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20/01/2018 12:05:00

Marsala, processo per usura a Paolo Mirabile. La difesa: "Non ci sono prove"

 La difesa gioca tutte le sue carte nelle ultime arringhe del processo che, in Tribunale, vede imputato, per usura ed estorsione, il noto commerciante marsalese di prodotti per l’agricoltura, Paolo Mirabile, di 57 anni.

Per lui, il 4 dicembre, il pubblico ministero Niccolò Volpe ha chiesto otto anni di carcere e 16.500 euro di multa. Solo per un caso, quello relativo a Giuseppe Ferro, il pm non ha ritenuto responsabile il commerciante.

Alla sbarra sono anche un fratello e una sorella del commerciante, Francesco e Giovanna Mirabile. La loro posizione, però, è un po’ più defilata (“marginale” per i difensori Maurizio D’Amico e Giacomo Pipitone). Per loro, quindi, il pm ha chiesto una pena meno severa: un anno e 4 mesi di reclusione e 3 mila euro di multa.

“Le presunte vittime di usura che accusano Paolo Mirabile sono inattendibili – hanno sostenuto gli avvocati difensori Stefano Pellegrino e Diego Tranchida - E poi, a parte la loro parola, non ci sono riscontri, non ci sono prove. Pertanto, l’imputato deve essere assolto perché il fatto non sussiste”.

Paolo Mirabile “non è un usuraio – sostiene Pellegrino – anzi, è stato vittima di un raggiro. Molti dei suoi accusatori, infatti, sono collegati tra loro e hanno reso queste dichiarazioni per sottrarsi alle azioni giudiziarie avviate da Mirabile contro di loro e per ricorrere ai fondi per le vittime di usura. Ho provato l’inattendibilità di tutti gli accusatori. Basti considerare, tra l’altro, che dal 2003, quando conobbe Muscarella (una delle presunte vittime di usura, ndr), Mirabile ebbe un calo dei suoi profitti”.

E così gli fa eco l’avvocato Tranchida: “Massimo Muscarella è inattendibile. Dice che per ogni operazione (mensile) il tasso di interesse era del 10 per cento. Di ciò, però, non c’è riscontro, non c’è prova. E poi, se Mirabile avesse davvero svolto attività di presti a tassi di usura, non avrebbe investito comprando case o terreni? E invece non abbiano traccia di immobili acquistati con gli eventuali profitti”. Il 23 febbraio potrebbe essere emessa la sentenza. Nell’aprile 2013 Paolo Mirabile fu posto agli arresti domiciliari dalla Guardia di finanza (tornò in libertà nell’ottobre dello stesso anno). I fatti contestati sono relativi al periodo tra il 2008 e il 2010. L’indagine delle Fiamme Gialle scattò a seguito di alcune denunce di presunte vittime, poi costituitesi parte civile, con l’assistenza degli avvocati Francesca Lombardo, Peppe Gandolfo e Bartolomeo Parrino.



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