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17/12/2016 07:15:00

Bambina nata con pene all’Ospedale di Castelvetrano. Assolti cinque medici

 Sono stati assolti i cinque medici del reparto di Pediatria dell’Ospedale di Castelvetrano finiti sotto processo per un singolare caso di “malasanità”. Quello che nel giugno 2009 vide nascere nel nosocomio castelvetranese una bambina che aveva anche il pene. Ciò a causa di una rara malattia: la SAG (Sindrome Adreno Genitale). Una malattia che, secondo l’iniziale accusa, non fu diagnosticata in tempo. Adesso, però, anche su richiesta del pm, il giudice Lorenzo Chiaramonte ha assolto i cinque medici: Giuseppina Giarraputo, all’epoca dei fatti (2009) primario del reparto, nonché i colleghi Salvatore Bertolino, Antonino Leggio, Grazia Como e Carmela Parisi. L’accusa era lesioni colpose. Per il giudice, però, “il fatto non sussiste”. La vicenda risale al giugno 2009, quando all’Ospedale di Castelvetrano nacque prematuramente quello che a prima vista era sembrato un bambino. Una decina di giorni dopo, però, a seguito di analisi del sangue, i medici ipotizzano la “Sag” e disposero il trasferimento all’Utin del Civico di Palermo, dove furono effettuati ulteriori esami (come l’analisi cromosomica) che confermarono la diagnosi. Con una terapia ormonale, però, nel giro di qualche mese il pene sparì. A difendere i cinque imputati sono stati gli avvocati Franco Messina, Davide Salamone, Giuseppe Ferro, Marcello Consiglio e Marco Siracusa. “Prima dell’inizio del processo penale – dichiara Franco Messina - avevamo segnalato alla Procura che il capo d’imputazione fosse il frutto di errori e di insufficiente valutazione medico scientifica del caso raro e della sua imprevedibilità, avevamo depositato una relazione di perizia di un luminare che confutava quella avversa del consulente del PM. Inutile aver richiesto un’archiviazione delle accuse evidentemente compromesse da palesi vizi ed errori plateali, si è dovuto attendere altri due anni per ottenere piena giustizia per la mia cliente ex responsabile del reparto, alla quale finalmente è stata restituita la serenità e la dignità professionale”.