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12/04/2017 06:00:00

Castelvetrano 2017, Pompeo: “Nel ’92 evitai l’onta dello scioglimento per mafia”.

 La seria possibilità che il comune di Castelvetrano possa essere sciolto per mafia, non impedisce alla politica di vivere la propria campagna elettorale. La speranza trasversale è che gli ispettori inviati dal ministero degli Interni facciano presto. Tutti concordano che uno scioglimento sarebbe deleterio, soprattutto dopo le elezioni amministrative dell’11 giugno, anche per l’impiego di denaro pubblico necessario a realizzarle.

L’8 aprile scorso si è svolta quindi la conferenza stampa per la presentazione della candidatura a Sindaco di Gianni Pompeo, espressione della coalizione composta dal Partito Democratico, Città Nuova, Obiettivo Città, Castelvetrano Avvenire e Psi.

Il sindaco lo so fare – ha detto Pompeo – per averlo fatto per 3 volte”. Una candidatura nata su stimolo di Vito Li Causi “che poco prima della sua morte – racconta – mi ha chiesto di ricandidarmi, dicendomi che la città aveva ancora bisogno di me”.

La sua sede elettorale, nella centralissima piazza Matteotti, è stata battezzata “sala delle lavagne” da Giacomo Bonagiuso, filoso e regista teatrale che ha moderato la partecipata conferenza. 10 lavagne, dove col gessetto sono stati scritti i temi che faranno parte del programma che verrà presentato più avanti ai cittadini, dopo averlo concordato con tutti coloro che vorranno partecipare alla “fase dell’ascolto”.

 

Pompeo ha spiegato che nel 1992 si dimise da sindaco in seguito agli eventi giudiziari di allora (che travolsero la Dc locale, ndr), “Evitando alla città l’onta dello scioglimento per mafia” e ha ricordato come nel 2008 i fiancheggiatori del boss, intercettati, parlassero di lui come di “un morto che cammina”.

Secondo Pompeo, il percorso virtuoso iniziato con Beppe Bongiorno negli anni ‘90, sarebbe stato interrotto da Errante e, come sostengono tutti i rappresentanti della sua coalizione, “c’è bisogno di riportare Castelvetrano alla normalità”.

Non si può continuare a dire alla gente che non ci sono soldi. E’ il segnale peggiore che un sindaco può dare alla sua città – ha sottolineato - Ci sono fondi comunitari. E chi vi parla ha dato dimostrazione di saper intercettare le somme comunitarie per avere le risorse necessarie a sviluppare la città”.

In effetti, molte opere sono nate da fondi europei arrivati durante la sua amministrazione, che portarono Castelvetrano al primo posto in Sicilia per finanziamenti ottenuti.

Uno dei progetti (finanziato dall’Europa, ndr) a cui sono molto affezionato – ha ricordato Pompeo - è il sistema delle piazze, in cui si è realizzato un centro storico veramente appetibile che ci viene invidiato da chi viene da fuori. Una delle lagnanze dei cittadini è che sia morto, vuoto. Certo, noi abbiamo fatto l’impianto scenico, ma occorre sviluppare un sistema di incentivi per coloro i quali orbitano attorno al sistema delle piazze. Anche il teatro Selinus può diventare il centro primario di attrazione, come lo era quando io ero sindaco di questa città, con la scuola di teatro di Giacomo Bonagiuso”.

Ad ogni modo, le parole chiave, secondo il segretario del Pd Monica Di Bella, sono “idealità e praticità amministrativa”, con la necessità di avere un consiglio comunale competente. Impostazione condivisa da tutte le forze della coalizione.

 

Era presente anche Baldo Gucciardi, assessore regionale alla sanità, che è andato dritto al punto: “Sono qui per Castelvetrano e sono qui per il mio amico Gianni Pompeo. Castelvetrano rimane una dimensione strategica del mio impegno in politica. Questa città ingiustamente ferita ha bisogno di tutti noi”. Intervento breve ma intenso, soprattutto quando ha detto: “Sarò con voi ogni giorno, anche per sostenerti con il porta a porta”.

 

Pompeo ha risposto poi alle domande dei giornalisti. Abbiamo fatto la nostra, che riportiamo di seguito.

 

D: C’è il rischio di ricevere l’appoggio di alcuni grandi elettori, imprenditori, che poi magari vengono raggiunti da provvedimenti di sequestro di beni per mafia? Oggi il momento è molto delicato e certamente non ci si può sempre lamentare di essere nell’occhio del ciclone, quando le cose poi emergono. Per evitarlo, metterà un’attenzione maggiore visto che, anche per essere stato già più volte sindaco, conosce meglio di molti altri il territorio e meglio di molti altri può sentire l’odore della mafia in alcuni imprenditori o grandi elettori?

 

R: Ho vissuto quasi sempre a Castelvetrano, dove ho fatto per 10 anni e mezzo il sindaco di questa città e ritengo di conoscere le persone, ma a volte qualche sorpresa c’è. Può capitare che venga fuori che qualcuno sia indiziato di mafia o che la sua attività sia frutto di riciclaggio di denaro mafioso. Se tutti i mafiosi indossassero la tuta nera, sarebbe tutto più facile.

Io posso garantire però che starò ben attento.

Quando mi fu proposto Enrico Adamo come assessore, da parte del Pdl, lo accettai perché si trattava di un giovane laureato, che stava in mezzo agli altri giovani in maniera tranquilla e serena. Da sindaco controllavo quante più cose possibili, lavoravo dalla mattina alla sera, ma leggevo i provvedimenti dirigenziali e tutte le delibere di giunta, dal primo all’ultimo rigo. Posso dire in tutta coscienza, con assoluta serenità e tranquillità che, anche se oggi Enrico Adamo è oggetto di inchieste giudiziarie che purtroppo l’hanno colpito, posso garantire con assoluta convinzione che nel periodo in cui è stato con me, non si è fatto protagonista di infiltrazioni di tipo mafioso. Questo lo dico perché sono sicuro degli atti che ho approvato e dell’attenzione che mettevo.

Certo, ci sono persone al di sopra di ogni sospetto che possono essere coinvolte, ma nessuno è in grado di poter dare dei giudizi anticipati. In questa città ci sono imprenditori che hanno lavorato per tantissimi anni per la pubblica amministrazione, che erano addirittura tutelati da una lista che veniva filtrata da chi di dovere per potere essere controllati anche dalla prefettura, che hanno avuto appalti comunali anche fuori Castelvetrano e che oggi si scopre che si tratta di personaggi in odore di mafia.

Io credo allora che un amministratore avrebbe la necessità di essere tutelato. Un’ informativa al sindaco da parte degli inquirenti, anche a carattere riservato, potrebbe portarmi ad intervenire per evitare che avvengano queste cose.

 

Egidio Morici



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