Si spacciava per emissaria della “primula rossa” di Cosa Nostra, il boss latitante Matteo Messina Denaro, per imporre un “pizzo” da 200mila euro a un imprenditore della provincia di Enna. Con questa accusa la polizia di Stato, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Dda di Caltanissetta, ha arrestato una dipendente del Comune di Valguarnera, Maria Gabriella Arena, 51 anni.
È stata catturata subito avere incassato, nel centro commerciale di Dittaino, 25 mila euro come anticipo della “tangente”. La donna aveva contattato l’imprenditore chiedendo, a titolo di “protezione”, una percentuale del fatturato annuo della sua attività aggiungendo che la richiesta proveniva dal “noto soggetto”, il superlatitante Matteo Messina Denaro.
L’imprenditore aveva anche ricevuto una mail con gravi minacce anche per i suoi familiari. La donna aveva chiesto 25 mila euro mensili. Maria Gabriella Arena è stata arrestata ieri mattina, subito dopo che l’imprenditore aveva consegnato in una busta la somma richiesta.
Credendo di dovere ritirare l'acconto concordato si e' presentata nella zona industriale Dittaino dove le e' stata consegnata la busta con la somma. A registrare tutto, pero', c'erano gli agenti della Squadra mobile di Enna che si erano appostati e che hanno bloccato e arrestato la cinquantunenne appena ha riposto la busta nella borsa. Contestualmente sono scattate le perquisizioni nell'ufficio comunale dove e' impiegata e nella sua abitazione. A coordinare le indagini della Squadra mobile che hanno portato all'arresto dell'impiegata, e' stata la Dda di Caltanissetta. L'operazione battezzata "ShakeDown" ha accertato che la donna aveva chiesto la somma di 200 mila euro al mese come percentuale del 5% sul fatturato dell'imprenditore. Arena e' stata rinchiusa in un carcere siciliano.