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21/03/2016 09:00:00

Don Francesco Fiorino: "Il mio appello per una nuova 'Resistenza' a cominciare da Marsala"

 A novembre prossimo compirò 54 anni. Sono passati i miei “migliori anni della mia vita”. Anni di crescita umana e cristiana. Anni di lotte e di “cadute”. Anni di bei ed arricchenti incontri e di “scontri” con chi opera solo per distruggere e dividere. Anni vissuti per cercare di fare del bene a chi vive in difficoltà (senza alcuna distinzione di colore della pelle o di credo). Anni di aperto e deciso contrasto ad ogni forma di spiritualismo intimistico ed egoistico, ad una mentalità mafiosa e di disprezzo della dignità umana.
Ho ancora “energie” da spendere e ringrazio Dio Padre. Desidero quindi appellarmi - con ogni mezzo lecito e possibile - a chiunque leggerà queste pagine per cominciare a realizzare nel nostro Paese (e non solo) una nuova “Resistenza” sociale e culturale a cominciare da Marsala, la città in cui sono nato e maturato come uomo e credente. La città di Marsala è affacciata sul Mediterraneo, da secoli è stata luogo di “incroci”, di “partenze”, di “sbarchi”, di ospitalità e di rigenerazione. Da Marsala è incominciata l’Unità d’Italia. Perché non cominciare da Marsala una nuova “Resistenza” contro ogni forma di ingiustizia, di spreco, di indifferenza, di corruzione, di mafia, di una religiosità magica e falsa, gratificante e disumanizzante?
Ricordo, innanzitutto a me stesso, che il movimento della Resistenza – inquadrabile storicamente nel più ampio fenomeno europeo della resistenza all'occupazione nazifascista – fu caratterizzato in Italia dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici e socio-culturali (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, cattolici, liberali, repubblicani, anarchici), in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), i cui partiti componenti avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra.
Perché una nuova “Resistenza” se il nazifascismo è quasi scomparso?
In buon dizionario troviamo che resìstere significa opporsi a un’azione, contrastandone l’attuazione e impedendone o limitandone gli effetti. Non ci sono ancora “azioni” che continuiamo a subire, delle quali ci lamentiamo in continuazione, ma che non riusciamo ad opporci in maniera convinta, non violenta ed efficace?
Ne elenco solo alcune di queste “azioni”. Chi è interessato a questa riflessione-proposta sicuramente ne aggiungerà altri.
Fino a quando subiremo le violenze e le intimidazioni di chi appartiene alle mafie?
Fino a quando subiremo coloro che utilizzano il potere politico ed economico per fini esclusivamente individuali e di arricchimento?
Fino a quando subiremo lo sfruttamento dei lavoratori da parte di alcuni criminali senza scrupolo?
Fino a quando subiremo l’incompetenza e la mancanza di rispetto di alcuni amministratori e impiegati delle istituzioni pubbliche?
Fino a quando subiremo che la violenza, in particolare contro le donne ed i minori, sotto ogni forma, sia ancora considerata quasi una normalità o peggio un “diritto” per punire e per vendicare presunti torti subiti?
Fino a quando subiremo le parole che intaccano l'autostima e la dignità, che ci fanno scoraggiare? Fino a quando subiremo i maltrattamenti psicologici contrari alla libertà di espressione e di libertà religiosa?
Fino a quando subiremo, come ci insegna Papa Francesco, la “globalizzazione dell’indifferenza” che ci rende estranei e insensibili alle difficoltà ed alle necessità vitali (cibo, istruzione, casa,…) degli altri?
Fino a quando subiremo il carrierismo e l’arroganza di alcuni (anche nelle istituzioni religiose e non solo…) che ambiscono solo alla loro “visibilità” ed apparente ed illusoria “tranquillità” economica?
Fino a quando subiremo lo spreco di denaro e di risorse pubbliche per l’avidità di pochi che utilizzano le istituzioni democratiche per arricchirsi e per mortificare le legittime attese di tanti giovani senza lavoro e “spenti” moralmente?
Fino a quando subiremo la prepotenza di taluni che abusano del Nome di Dio per fomentare odio, guerre, pregiudizi offensivi e/o per opprimere donne e uomini alla ricerca, spesso in buona fede, di pace, di giustizia e di una vita migliore?
Non possiamo continuare a subire e tenere gli occhi chiusi e le coscienze addormentate. Non possiamo solo vedere quello che ci vogliono far vedere. Non possiamo lasciarci condizionare o fermare da chi ha fatto il suo ventre il suo “dio”, o da chi pensa e vive guidato solamente dai suoi ormoni e da sentimenti che variano ogni giorno. O peggio dai sudditi del Male o della propria vanagloria, della propria disperazione alienante.
Chi vorrà “resistere”, sperare e lottare per un mondo più giusto, fraterno e aperto a tutti, risponda personalmente e con convinzione. Attendo fiducioso e so, per esperienza, che qualcosa cambia in meglio se ognuno di noi farà la sua parte. Appena 12 di voi aderiranno a questo “appello” ci incontreremo e incominceremo a “resistere” uniti e con alcune iniziative concrete.
Grazie per l’attenzione e conto su di te.


Don Francesco Fiorino 



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