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15/09/2016 06:00:00

Sanità, Gucciardi e Crocetta al contrattacco: "Non faremo tagli"

14,30 -  Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta e l'assessore alla Salute, Baldo Gucciardi hanno avuto un lungo confronto per affrontare la questione del piano sanitario. Nel corso dell'incontro, è stato ribadito che il governo regionale non intende operare nella logica dei tagli, ma per il potenziamento dell'offerta sanitaria e per il rafforzamento delle strutture mediante la loro riorganizzazione. “Nelle nostre linee di piano, - dicono Crocetta e Gucciardi – la regione siciliana è l'unica regione italiana che ha operato la scelta, condivisa dal Ministero della Salute, degli Ospedali riuniti che di fatto ha impedito la chiusura di tanti piccole strutture. Su questo vogliamo essere chiari, se i
tanti piccoli ospedali, alcuni in zone di forte disagio, non hanno chiuso è perchè noi ci siamo opposti. I siciliani però – aggiungono - non hanno bisogno di una sanità serie B ma di
eccellenza, ed è in questa logica che una Regione che si trovava al penultimo posto per i livelli essenziali di assistenza, ora è al 9° posto. Uno sforzo che deve continuare”. L'ipotesi non è quella delle chiusure, ma di un rafforzamento dei presidi, con la specializzazione dei medesimi e la realizzazione di una rete che possa offrire, in un territorio ,tutti i servizi diversificati e di alta qualità indispensabili alla salute dei cittadini. “Smentiamo categoricamente che sia stato approvato da governo e assessorato un piano di dettaglio sulla rete ospedaliera. Le ipotesi tecniche - continuano - derivanti dall'applicazione semplicistica del decreto Balduzzi, non ci appassionano. Riteniamo che la sanità non si possa gestire con i soli tecnicismi, ma serve una nuova rete frutto del confronto con i manager, gli operatori sanitari, i sindaci, il parlamento, le organizzazioni sindacali e il Ministero”.
L'assessorato alla Salute sta sentendo tutti i manager, nei prossimi giorni si avvierà un confronto collegiale con i medesimi e il governo rappresenterà che la logica dell'azione sanitaria non dovrà riguardare solo i grossi centri, ma anche le periferie e piccoli comuni. “Il servizio sanitario, infatti, deve tener contro di tutto il territorio e anche le strutture, oggi marginali, possono avere attribuiti servizi di alta qualità fruibili da tutto il territorio. Ci sono criticità derivanti dai tagli, ma abbiamo avuto rassicurazioni dal governo nazionale che ci sarà grande rispetto per la Sicilia in relazione alla qualità servizi. E' urgente inoltre far partire i concorsi, che non possono continuare a rimanere bloccati. Su questo abbiamo aperto un proficuo confronto col governo nazionale che, come noi, si rende conto dell'impossibilità di offrire servizi di alta qualità in presenza di carenze inaccettabili nelle piante organiche. Non esiste una rete definita e diciamo basta alle polemiche e alle strumentalizzazioni della politica. Il piano sarà il frutto di una condivisione ampia e diffusa, di una partecipazione democratica che vedrà tutti i potenziali attori coinvolti tenendo conto però, che l'esigenza di rafforzare la qualità dei servizi, non può più essere rinviabile. Abbiamo un obiettivo, quello di elevare la qualità dell'offerta sanitaria, abbiamo già raggiunto grandi risultati, ma vogliamo crescere ancora con una corretta programmazione nei territori senza una logica di accentramento, bensì di una diffusione territoriale ampia, ma di qualità. A nessuno serve, e principalmente ai cittadini, avere servizi depotenziati in strutture che non riescono a dare, nei casi di urgenza, quelle risposte che decidono della sopravvivenza di un uomo o una donna. Dopo questa nostra presa di posizione – concludono Crocetta e Gucciardi - si ponga fine alle polemiche e si avvii un confronto necessario che porterà a una razionalizzazione e condivisione delle scelte. Su questo tema, per la prossima settimana - martedì alle ore 11 – è previsto un incontro con la coalizione, giovedì - ore 11 - con tutti i manager, che intanto stanno già lavorando a delle proposte”.

07,00 -  Non si è fatto in tempo a mettere mani al Piano Sanitario Regionale “provvisorio”, come tiene a sottolineare l’assessore alla sanità, Baldo Gucciardi, che le critiche sono arrivate da più parti e senza esclusioni di colpi.
Da Palermo a Catania, passando per Mistretta fino a Trapani, il caso sanità è l’argomento del giorno. Da politici a direttori aziendali a, persino, Fiorello la voce è unanime: la sanità pubblica non si smantella.
A Cefalù l’ospedale Giglio subirà un depotenziamento importante e finiranno così nel cestino tutti gli investimenti, pagati con soldi pubblici, di oltre 5 milioni di euro, per il reparto di terapia intensiva e di rianimazione che non faranno in tempo ad essere inaugurati per essere poi non operativi a causa della soppressione del reparto di cardiologia e di oncologia. Il Giglio di Cefalù verrà smantellato perché diventerà un presidio di base, sarà depotenziato insieme ad altri in tutta la Sicilia come quello di Mistretta, Salemi, Marsala. Bisogna evidenziare, però, che la struttura di Cefalù è un ospedale che da sempre ha beneficiato di soldi pubblici, nonostante il nosocomio abbia come azionisti dei soggetti privati, e in quel presidio si sono verificate delle assunzioni di personale amministrativo senza concorso ma a chiamata diretta, ritrovandosi adesso con degli esuberi che non sanno dove e come collocare.
Il Piano Sanitario Regionale “ provvisorio” non vedrà la luce, è tutto bloccato: lo chiede Crocetta, lo chiede Roma, lo chiedono gli alleati di NCD che hanno ottenuto dal Ministro della Sanità, Lorenzin, la riapertura dell’interlocuzione. C’è chi ha chiamato in causa anche Renzi.
Il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, chiede uno stop immediato a questo piano e chiede che si inizi a dialogare rispettando quelle che sono le peculiarità del territorio siciliano, lo chiede a Gucciardi ma lo chiede anche al Ministro Lorenzin.
Nulla di fatto, ma le figuracce quelle si, ci sono. Eccome se ci sono.
Tutti scontenti, insomma, e ancora di più lo sono i vescovi della Conferenza Episcopale siciliana che hanno emanato un documento forte dove, nero su bianco, si indica "minacciato il diritto alla salute dei cittadini".
Chiamato a dire la sua l’Assessore alla Sanità, Baldo Gucciardi, si dice pronto ad un approfondimento e ad un confronto con le categorie di settore, i sindacati, i sindaci, i consigli comunali, i parlamentari per mirare ad aumentare la qualità dell’offerta sanitaria.
E a Marsala cosa accadrà? Marsala dovrebbe essere un presidio di base con tutti i reparti unità semplice ad eccezione di 4 unità complesse. Qualcuno, però, dovrebbe anche spiegare perché dei nostri reparti dovrebbero diventare delle unità semplici quando numericamente, con dati alla mano, si effettuano più prestazioni di Trapani, è il caso ad esempio di oculistica con 5000 prestazioni annue con pazienti che arrivano direttamente dalla cittadina trapenese per interventi di cataratta.
Ma dall’assessorato regionale ci fanno sapere che Marsala non perderà nulla, anzi, verrà potenziato il nosocomio.
Qualcosa non quadra, troppe sono le criticità e le perplessità evidenziate dai medici e dalla politica in questi giorni. Di ora in ora arrivano aggiornamenti.
Abbiamo raggiunto l’Assessore Regionale, Gucciardi,  il quale ci dice che "l’interlocuzione con Roma c’è da quando si è insediato e non solo da adesso. Al momento - afferma Gucciardi - nessuna proposta di piano definitivo è stato discusso ma siamo sul “provvisorio” e anche i Direttori Generali delle varie ASP faranno la loro parte con dei consigli-opinioni sull’operato dei singoli ospedali e dei reparti".
Quello che preme sottolineare, però, all’assessore Guccciardi è che "lo spauracchio eccessivo secondo cui non si stia tutelando la salute del cittadino è un terrorismo mediatico che nulla ha a che vedere con la centralità del Piano Sanitario Regionale che, al contrario, pone come indispensabile il potenziamento del diritto alla salute con un aumento di 1800 posti letto in più in tutta la Sicilia. Una sanità - dice Gucciardi - al passo con i tempi con nulla da invidiare a quella dell’Emilia Romagna".
"Le cure - conclude l’assessore - andranno somministrate con la valutazione del tempo e della distanza secondo scienza medica, non approssimando una cura, ma cercando di assicurare al cittadino-paziente la migliore assistenza in considerazione che non è più possibile avere gli ospedali sotto casa"-
Ecco, forse quello che è mancata, in verità, è l’interlocuzione con il cittadino, con l’ammalato che ha gli occhi pieni di paura in queste settimane, quest’ultimi non se ne fanno nulla di termini scientifici presi in prestito dall’inglese, a loro interessa sapere, nero su bianco, che cosa accadrà alla salute di ciascuno.
E in uno Stato sempre più traballante l’unica certezza di un diritto alla salute sembra l’isola che non c’è. Non basta parlare di ottimizzare la spesa, di razionalizzare il percorso spazio/tempo. All’ammalato, ai suoi occhi, quelli che i manager e tutti gli assessori del mondo non hanno mai guardato realmente, poco o nulla importa di tutto ciò.
E’ stato più volte ribadito come bisogna dire stop alla politica della sanità portata avanti da Cuffaro. Eppure bisognerebbe ricordare al Pd come certi manager di Asp c’erano con Cuffaro e ci sono anche ora. Cuffaro sembra diventato il capro espiatorio di ogni male siciliano, nessuno che si addossi mai le proprie responsabilità.
Bisogna sempre però guardare l’altro lato della medaglia e con schiettezza riconoscere che spesso i medici tutti, di qualunque ordine e grado, tra i reparti dovrebbero litigare meno e lavorare secondo scienza e coscienza. I politici hanno sistemato da sempre medici e amministrativi a destra e manca perché tale era la domanda.
Quando davvero si cesserà di chiedere al potente di turno il trasferimento x, il primariato y, la sistemazione di Tizio o di Caio, e quando il politico la smetterà di dare seguito a queste richieste ecco che già la direzione sarà quella giusta.
Troppo semplice  affermare che la colpa adesso sia solo dell’attuale assessore alla Sanità, Baldo Gucciardi. Oggi la sanità paga lo scotto di anni interi di politiche clientelari. Speriamo solo che a pagare, come sempre, non siano i cittadini che della sanità pubblica hanno necessità e non certo per farsi un giro in giostra.

Rossana Titone