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17/11/2016 22:00:00

Trapani, la corte d'appello conferma l'assoluzione per l'ex direttrice del conservatorio

La corte d'appello di Palermo ha confermato l'assoluzione per Lea Pavarini, ex direttrice del conservatorio "Antonio Scontrino" di Trapani, e ridotto la condanna di Angelo Gambino, ex direttore amministrativo dell'istituto musicale, da due anni e otto mesi a due anni. Entrambi erano accusati di peculato. Gambino è stato condannato per uno soltanto dei tre episodi che gli erano contestati. Il procedimento scaturisce da due delibere, adottate il 13 dicembre del 2006 ed il 25 ottobre dell'anno successivo, dal consiglio di amministrazione dell'ente, con le quali veniva autorizzata l'erogazione di somme per incarichi aggiuntivi a favore degli imputati e di alcuni collaboratori. Somme che, secondo gli inquirenti, non avrebbero dovuto essere versate. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Basilio Milio e Gioacchino Sbacchi.

IMMIGRAZIONE - Sono un soldato. Sono fuggito dal mio paese per salvarmi e adesso temo per la mia vita”. Bakary Bamba ha 25 anni e arriva dal Gambia. Ai giudici ha raccontato il suo lungo viaggio attraverso l’Africa, Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger, Libia. E poi la traversata in mare aperto, a bordo di un gommone, insieme con altri cento disperati, e la paura di non farcela. Se dice la verità o mente saranno i giudici a stabilirlo. Bakary Bamba è chiamato a rispondere di favoreggiamento e sfruttamento dell’immigrazione clandestina. È accusato di avere pilotato insieme con altri cinque extracomunitari tre gommoni, soccorsi nello scorso mese di gennaio nel Canale di Sicilia con oltre trecento migranti a bordo. Bamba nega di avere fornito assistenza ad un altro dei sei imputati maneggiando la bussola. Se lui nega, gli altri invece ammettono di avere pilotato le imbarcazioni. “E’ vero”, ha detto Omar Sowe, 19 anni, originario del Gambia. “Sono stato costretto. Mi hanno detto che se non avessi portato la barca mi avrebbero ucciso. Ho provato ad oppormi spiegando che non ero in grado di farlo ma non mi hanno creduto. Mi hanno colpito con una scarica elettrica e sono caduto a terra. Allora ho accettato di prendere il timone”. Anche Lamin Jatta, 23 anni, originario del Gambia, ha ammesso di avere pilotato uno dei tre gommoni. “Sono stato costretto perché altrimenti mi avrebbero ucciso”, ha detto. E come lui ha fatto anche Lamine Fofana, 24 anni, originario della Costa d’Avorio che lo affiancò gestendo la bussola. Prima di loro anche gli altri due restanti imputati, Cheikaya Dieng e Cherno Jallow, sentiti dal Tribunale nella precedente udienza, avevano ammesso di avere pilotato uno dei tre gommoni. “Siamo stati costretti a farlo”, hanno detto. Il processo si avvia ora verso la sentenza. Il prossimo 29 novembre sono previsti la requisitoria del pubblico ministero Antonio Sgarrella e gli interventi dei difensori, gli avvocati Agatino Sgaringi, Maurizio Lo Presti, Giuseppina Stampa, Chiara Bonafede e Stefano Pellegrino. Nella stessa giornata i giudici potrebbero ritirarsi in camera di consiglio

OMICIDIO CURATOLO - Il teste non si presenta in aula e i giudici ne dispongono l’accompagnamento coattivo. Teodoro Catanzaro sarà condotto dai carabinieri il prossimo 16 gennaio presso il Palazzo di Giustizia di Trapani per deporre nell’ambito del processo a carico di Antonio Braccino, chiamato a rispondere dell'omicidio di Daniele Curatolo. Il teste, regolarmente citato, non si è presentato ieri in aula non adducendo alcuna giustificazione. Non s’è presentato neanche Andrea Evangelista. Dagli accertamenti è emerso che il teste è deceduto un anno fa. Il pubblico ministero Rossana Penna ha quindi prodotto il verbale delle dichiarazioni rese in fase di indagini. Era invece regolarmente presente in aula il terzo teste, Vito Mauro, che nel corso della breve audizione ha confermato di avere svolto per conto dell’imputato alcuni lavori di riparazione di una pala meccanica