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14/07/2016 06:30:00

Le spese pazze all’Ars. Ecco da cosa devono difendersi Adamo e Marrocco

Era partita come la maxi inchiesta sul modo di fare politica in Sicilia. L’indagine che scoperchiava un modo di usare i fondi pubblici non proprio rispettoso per i siciliani.
I fondi destinati ai gruppi usati per pagare le mute, per comprare regali, gioielli e giornali. Per comprare gelati e bottiglie di vino. E’ l’inchiesta sulle spese pazze all’Ars, quella che partì due anni fa coinvolgendo quasi 100 persone, tra deputati regionali in carica ed ex, funzionari e politici che guidavano gruppi parlamentari.
Una inchiesta che si è mossa su due filoni. Quella della procura di Palermo, per il reato di peculato contestato ai politici, e quella della procura generale della Corte dei Conti, che invece si è occupata del danno erariale derivato dalle scelte dei politici.
Nel calderone ci finirono anche diversi politici della provincia di Trapani che hanno rivestito ruoli di primo piano all’Ars tra il 2008 e il 2012, gli anni presi di mira dagli inquirenti.
L’inchiesta sui capigruppo si è conclusa con due rinviati a giudizio e un prosciolto. Dovranno dimostrare davanti ad una corte la propria innocenza gli ex deputati regionali Livio Marrocco e Giulia Adamo. Per Paolo Ruggirello invece il Gup ha deciso il proscioglimento, non ci sarà processo per il deputato questore che in quel periodo era capogruppo dell’Mpa.
Giulia Adamo, ex sindaco di Marsala, è stata indagata come capogruppo di diverse formazioni politiche nel corso dei 4 anni di legislatura controllate. Inizialmente le spese da giustificare erano per 500 mila euro, quelle fatte a nome suo, e quelle a nome del gruppo.
L'ex capogruppo di Fli e poi dell'Udc, secondo gli inquirenti, aveva pagato liquori e vini con una assegno da 1.600 euro rimborsato dall’Ars. Sono diversi gli acquisti contestati a Giulia Adamo che sono diventati simbolo di questa inchiesta. Ad esempio i 440 euro per una borsa Luis Vuitton, o le cravatte e carrè di seta “Hermes” per 1.320 euro. Ma anche la borsa bagagli da 145 euro.
“Il GUP di Palermo, con due distinti provvedimenti, ha rispettivamente deciso di prosciogliere l'On.le Adamo da gran parte delle contestazioni alla stessa mosse dai PM (€ 10.700,00) ed ha ritenuto che per altre contestazioni (€ 11.700,00 in cinque anni), sia necessario un ulteriore approfondimento dibattimentale”. Questo è il commento di Luigi Cassata, legale della Adamo, che esprime soddisfazione “per il risultato ottenuto in sede di udienza preliminare e certa che in giudizio, emergerà la correttezza dell'operato dell'On.le Adamo, anche per queste ultime contestazioni".
Giulia Adamo invece si è detta “sorpresa dalla decisione del giudice, che dopo una lunga istruttoria nell ambito dell'inchiesta "Spese pazze all'A.R.S." ha deciso di rinviarmi a giudizio per la somma di circa undicimila euro , sostenuti nel corso dei cinque anni in cui ho ricoperto la carica di Presidente”.
“Ho fatto presente - continua l’ex parlamentare e sindaco di Marsala - con la testimonianza giurata del personale regionale,che nei cinque anni ,non solo non ho mai chiesto rimborsi per le spese sostenute (pagando anche ,durante le missioni , le spese di vitto e alloggio per l'autista)ma NON ho riscosso l' Indennità di funzione spettante al Capo-gruppo ,come avviene per ogni deputato che svolge particolari attività : Presidente di commissione,Questore ecc “.
Il processo comincerà in autunno per la Adamo e per Livio Marrocco, altro politico trapanese rinviato a giudizio. Tra le spese che deve giustificare in aula Marrocco ci sono quei 140 euro per l’acquisto di Diabolik. Anche questi acquisti finiti come simbolo di una inchiesta molto corposa. Marrocco è stato rinviato a giudizio perchè in fase preliminare non è riuscito a giustificare spese per 4612 euro, è stato prosciolto invece per altre spese che ammontavano a 11 mila euro.
Questo, dicevamo, è il procedimento ordinario, volto ad accertare la colpevolezza sul fronte del “peculato”. Nel frattempo la Corte dei Conti ha emesso i primi verdetti. L'ex deputato regionale di Trapani Livio Marrocco, capogruppo di Fli nella scorsa legislatura, dovrà restituire alle casse pubbliche 56.803 euro. La somma è stata stabilita dalla Corte dei Conti, che sta via via esaminando i casi delle cosiddette "spese pazze" all'Ars, cioè le spese fatte dai capigruppo dell'Assemblea Regionale Siciliana nella scorsa legislatura, non funzionali però ai lavori dei gruppi parlamentari. Tra le spese che Livio Marrocco non è riuscito a giustificare ci sono anche 22 numeri del fumetto Diabolik, la revisione di un motore, e un pranzo di Pasqua per sei persone. Marrocco è l'ottavo politico, coinvolto nell'indagine, per il quale la Corte dei Conti ha emesso sentenza. La sentenza della sezione giurisdizionale della magistratura contabile è arrivata a fine maggio ee segue quelle a carico diBufardeci, Musotto, Leontini, De Luca, Maira, Fiorenza e Antonello Cracolici. L'attuale assessore regionale all'agricoltura, ai tempi capogruppo del Pd all'Ars, è stato condannato a restituire 346.000 euro. Mentre per Giulia Adamo i giudici contabili non si sono ancora pronunciati.