo di occuparsi del nostro tesseramento) di fare immediatamente chiarezza. Lo dobbiamo alle tante persone per bene che continuano a credere nella nostra comunità politica”, continua Speranza. Immediata la risposta di Lorenzo Guerini. “Cuffaro stia sereno: il Pd non sta tesserando suoi uomini, dal momento che siamo un partito di centrosinistra, che non ha niente a che vedere con idee politiche sue e dei suoi sostenitori”, dice il vicesegretario dem. Che poi replica a Speranza: “Spiace che su una non notizia ci sia, invece, qualcuno dei nostri, pronto a salirci sopra per alzare un polverone fasullo quanto strumentale che, quello sì, danneggia il buon nome del Pd”.
Ma è tutto un falso allarme. Perchè il passaggio dei cuffariani nel Pd è avvenuto già, ma non da ora, da tempo. Esattamente da quando non c'è più sulla scena politica Cuffaro. Quelli che erano alla corte di Totò Vasa - Vasa sono passati alla corte di Raffaele Lombardo, presidente della Regione poi condannato per mafia e sostenuto dal Pd. E oggi sono tutti là dentro. Dall'ex Sindaco di Agrigento Marco Zambuto fino al campione delle preferenze in provincia di Trapani, Paolo Ruggirello, che è stato nell'Mpa, con Lombardo, candidato con la Lista Musumeci contro Crocetta, e adesso fa parte della stessa maggioranza di Crocetta, nel Pd. Tra i dem era anche l’ex sindaco di Ragusa Nello Dipasquale, un tempo in Forza Italia, Nicola D’Agostino, ex capogruppo del Mpa di Lombardo all’Assemblea regionale siciliana, Adelfio Elio Cardinale, già sottosegretario alla Salute nel governo di Mario Monti, Roberto Lagalla, ex rettore dell’Università di Palermo e in passato assessore alla Sanità dello stesso Cuffaro.
Si potrebbe continuare con la miriade di assessori, consiglieri comunali, "spirugliafacenne" di questo o quel Comune, che da venti, trenta anni sono sempre lì: prima erano nella Dc o nel Psi, poi si sono scoperti Cuffariani, poi autonomisti, adesso nel Pd. La politica in Sicilia è stata, più che altrove, da sempre, una grande tavolata, dove tutti hanno trovato sempre posto. Il capotavola è cambiato, nel corso degli anni, ma i commensali - che sono quelli che contano davvero - sono rimasti ognuno al loro posto.
E allora, che notizia è?