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28/02/2016 06:40:00

La casta dell'Ars strapaga i medici. Ruggirello li difende...

I medici della casta, non potevano che essere, anche loro, super pagati rispetto ai colleghi “sfigati” che prendono servizio negli ospedali siciliani.
E' il caso dei due medici in servizio alla guardia medica dell'Ars, che percepiscono un compenso di circa 168 mila euro a testa. Troppi? Non per Paolo Ruggirello, deputato questore all'Ars, che difende il privilegio dei camici bianchi. "Quella struttura è utile, lavora anche nelle ore serali quando ci sono sedute d’aula o di commissione ed è a disposizione pure dei turisti della Cappella Palatina", dice Ruggirello difendendo i medici della casta.

Sono due i medici in servizio nella guardia medica dell'Ars che devono prendersi cura dei deputati regionali e dei dipendenti dell'Assemblea. Guadagnano la bellezza di circa 168 mila euro a testa, che è composto da 104 mila euro di indennità e un compenso aggiuntico di 63.500 euro. Il compenso – per decreto del presidente dell'Ars Ardizzone – è aumentato di 5 mila euro rispetto allo scorso anno e raddoppiato rispetto al 2014.
I due medici in servizio sono Augusto D'ancona e Francesco Mangiameli, hanno lavorato  uno all'ospedale di Piana degli Albanesi, l’altro a Carini, Roccamena e Santa Cristina Gela. 
Prendono in sostanza circa 8 mila euro netti al mese. Molti di più dei colleghi in servizio negli ospedali dell'Isola. Il caso riportato da Repubblica fa il paragone, ad esempio, con il direttore del pronto soccorso di Palermo – che ha 100 mila accessi l'anno, molti e molti di più rispetto alle visite fatte all'Ars – che percepisce 102 mila euro.
Oppure un manager dell'Asp che percepisce 130 mila euro.
Ma l'ambulatorio della casta è tutta un'altra cosa, e qui il compenso deve essere in linea con i privilegi di cui beneficiano gli stessi inquilini dell'Ars. La guardia medica dell'Assemblea è stata istituita nel 1988 che viene rinnovata in via provvisoria di anno in anno, scade infatti l'anno prossimo la convenzione con l'Asp. I due medici però non sono pagati dall'Asp, ma dall'Ars, in quanto assunti “in comando” da Palazzo dei Normanni.
Ruggirello non trascura che si possa trovare una soluzione più economica. Intanto difende i medici della casta, con la scusa che ci sono casi in cui i lavori d'aula si fanno lunghi e notturni. Ad esempio in questi giorni in cui si sta votando la finanziaria in un tour de force. Però sono casi non proprio frequenti, per esempio a novembre e dicembre non si è riusciti a far durare i lavori per più di 17 minuti al giorno, di media.
Il rapporto ore di lavoro/stipendio che suggerisce Ruggirello, quindi, non va proprio nella direzione dell'economia per l'Ente. Sugli stipendi di deputati e dipendenti Ruggirello è stato sempre molto attento. Alcuni ricorderanno quando, nell'agosto 2014, nel bel mezzo dell'ennesima maratona dell'ennesima finanziaria lacrime e sangue, Ruggirello, Nino Oddo, e Franco Rinaldi, facevano inserire, all'insaputa del presidente Rosario Crocett, un emendamento per sbloccare gli stipendi dei deputati e dipendenti dell'Ars. Anche se c'erano i precari siciliani con l'acqua alla gola.
 "Siamo stanchi di avere trasferimenti finanziari a singhiozzo – diceva Ruggirello. È una questione di rispetto del parlamento siciliano”. Già, è una questione di rispetto.