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15/03/2016 06:35:00

Marsala. Vinci e Di Girolamo, due linee diverse nel Pd

Mentre il sindaco di Marsala si occupa di ordinaria amministrazione - dalle nonnine centenarie da premiare, alle scolaresche da ricevere al Comune, alla sicurezza stradale con le telecamere intelligenti - dietro di lui c’è tutta una politica che si muove. Con una maggioranza che sembra avere qualche anello sconnesso con il lavoro dell’amministrazione guidata dal segretario a metà Alberto Di Girolamo. La carica di segretario cittadino del Pd è incompatibile con quella di sindaco. Di Girolamo lo sa, ma non si dimette. La direzione del Pd lo sa, ma ancora non convoca un congresso straordinario. Lo sa anche Antonio Vinci, che potrebbe ambire a guidare i democratici lilibetani. Il capogruppo dem in consiglio comunale usa col misurino le parole. E ultimamente col sindaco Di Girolamo, che fino a che non si rinnoverà la direzione del partito sarà anche il suo segretario, ha usato il fioretto per le sue stoccatine, un po’ dai banchi di Sala delle Lapidi, un po’ a mezza bocca con i suoi colleghi.
Pochi giri di parole, che, ad esempio, come successo ieri si concentrano sulla situazione dei rifiuti. E la sensazione che tra il sindaco e parte della sua maggioranza non ci sia molta comunicazione nel scegliere la linea da seguire. Non è la prima volta che succede in questi otto mesi di mandato.
Antonio Vinci scrive al sindaco a proposito dello sportello verde “inaugurato dall’amministrazione Comunale di concerto con Aimeri Ambiente in pompa magna con specifica conferenza stampa”, e dice che non funziona correttamente “confondendo ancora di più le idee ai cittadini”. Il capogruppo del Pd in consiglio comunale riporta le lamentele che gli hanno fatto alcuni cittadini, e tra queste c’è il fatto che alla Pro Loco, sede dello sportello verde, il personale presente “non è in grado di fornire le minime informazioni sulle modalità di raccolta, le tipologie dei rifiuti da differenziare in quanto non adeguatamente formato, indirizzando gli stessi utenti a chiamare il numero verde dell’Aimeri”. E in effetti, che senso ha uno sportello verde se poi dice alla gente di chiamare l’Aimeri, che magari non risponde?
Lo sportello verde, tra l’altro, esisteva per un periodo, quando Vinci era proprio assessore al ramo con la giunta Adamo. E adesso informa l’amministrazione “che il contratto prevede che tutto ciò che riguarda l’informazione e la divulgazione sulle modalità della raccolta differenziata competono all’azienda che fornisce il servizio”. La nota del capogruppo Pd di Sala delle Lapidi fa capire che non c’è molto dialogo con la sua amministrazione, e che almeno sui rifiuti la linea non è molto condivisa. Soprattutto per ciò che riguarda le isole ecologiche. Infatti, mentre l’amministrazione Di Girolamo va nella direzione della eliminazione delle isole ecologiche su tutto il territorio comunale, Vinci la pensa diversamente e chiede anzi di ripristinarle. Se ciò non dovesse avvenire allora il suggerimento di Vinci è di chiedere ad Aimeri di mettere a disposizione i suoi dipendenti - visto che le isole ecologiche impiegavano 4 lavoratori - “possibilmente muniti di buona dialettica e professionalità nello sportello informativo, sia per il corretto funzionamento del servizio sia per un vincolo contrattuale che ad oggi tra i tanti viene meno”.
E se Vinci ci va di fioretto, nella critica a Di Girolamo, quelli di Progettiamo Marsala incalzano il sindaco sulla questione morale prendendo spunto dai noti fatti di Castelvetrano.
“Questa politica - dicono all’unisono Enrico Russo e Paolo Ruggieri attaccanti di sfondamento del movimento Progettiamo Marsala - non deve fare come gli struzzi. Il sindaco deve intervenire sulle questioni che riguardano la città e permettere a noi di fare opposizione, non può prendersela per ogni critica. La questione morale interessa la politica. Secondo noi proprio per la questione morale una persona che risulta indagata non aveva senso che rimanesse presidente della commissione finanze”. Il riferimento ancora una volta è al caso di Vito Cimiotta, il consigliere comunale rinviato a giudizio per voto di scambio. “Noi non abbiamo chiesto le dimissioni - continuano Russo e Ruggieri. La situazione rispetto a Castelvetrano è diversa. Ma mentre lì il Pd ha fatto fuoco e fiamme, a Marsala non ha alzato ciglio”. Storie vecchie, trattate mesi fa. Ma che danno a Progettiamo Marsala l’opportunità per stuzzicare il sindaco anche su altri aspetti e porre il dibattito politico ad ampio raggio. Una polemica glocal, il dibattito politico globale, portato nel locale. E così, giù con le trivelle: “ll sindaco che posizione prende sulle trivelle, visto che è del Pd e che i deputati regionali hanno votato contro il referendum?”.
La difesa del sindaco la prende Linda Licari: “Alberto non fa solo foto. Sulle trivelle darà la sua posizione. E’ facile fare propaganda. Su Cimiotta ha preso posizione”.
I portavoce di Progettiamo Marsala poi rilanciano sul confronto Grillo-Di Girolamo. “A bocce ferme, dopo la campagna elettorale, ci si potrebbe incontrare. Ma il sindaco non lo accetta”.
Ma magari Grillo vuole fare questo incontro, vuole tentare una manovra di avvicinamento, per provare ad entrare nel Pd? E non sarebbe nè il primo, nè l’ultimo. Sull’incontro dopo l’Udc anche Linda Licari propone di far organizzare l’incontro a Enzo Sturiano. Il presidente del consiglio comunale negli ultimi tempi si fa vedere ad ogni incontro pubblico con il sindaco, alle conferenze stampa, e pare trattenere l’impeto in attesa di capire se fa parte o meno del Pd. Lui la richiesta l’ha fatta, come tutti gli altri che fanno parte del suo movimento. Ora si sta vagliando se dargli la tessera o meno. E la questione è aperta, più che con il sindaco segretario a metà del Pd, con Antonella Milazzo, deputata regionale dei democratici. Unica marsalese all’Ars, che ha gestito in prima persona la vicenda dei tesseramenti. E che in molti danno come papabile segretaria del Pd a Marsala. Oltre a Vinci, che anche sull’incontro chiesto da Grillo ha pensato di andare nella direzione opposta al sindaco e dire che sì, l’incontro si deve fare. Di Girolamo, che non è uno stratega politico, non la butta in caciara, e aspetta che i piccoli focolai si spengano da soli.

 



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