Trapani, condannato l'uomo che aveva preso a calci e legato ad un albero il proprio cane

Il Tribunale di Trapani condanna l'uomo denunciato dal presidente del NOITA (Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali), Enrico Rizzi, per maltrattamento di animali. Intanto continua il processo a carico del figlio. Il Tribunale di Trapani in composizione monocratica, nella persona del Giudice Dott. Francesco Giarrusso, condanna quindi G.M., valdericino, classe 1942, alla pena di mesi due di reclusione ed € 800,00 di ammenda per il reato di maltrattamento di animali, pena sospesa a seguito della richiesta di patteggiamento.
I fatti risalgono al 2016. Il cane di G.M. era scappato di casa e l'uomo per recuperarlo lo afferrò con violenza per le zampe, trascinandolo con forza dentro casa per poi prenderlo a calci. Alla scena aveva assistito una giovane ragazza di 20 anni che aveva provveduto ad avvisare Enrico Rizzi, Presidente del Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali.

Tramite il social network Facebook infatti, la giovane aveva anche descritto minuziosamente il brutto episodio al quale aveva appena assistito. Il povero animale, dopo l'assurda violenza, era stato legato ad un albero, e l'animale era costretto a rimanere legato in quel punto, circondato dalle feci e dalla spazzatura.
Rizzi, segnalato l'accaduto, ha dunque avvisato i Carabinieri, che hanno proceduto al sequestro dell'animale. Successivamente il Presidente del NOITA, raccolta la testimonianza della giovane ragazza, ha proceduto sporgendo denuncia nei confronti dell'uomo, G.M., insieme al figlio, che contribuiva a tenere l'animale in quelle condizioni disumane.
Il processo a carico del figlio che deve rispondere del reato di "detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura" prosegue. A seguire il processo, l'Ufficio Legale del Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali, associazione presieduta da Enrico Rizzi.