Quantcast
×
 
 
21/12/2017 07:33:00

Il Pd all'Ars: undici deputati...undici correnti.

 Saltata, ieri pomeriggio, la seduta all’ARS: il PD non aveva ancora formalizzato il gruppo e il presidente dell'Assemblea, Gianfranco Miccichè, non ha voluto creare ulteriori frizioni rinviando la seduta alla mattinata di oggi.

Lo scontro dentro il Partito Democratico è acceso, non pare si possa placare , ci sono punte di eccessivi personalismi.
Miccichè, per evitare che le scorie dei dem colpissero tutta l'Aula, ha deciso di dare la possibilità ai deputati PD di continuare le loro trattative interne, trovando la quadra, per eleggere il capogruppo.

Alla fine è Giuseppe Lupo a ricoprire la carica di capogruppo, i voti che ottiene sono quelli dei deputati di matrice pseudo renziana, sei su undici. Assenti alla votazione Arancio e Barbagallo, non vi hanno proprio preso parte Cafeo, Cracolici e Lantieri.

La votazione su Lupo indica le prossime mosse sulle altre poltrone da spartire.

E difatti il deputato dem Luca Sammartino dovrebbe fare il deputato questore e Baldo Gucciardi il deputato segretario, comunque componenti dell'ufficio di presidenza e pertanto nella stanza dei bottoni. Lupo è alla sua terza legislatura, un giovane della politica per intenderci…
Antonello Cracolici, ex assessore all'Agricoltura, ha espresso la sua dissonanza e minacciato scissioni: “ Dopo la grave spaccatura sull'elezione del presidente dell’Ars il gruppo Pd sceglie il capogruppo con 6 votanti su 11. La spaccatura si fa più profonda. Lupo, che qualche giorno fa aveva denunciato di tradimento i ‘franchi tiratori’, viene adesso votato da coloro che tutti gli indizi hanno evidenziato essere stati tali. Un patto tra ‘traditori’ e ‘traditi’ senza che alcuna spiegazione sia stata data. Adesso lo dico io: vergogna! Il Pd si appresta a vivere una fase difficilissima”.


Non c'era bisogno del Cracolici pensiero per capire che i dem vivono una crisi profonda interna, che poi si traduce in crisi elettorale.
Tanti gli sfiduciati e altrettanti i delusi, nonostante sia passato appena un mese e mezzo dalle elezioni.
Il partito non regge, non dà prova di unità di intenti ma di personalismi, anche territoriali. Ognuno cerca una garanzia per se stesso, una poltrona per formare il proprio staff che nella maggior parte dei casi è formato da persone, disoccupate, protette e spinte dai segretari dei circoli delle varie città. Ci sono gli amici degli amici a cui garantire una qualunque tipo di postazione. Insomma, lo staff è prezioso, e quando sarà composto ne daremo notizia.
E' un partito che porta in Assemblea undici deputati quasi con altrettante correnti diverse, poi c'è chi bluffa dicendosi renziano, in Sicilia vicino a Davide Faraone, ma in verità la vicinanza è con Beppe Lumia. Un quadro non idilliaco per una politica che dovrebbe dare segnali di cambiamento con una trasparenza recuperata. Non c'è una linea politica che seguono, regna il caos.
Sulla linea del buon senso politico prevale quella dei garantismi e dei colpi bassi.
Malumori e mugugni dentro un partito che ha già perso punti percentuali a livello nazionale, difficilmente potrà risultare vincente alle politiche del 2018.
Facce vecchie e politica stantia, ecco le perfomance del PD all'ARS.
Nel dibattito politico dem interviene anche Valeria Sudano, ex deputato regionale: “In questi giorni si continuano a consumare fratture all'interno del nostro partito, figlie ancora di contrapposizioni nate durante il governo Crocetta e dettate da logiche di posizionamento personale che nulla hanno a che fare con le ideologie. Ormai conosco alcuni riti che vengono consumati per avallare o denigrare qualsiasi operazione politica, si fanno fare comunicati un po' a tutti, per appoggiare finti teoremi da portare avanti. Non si fa una direzione da mesi, che comunque ha una platea di iscritti di 4 anni fa, certamente diversa dalla composizione attuale del partito democratico, non ci riuniamo da prima delle elezioni del 5 novembre e pertanto non si capiscono i vari comunicati di questi giorni che parlano di una linea politica tradita non specificando dettata da chi ed in quale occasione. Mi sarei aspettata tutto questo fermento di comunicati all'indomani delle elezioni, mi sarei aspettata un'assunzione di responsabilità da parte di coloro che ci hanno portato al 4 settembre a scegliere il nostro candidato presidente e comunque mi sarei aspettata un'attività di rilancio dell'azione del partito e del centro sinistra in generale, invece alcuni soliti noti non contenti di dove ci hanno portato continuano a voler demolire tutto pur di ultimare la loro resa dei conti all'interno del partito, sono sempre gli stessi che si indignano a loro convenienza, che pensano di poter vestire qualsiasi loro decisione perché la sanno raccontare, dall'appoggio al governo Lombardo all'opposizione al governo Crocetta, definendolo circo Barnum e governo dei camerieri per poi invece descriverlo come il miglior governo solo per le loro presenze in giunta. Il problema non è chi racconta le favole per ottenere risultati personali ma il popolo del PD che deve essere lucido e non deve farsi prendere in giro da chi vuole mascariare gli altri per dimostrare di essere sempre il detentore del nostro partito”.
Giri di valzer tra i gabinetti degli assessorati regionali.
Ruggero Razza, assessore alla Salute, ha nominato capo di gabinetto Mario La Rocca, non nuovo agli ambienti politici, ha attravesato vari governi regionali. La Rocca fu manager del Policlinico di Palermo su indicazione di Massimo Russo. Scelti anche i funzionari del gabinetto: Marcello Vitale, Rosita La Monica, Carlo Megna, Elena Pizzo, Margherita Ingrassia, Carlo Rappa e Gaspare Noto.
Ad aggirarsi per piazza Ziino, sede dell'assessorato alla Salute, anche Eugenio Ceglia, uomo vicino a Davide Faraone. Ceglia si è dimesso dal Ministero della Salute, seguirà Razza appena sarà possibile formalizzare la nomina degli esterni.
Nuova svolta anche per il settore della formazione guidato dall'assessore Roberto Lagalla: “La formazione in Sicilia deve essere rivista sulla base di quelle che sono le reali esigenze del territorio e collegarla a percorsi utili in chiave occupazionale, coinvolgendo le associazioni che rappresentano le imprese”.
Lagalla ha scelto, intanto, Gianni Bocchieri come consulente del suo assessorato.
Bocchieri è dirigente generale alla Formazione alla Regione Lombardia, ricoprirà l'incarico interamente a titolo gratuito