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08/08/2017 06:00:00

Scrive Eleonora Lo Curto, sulle prossime elezioni regionali in Sicilia

 Se Renzi dribbla sulle elezioni in Sicilia e Miccichè fa lo slalom tra intransigenti di destra e poltronisti di centro è perche entrambi sono consapevoli dell’importanza delle prossime elezioni regionali per le successive politiche.

Renzi minimizza sulla scelta del candidato alla Presidenza della regione e non dà il via libera a Faraone, perché sa che la sicura sconfitta elettorale del “ suo uomo “ in Sicilia equivarrebbe ad una sua ulteriore personale sconfitta.

Dopo l’arrogante e fallimentare tentativo di modificare la Costituzione al solo scopo di nullificare il ruolo del Parlamento e farne strumento del suo esclusivo potere e dopo aver subito lo stop alla legge elettorale su cui i grillini sembravano convergenti Renzi ha dovuto imparare, seppure a fatica, l’arte della prudenza. In realtà, fallita la possibilità della candidatura del Presidente Grasso, tutto questo finto fair play politichese lascia chiaramente intravedere che la centralità della Sicilia per il futuro governo dell’Italia è tanto importante che Renzi preferisce perdere con Crocetta piuttosto che perdere definitivamente la faccia con il suo più fedele seguace che, per l’appunto è Farone.

Dall’altra parte dell’universo politico Gianfranco Miccichè, al di là delle dichiarazioni emerse in questi giorni,a mio giudizio, sta davvero provando a mettere insieme le tessere del mosaico di una coalizione che potrebbe far riguadagnare la vittoria al centro destra. Tra i mugugni della Meloni e i proclami di Salvini il segretario di FI sa che vincere in Sicilia anche con Musumeci significa gettare le basi per il rilancio di una politica liberale che a livello nazionale può tornare a dire autorevolmente la sua. In particolare Miccichè sa di non potersi assumere la responsabilità di un’ulteriore sconfitta in Sicilia. Alfano rappresenta comunque un tesoretto di voti il cui valore potrebbe essere determinante per la conquista di palazzo D’Orleans e Gianfranco Micciche sa che questa è una partita che si può vincere anche con un semplice trentatré/trentaquattro per cento. Di questo è ben consapevole Nello Musumeci che ringrazia quanti si stanno adoperando per allargare anche al centro la coalizione . Insomma al di là di ciò che appare la costruzione di un centro destra siciliano in cui è strategico il ruolo di FI appare una via percorribile per strappare la vittoria ai grillini che debbono fare i conti con la manifesta incapacità di governo che è sotto gli occhi di tutti, a partire da Roma e in tutte le città nelle quali hanno vinto elezioni con i loro sindaci. Mi permetto di aggiungere tra l’altro che la recente bocciatura di tutti i candidati a sindaco presentatisi con la bandiera 5 stelle è il sintomo evidente che l’incantesimo e la magia affabulatrice dell’ex comico convertitosi alla politica dell’antipolitica cominciano a non funzionare più. Fa specie la doppia morale di Grillo che, da novello inquisitore agita la forca contro i politici indagati e senza attendere processi ed eventuali condanne definitive è pronto a mandare tutti dal boia, ma quando si tratta dei propri sindaci e deputati ( Raggi docet… come pure il caso delle firme false alle elezioni di Palermo…) cambia addirittura il regolamento del movimento pur di salvarli. Nel tentativo di celebrare l’apologia dell’antipolitica , tra finte consultazioni attraverso la rete ( tanto decide lui chi e quanti hanno diritto al voto come per il caso Genova ) ed espulsioni dei dissidenti , Grillo ha inaugurato una spaventosa stagione di neo autoritarismo unito all’incapacità di governo, alle bugie e alle mistificazioni ( i deputati si sono ridotti gli emolumenti salvo poi decuplicare i loro guadagni attraverso la lista dei rimborsi spesa) che spero proprio faccia venire la pelle d’oca a quanti inizialmente gli avevano dato fiducia. In realtà anche i non avvezzi alla politica hanno capito che urlare , denunciare ciò che non funziona , alzare barricate contro le storture del sistema e l’inadeguatezza della classe dirigente è facile .Ben più difficile è sviluppare azioni di governo che servono a creare benessere, servizi , occupazione. Alla prova dei fatti i grillini hanno dimostrato tutta la loro incapacità e continuano , laddove governano , a non produrre né idee né fatti e a nominare fedelissimi nei posti di potere anche in barba ai principi di trasparenza e legalità che invece avrebbero dovuto essere l’emblema di una nuova fase storica e politica. Ecco perché penso che dopo il disastroso governicchio di Crocetta targato PD , in Sicilia la speranza concreta di battere Grillo e la sua setta di gente mediocre e inadeguata passa dalla serietà delle scelte programmatiche attraverso cui rilanciare la nostra terra. Ci vuole umiltà, senso di responsabilità e capacità di dialogo. Con profonda onestà devo riconoscere che per taluni l’interesse personale e la propria salvezza politica precedono il bene comune e l’interesse dei siciliani e con altrettanta realistica onestà sostengo che se di costoro non si potrà fare a meno si faccia di necessità virtù perché il fine in qualche modo giustifica i mezzi. La politica , ho imparato , è l’arte delle cose possibili e se quindi è necessario fare qualche sano compromesso io non mi scandalizzo, fermo restando che non si deroghi mai da principi morali e valori irrinunciabili. Tutto questo per dire che il tormentone quotidiano su Alfano sì Alfano no, Alfano a destra Alfano a sinistra evidenzia solo la debolezza delle due coalizioni storiche costrette a rincorrere il ministro di tutti i governi nel tentativo di vincere. Mi aspetto da persona che crede nella buona politica che si superi presto questa fase e si inizi il dialogo con i cittadini per ricostruire un rapporto vero con i territori e tra le persone. Berlusconi che ha rinsaldato il suo rapporto con Salvini e soprattutto forte del buon vento che ha investito FI alle appena trascorse elezioni amministrative, lascia che a gestire i rapporti con i centristi e Alfano sia proprio Miccichè cui affida la regia delle trattative senza troppo scoprirsi e senza troppo voler concedere proprio al suo ex pupillo. La partita è comunque apertissima anche se in apparenza ci sono diversi intoppi da superare. Tra questi la posizione degli ex di Cuffaro che sembrano voler sparigliare le carte attraverso Lagalla che tuttavia ,a mio parere, non riesce a fare sintesi attorno a sé .

L’esperienza delle elezioni amministrative di Palermo mostra chiaramente che il progetto messo in campo con Ferrandelli non ha funzionato e che FI che pure ha conseguito un buon risultato ,poteva aspirare a numeri e percentuali più elevati con un progetto più identitario.Dal lato opposto il PD è stato costretto a nascondersi sino quasi a liquefarsi perché Orlando ha imposto la su linea per non farsi indebolire dall’eco dei disastri creati in Sicilia dal Governo Crocetta . Fin qui la storia, ma se si vuole scrivere il futuro è necessario analizzare con lucidità questi fatti per non sbagliare ancora e soprattutto per cambiare prospettiva e strategia. Occorrono coraggio e determinazione per riparare ai danni fatti in questi anni di sinistro governo. Bisogna fare ripartire la macchina amministrativa,eliminando gli sprechi e ottimizzando le risorse a partire da quelle umane, spendere tutti i fondi europei per rilanciare l’economia attraverso un piano strategico che punti sulle infrastrutture per il turismo, riorganizzare settori fondamentali come l’agricoltura e la zootecnia , puntare sull’agroalimentare , trovare investitori ,promuovendo il made in sicily e costruendo partneriati pubbico/privato per fare ripartire il sistema Sicilia. Al centro della politica del nuovo governo regionale immagino anche la scuola, l’università e la formazione professionale. Quest’ultima ,passata dalla stagione delle clientele politiche e dei furti al futuro e alle speranze dei nostri giovani ,alla macelleria sociale prodotta da Scilabra/Crocetta/Lumia e dai successivi e attuali inadeguati e incapaci assessori, deve essere ripensata in ragione della domanda che viene dal mercato del lavoro e deve puntare su conoscenze,competenze e professionalità adeguate alle richieste .Il nuovo Governo dovrà ascoltare , concertare e programmare con le forze sane e produttive del tessuto economico locale , nazionale ed estero , ma deve anche e soprattutto manifestare e fare conoscere ai cittadini elettori LA SUA IDEA DELLA SICILIA CHE SARA’ E CHE DOVRA’NECESSARIAMENTE DIVENTARE. Una terra libera dalle mafie, dagli intrighi e dalle corruttele , una terra dove il potere dovrà essere usato per fare ciò che serve e per il bene collettivo. Una terra nella quale la buona politica può ancora esistere ed essere apprezzata perché ha saputo fare le scelte opportune e avrà saputo svolgere un ruolo fondamentale per cambiare la storia dei suoi cittadini e per costruire diritti e libertà. Certo questo mio auspicio passa dagli uomini e dalle donne che dovranno guidare questo processo di rinascita e per questo chiamo in causa i cittadini chiamati a scegliere attraverso il voto il prossimo Governo e il nuovo Parlamento Regionale. Voglio sperare nella responsabilità e nel dovere civico di quanti recandosi alle urne non sprechino questo prezioso diritto di cambiare in meglio il nostro futuro.

Eleonora Lo Curto



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