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07/11/2017 08:31:00

Marsala, rifiuti e corruzione: Dda chiede condanna per Alestra e Colimberti

 Per corruzione, il pm della Dda Carlo Marzella ha chiesto la condanna, rispettivamente a 3 e a 2 anni di reclusione, per Orazio Colimberti, ex direttore dell’area Sud dell’Aimeri Ambiente, e per Salvatore Alestra, ex direttore dell’Ato Tp1.

Nel processo, scaturito dall’indagine sul sistema, secondo l’iniziale accusa “illegale”, di raccolta e smaltimento dei rifiuti gestito dall’Ato Tp1 in diversi Comuni della provincia di Trapani, sono imputati anche il capo impianto del cantiere di Trapani, Salvatore Reina, nonché Michele Foderà, amministratore di fatto della “Sicilfert” di Marsala, Pietro Foderà, socio e responsabile dei conferimenti alla Sicilfert, e Caterina Foderà, responsabile amministrativo della stessa azienda, che nello stabilimento di contrada Maimone trasforma i rifiuti in fertilizzanti.

Per l’imputazione di traffico illecito di rifiuti, invece, il pm Marzella ha chiesto l’assoluzione (“Non è stata raggiunta la prova”). Provata, invece, per l’accusa, la corruzione. Alestra, in particolare, non avrebbe denunciato i “disservizi” di Aimeri per ottenere favori da Colimberti. Agli altri imputati, invece, era contestato il conferimento e il traffico “illecito” di oltre 47 mila tonnellate di rifiuti. Nel processo, sono parti civili il ministero e l’assessorato regionale Ambiente, l’Ato Tp1 e il Comune di Marsala, entrambi rappresentati dall’avvocato Luigi Cassata, nonché i Comuni di Erice e Paceco (avvocati Rando e Maltese) e il Movimento difesa del cittadino (avvocato Gandolfo). E Ato Tp1 e Comune di Marsala hanno invocato la condanna per tutti i capi d’imputazione e un risarcimento danni. A difendere gli impuatti sono gli avvocati Valentina Castellucci, Vito Agosta, Paolo Paladino, Diego e Massimiliano Tranchida e Massimo Mattozzi. In giugno, il Tribunale ha ascoltato anche il contabile dell’ex Ato Tp1, Vincenzo Novara. E da questa testimonianza è emerso che tranne che in qualche caso, le penali applicate per “disservizi” dall’Ato Tp1 all’Aimeri Ambiente (con decurtazione sulle fatture presentate dalla società che vinse l’appalto per la raccolta dei rifiuti) furono versate ai Comuni con ritardi notevoli. Anche di qualche anno. La situazione si sbloccò quando a dirigere l’Ato, dal 2012, furono i commissari liquidatori, che hanno provveduto a girare ai Comuni il denaro non versato all’Aimeri per mancata pulizia cassonetti, strade e caditoie per le acque piovane.