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05/05/2017 06:10:00

Marsala, altre due vittime degli abusi sessuali del pastore evangelico...

 Pastore della chiesa evangelica di Marsala accusato di abusi sessuali su delle ragazze: altre due “vittime” confermano. 
 
Altre due vittime hanno confermato le accuse nel secondo “incidente probatorio” tenutosi davanti al gup Riccardo Alcamo nel procedimento che lo scorso 1 febbraio è sfociato negli arresti domiciliari, con l’accusa di abusi sessuali su minorenni, del 67enne trapanese Salvatore Lipari, pastore della Chiesa evangelica pentecostale di Marsala.

Le prime due vittime erano state ascoltate lo scorso 28 aprile. Nel frattempo, è emerso anche un particolare curioso. Il pastore, infatti, affermando, o facendo intendere, di essere ispirato da Dio o dallo Spirito Santo, durante alcuni riti, avrebbe parlato una incomprensibile lingua, dicendo poi che era aramaico, ovvero la lingua che si parlava ai tempi di Gesù. Naturalmente, non lo capiva nessuno. Come ha detto di non capire cosa dicesse neppure una delle quattro ragazze presunte vittime, che studia lingue straniere. E tra queste anche l’arabo.

L’incidente probatorio (interrogatorio a porte chiuse) “cristallizza”, rendendole definitive ai fini processuali, le dichiarazioni di vittime e testimoni.

Presenti avvocati difensori e i legali delle “parti offese”, a porre le domande, nell’aula “Borsellino”, sono stati sia il gup Alcamo che il pm Niccolò Volpe, che ha coordinato l’indagine dei carabinieri della sezione di pg della Procura, comandati dal maresciallo Francesco Pellegrino. Nello stesso procedimento sono rimaste coinvolte, con l’accusa di favoreggiamento personale, due donne, M.C. e T.C., che sono madre e zia di una delle quattro ragazze che hanno denunciato il pastore.

“Siete possedute da spiriti maligni – avrebbe detto il Lipari alle giovani - ma con le mie mani io vi libererò”. E con questa scusa, ne avrebbe abusato sessualmente per anni: dal 2009 al 2015. L’accusa contestata è, infatti, violenza sessuale aggravata e continuata. “Avete il Diavolo tra le gambe”, o qualcosa del genere, avrebbe detto Lipari alle giovani fedeli. E per “liberarle” le avrebbe palpeggiate nelle parti intime, facendo credere loro che quelle “pratiche” erano “necessarie” per scacciare il “maligno”.

L’indagine, intanto, non sarebbe ancora conclusa. Si sospetta, infatti, che altre ragazze possano essere state abusate, ma non hanno ancora avuto il coraggio di parlare uscendo allo scoperto. Il gup Alcamo, intanto, ha deciso di nominare una psicoterapeuta che dovrà accertare se le ragazze che accusano Lipari possano aver raccontato questi fatti in quanto, eventualmente, in qualche modo suggestionate o influenzate.