Quantcast
×
 
 
12/09/2017 06:00:00

Nicola Biondo: "Supernova è un noir politico che racconta la nascita e la fine del M5S"

Nicola Biondo, giornalista e scrittore è uscito in libreria venerdì scorso Supernova, il libro che ha scritto insieme a Marco Canestrari. Abbiamo seguito questo progetto sin dall’inizio, un progetto davvero originale per un libro d’inchiesta, nato sulla base del crowfounding in rete. Ognuno ha dato un piccolo contributo economico e dopo un anno è venuto fuori questo libro Supernova che altro non è che un’inchiesta nel buco nero, la parte nascosta del Movimento Cinque Stelle. Nicola Biondo c’è una parte del Movimento che noi non conosciamo?

Come tutte le cose noi abbiamo una parte nascosta. Supernova è un noir politico perché racconta sin dall’inizio, come nasce il movimento e come viene ucciso. In questo momento noi abbiamo il brand, abbiamo tante bandiere, abbiamo tanti like, ma in effetti il Movimento Cinque Stelle è stato ucciso, e noi raccontiamo chi lo ha fatto e perché.

Lo raccontate assieme a Marco Canestrari da una posizione assolutamente privilegiata.

Assolutamente sì. Marco è stato il braccio destro di Gianroberto Casaleggio fin dal 2007. Aveva un ruolo tecnico per il blog ma aveva anche il ruolo di cinghia di trasmissione tra Grillo, Casaleggio e i meet up. Ha conosciuto quindi fin dall’inizio quelle che erano le idee che poi daranno vita al Movimento Cinque Stelle. Io sono stato per un anno e mezzo il responsabile dell’ufficio comunicazione del Movimento alla Camera dei Deputati.

Ci sono tantissime cose che emergono sul movimento. Nicola Biondo, ma fra tutte le cose che voi rivelate sul Movimento Cinque Stelle, c’è qualcosa che ancora oggi colpisce e che tra queste crea scandalo, rabbia e indignazione più delle altre?

Al di là dei sentimenti positivi e negativi, diciamo che il movimento è una sorta di macchina del tempo che ci fa vedere come eravamo, come saremmo potuti essere e come invece non siamo diventati. All’inizio il Movimento era radicalità, era anche divertimento. Le battute di Grillo possono fare sganasciare dalle risate o possono fare accapponare la pelle. Grillo disse, secondo me una cosa bellissima, si rivolse soprattutto ai giovani che se ne sono andati via dall’Italia disgustati, per andare a cercare fortuna altrove, disse tornate perché tutto questo lo stiamo facendo per voi. Ecco, mi chiedo che cosa è rimasto di questo sogno, di questo bisogno di radicalità. Secondo me davvero molto poco. Su che cosa rimane. Due cose di cui non mi faccio scandalo. Noi non siamo due indignati, abbiamo raccontato dei fatti. Le cose che rimangono: la prima che il movimento finirà male, molto male. Questa storia finirà molto male. La seconda cosa è che ci vorranno anni, molti anni per far dimenticare questo spreco di energia, di voglia di fare, di risorse. Questo ci dispiace. Io e Marco abbiamo sicuramente avuto anche le nostre responsabilità, abbiamo fatto parte della macchina, ne abbiamo sviluppato i codici, in alcuni casi con altri ne abbiamo fondati di nuovi dentro il movimento, però alla fine ci rimane questo. Avevamo una grande occasione, e l’occasione è finita così.

Nicola Biondo, quando si parla del Movimento Cinque Stelle, dei suoi difetti e dei suoi limiti, si portano gli esempi romani di Virginia Raggi, le gaffe di Di Battista e Di Maio, c’è chi a proposito della Sicilia fa un’eccezione dicendo che il movimento qui è diverso. C’è più maturità, il gruppo è più strutturato, i parlamentari all’Ars non fanno caciara e hanno dimostrato competenze e quant’altro. C’è uno specifico siciliano del Movimento Cinquestelle che lo può fare ritenere diverso dal quello resto del Paese.

Questo è vero. Ad un certo punto c’è stata una deriva che ha abbracciato anche questo bisogno di radicalità che in una terra come la Sicilia era ed è essenziale. E’ proprio per fare un esempio, nel momento in cui qualcuno viene qui e dice, il problema è che esiste un abusivismo di necessità, vale a dire che, siccome ci sono dei poveretti che non avevano i soldi per farsi la casa, hanno fatto gli abusi. Quella è una deadline, un messaggio devastante in una terra come la nostra e in tutto il sud Italia. Che cosa vediamo attraverso questo slogan, che tutto quello che di buono era stato detto, era stato fatto, era stato promesso, viene cancellato per cosa, per uno slogan, per raccogliere i voti di una sacca di illegalità e di prepotenza che tutti i giorni noi vediamo. No, no, non era questo il Movimento Cinquestelle, non era davvero questo.