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29/11/2017 06:00:00

Qualità della vita: ecco perché Trapani è ultima

 Ha creato molto scalpore l'indagine annuale di Italia oggi che vede Trapani ultima città in Italia per qualità della vita. Ma come si arriva a questo risultato? 

L'indagine  è stata curata dal Dipartimento di statistiche economiche dell'Università La Sapienza di Roma, con il supporto di Cattolica Assicurazioni. Gli indicatori presi in considerazione sono 9: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero, tenore di vita.

A Trapani la qualità della vita è insufficiente in sette dimensioni su nove (affari e lavoro; ambiente; disagio sociale e personale; servizi finanziari e scolastici; sistema salute; tempo libero, tenore di vita).

Cliccando qui potete leggere l'analisi punto per punto.

Come scrive la pagine "House of Trapani" su Facebook: "La bellezza di guardare TUTTI dal basso verso l'alto. Questo è quello che abbiamo, quello che ci meritiamo.
Siamo ULTIMI nella classifica inerente alla qualità della vita 2017.
Il Comune commissariato, la Provincia in un limbo normativo, la Camera di Commercio accorpata con quelle di Agrigento e Caltanissetta e l’Autorità portuale con Palermo, la crisi dell’Airgest, la società che amministra l’Aeroporto Civile Vincenzo Florio di Trapani-Birgi, il mancato accordo di comarketing che limiterebbe il turismo creando seri problemi a chi ha investito nel settore.
Però abbiamo il mare. Una terra meravigliosa e u iocu foco bellissimo.
Ma andate a fanculo".

“Non ci sorprende vedere le nostre città agli ultimi posti della classifica sulla qualità della vita. Trapani che si aggiudica la maglia nera soffre da sempre di un fortissimo gap infrastrutturale su cui non si è mai intervenuto e che, se affrontato, non solo garantirebbe servizi adeguati ai cittadini, ma contribuirebbe pure al rilancio del lavoro in città e di tutto il territorio”. Ad affermarlo è Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani, che interviene così sulla classifica del Sole 24 ore curata dal Dipartimento di statistiche economiche dell’Università La Sapienza di Roma, che ha preso in riferimento indicatori come lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale e tenore di vita.
“I trasporti sono fra le principali basi dello sviluppo, per il rilancio del territorio trapanese è necessario partire dai collegamenti, in città, fra il capoluogo e le mete turistiche ma non solo, fra gli aeroporti di Birgi e Punta Raisi. Con la disoccupazione giunta a livelli allarmanti, il 21% a Trapani, con il dato che sale a oltre il 50 per cento per i giovani, bisogna avviare inoltre serie politiche del lavoro che devono essere una priorità nell’agenda della politica e delle istituzioni. Purtroppo – aggiunge La Piana – sono tantissime le potenzialità del territorio rimaste inespresse o poco valorizzate perché non vengono messe in rete. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma serve l’impegno delle istituzioni per il rilancio del porto, aeroporto, della rete ferroviaria, dell’edilizia, del settore industriale, su tutti i nodi strategici, quindi, per i quali insieme agli altri sindacati abbiamo chiesto un impegno al commissario straordinario di Trapani per gettare le basi di una svolta, affinché la città non sia più l’ultima nelle classifiche italiane”.

 

 

 Se può consolare, va un po' meglio nell'analisi del Sole 24 Ore. Trapani si ritrova al 99° posto della classifica relativa alla vivibilità nei 108 capoluoghi di provincia stilata, ogni anno, da “Il Sole 24 Ore”, e con un peggioramento, rispetto a dodici mesi addietro, di otto posizioni.

La classifica de “Il Sole 24 Ore” prende in considerazione sei diversi parametri e, al loro interno, tanti altri subparametri che portano ad un punteggio assoluto. E quello di quest’anno è di 2.409 contro il 2378 di un anno fa. Vediamo il dettaglio. 

Ambienti e Servizi

In classifica Trapani è al 65° posto contro il 68° del 2016 ed il peggioramento è testimoniato dalla classifica di Legambiente (99° posto e 65° lo scorso anno), dall’aumento dell’emigrazione ospedaliera (11,1 ogni 100 mila abitanti contro il 10,7 del 2016) e, soprattutto, dall’aumento della spesa sociale, pro capite, in favore dei bisognosi (da 41 a 55,6 euro).

Cultura e Tempo Libero

Il peggioramento è stato di 7 posizioni: dall’85° al 92°. In questo parametro è cresciuta la spesa pro capite degli stranieri (da 112 a 250). Di contro, invece, sono diminuite, in un anno, le librerie (da 6 a 5,5 ogni 100 mila abitanti), i ristoranti (478 sempre ogni 100 mila abitanti contro i 520 di un anno addietro) e le Onlus iscritte all’Agenzia delle Entrate (32 contro 39).

Demografia e società

Il peggioramento è stato di 31 posizioni, dalla 71a alla 102a. In provincia abitano meno persone (175 per chilometro quadrato contro i 177 di un anno addietro) anche per via del crollo del tasso di natalità (da 9 a 7,7 ogni 1000 abitanti). Pressoché stabili il numero dei laureati (73,8 contro 74,2 di un anno addietro che vale il 54° posto a livello nazionale) e l’acquisizione della cittadinanza (1,7 ogni 100 stranieri).

Giustizia e sicurezza

I numeri sono incoraggianti: 59° posto (contro il 65° di un anno prima) con un calo delle rapine (35 ogni 100 mila abitanti contro 48 del 2016) e dei furti in abitazione (483 contro 577 di 12 mesi fa). Crescono, invece, i furti d’auto (128 contro 124 sempre ogni 100 mila abitanti), gli scippi ed i borseggi (103 contro 97).

Lavoro e innovazione

Anche in questo caso è peggiorata la posizione in classifica: 90° contro l’87° del 2016. Nel dettaglio, se le imprese registrate ogni 100 mila abitanti sono rimaste uguali (10,6) come l’export (4,3% sul Pil contro il 4,4) e le startup innovative (0,3 mentre un anno addietro erano 0,2 su 100 mila abitanti), diminuisce il tasso di occupazione (39,8 contro 42,4), nonostante diminuisca sensibilmente la disoccupazione giovanile (38,7 contro il 51,3 di un anno prima).

Ricchezza e consumi

Dall’ultimo posto assoluto del 2016, quest’anno la provincia è risalita al 100° posto. È cresciuto il Pil procapite (poco sopra i 14mila euro contro i 13.981 di un anno fa), ma è diminuito l’importo medio delle pensioni (621 euro mentre nel 2016 era di 630 euro), così come i depositi bancari (6351 euro contro i 9473 di un anno prima) ed i canoni di locazione (410 euro, mentre nel 2016 erano di 430 euro).



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