L'Ars ripristina il contributo di solidarietà. O meglio, mette finalmente una "tassa" sui vitalizi degli ex deputati - e dei loro congiunti - che negli anni scorsi c'era stata sì, ma aveva colpito solo le "pensioni" più elevate, oltre i 90 mila euro annui: appena una ventina di titolari di assegni (escluse vedove ed eredi di ex parlamentari) avevano pagato fra il 2004 e il 2006 cifre irrisorie. A differenza di ciò che accade in altre otto Regioni, dove il contributo viene versato praticamente da tutti gli ex consiglieri.
Il consiglio di presidenza dell'Assemblea, nei prossimi giorni, si adeguerà a una nuova delibera dell'analogo organismo della Camera. Il contributo sarà del 10% per i vitalizi da 70mila a 80mila euro, del 20% da 80mila a 90mila euro, del 30% da 90mila a 100 mila euro e del 40% per quelli superiori ai 100mila euro annui. In pratica, la tassa si applicherà ai deputati regionali con più di 5.800 euro mensili (lordi) di pensione. La platea dei "contribuenti", fra gli ex parlamentari regionali, si allarga.
"Ci adegueramo alla decisione della Camera. Quella presa oggi, al di là dei populismi - dice il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone - è la soluzione piu' ovvia, all'interno di un percorso corretto di rispetto delle regole, e per questo da me più volte auspicata, quando ho chiesto che per un'omogeneizzazione dei sistemi previdenziali in tutta Italia fosse necessario un'interlocuzione tra le Regioni e il parlamento nazionale".