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12/11/2016 02:00:00

Mafia: Messina Denaro non sapeva nulla dell'omicidio Lombardo avvenuto a Partanna

Matteo Messina Denaro non sapeva nulla dell’omicidio di Salvatore Lombardo avvenuto a Partanna il 21 maggio 2009. Emergerebbe questa verità dalle dichiarazioni di Attilio Fogazza, uno degli ultimi collaboratori di giustizia che di recente ha rivelato i retroscena e le fasi di quell’omicidio di mafia, voluto da Domenico Scimonelli, considerato dagli inquirenti personalità di spicco della criminalità organizzata e uomo bancomat a disposizione del latitante numero uno di cosa nostra. Fogazza ha raccontato ai magistrati di avere saputo che qualcuno “stava andando a Castelvetrano per comunicare chi era stato l'autore dell'omicidio a Gaspare Como, perché il boss lo voleva sapere”. Como è il cognato del latitante, marito di una delle sorelle. Scimonelli già in carcere per altri reati di mafia avrebbe voluto la morte di Lombardo perché quest’ultimo era andato a rubare al suo supermercato. A parlare agli inquirenti dell’omicidio di Lombardo, dei suoi rapporti con Scimonelli, e dei rapporti di quest’ultimo con Messina Denaro, è uno degli autori dell’omicidio, il 44 enne Attilio Fogazza, titolare di una concessionaria a Salemi che, secondo quanto riferito ai magistrati, su indicazione di Scimonelli, assieme a Nicolo Nicolosi, quella sera di maggio era in auto mentre il killer (Nicolosi) faceva fuoco su Lombardo. Secondo quanto raccontato da Fogazza, Messina Denaro sembrerebbe quasi talmente poco interessato a quello che accade intorno e tanto alla sua latitanza che solo ad omicidio compiuto si è interessato di sapere chi avesse ucciso quell’uomo a Partanna.

Nei giorni scorsi sulla latitanza del boss di Castelvetrano e sulle possibili insospettabili coperture si è appreso che i Carabinieri di Marsala avrebbero redatto, oltre dieci anni fa, un'informativa su una presunta rete segreta di personaggi potenti ed insospettabili del trapanese che avrebbero favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro. Questa informativa però, per motivi del tutto ignoti, non sarebbe mai stata trasmessa alle Autorità Giudiziarie. Lo sostiene il portavoce al Senato M5S e componente della Commissione parlamentare Antimafia Mario Michele Giarrusso. "Soltanto poche settimane fa, sarebbe stata consegnata alla Procura della Repubblica di Palermo dal generale dei Carabinieri Niccolò Gebbia, oggi in pensione", prosegue Giarrusso, il quale rende noto che l'M5S ha presentato un'interrogazione parlamentare nella quale chiede ai Ministri della Giustizia, dell'Interno e della Difesa, "se non ritengano opportuno fare luce al più presto sull'insabbiamento dell'informativa". Inoltre, continua Giarrusso, abbiamo richiesto alla Presidente della Commissione Antimafia di acquisire l'informativa dagli organi competenti che attualmente la detengono e di audire quanto prima il Generale Gebbia "per comprendere se tale insabbiamento abbia favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro”.