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24/01/2018 09:34:00

Colpo alla mafia barcellonese. Arrestate 40 persone

La mafia di Barcellona Pozzo di Gotto non muore mai. Ma questa mattina all'alba gli è stato inflitto un duro colpo. E' scattata prestissimo l'operazione Gotha VII che ha portato all'esecuzione di 40 misure cautelari. 

Operzione condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Messina e del Ros e la Polizia di Stato in provincia di Messina e in altre località nazionali. Le ordinanze sono state emesse dal Gip, su richiesta della Procura Distrettuale della Repubblica, nei confronti di 40 persone accusate a vario titolo dei delitti di associazione mafiosa, estorsione (consumata e tentata), rapina, trasferimento fraudolento di valori, reati in materia di armi e violenza privata, accuse tutte aggravate dal metodo mafioso.

L'inchiesta in particolare riguarda la mafia barcellonse, che opera nel versante tirrenico della provincia di Messina. E' ancora una organizzazione criminale all'antica, ma capace di riorganizzarsi costantemente nonostante le tante operazioni che l'hanno colpita negli ultimi anni. L'inchiesta di oggi nasce dalle attività investigative dei carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, della sezione anticrimine di Messina, della Squadra Mobile e del commissariato di Barcellona che presero il via dalle dichiarazioni del pentito Carmelo D’Amico, capomafia arrestato nel 2009, e dei collaboratori di giustizia Salvatore Campisi, Franco Munafò e Alessio Alesci.

Dall'inchiesta viene fuori la capacità di riorganizzarsi della cosca barcellonese, e colpisce la parte più ortodossa e militarizzata della consorteria. Gotha VII mette in luce anche i rapporti tra la mafia messinese e i clan palermitani e catanesi. Viene svelato anche il costante ricorso al racket del pizzo su commercianti e imprenditori della zona. E ancora i tentativi di gestione e controllo di attività economiche e appalti pubblici.

Ma, è il pizzo l'attività principale. Vengono scoperte una trentina di estorsioni. Veniva applicato il classico e consolidato metodo dai clan: prima l'intimidazione, una bottiglia con liquido infiammabile nei pressi della porta del negozio taglieggiato, poi l'avvicinamento per chiedere il pizzo, da pagare solitamente a Natale, Pasqua e Ferragosto.

Viene fuori una mafia abbastanza violenta da quest'inchiesta. Tre degli arrestati picchiarono selvaggiamente un imprenditore edile che aveva chiesto il compenso per una fornitura di calcestruzzo fatta ad un mafioso. 

Tra le persone indagate dalla Dda di Messina nell’ambito dell’operazione  c'è anche l’ex consigliere comunale di Terme Vigliatore Francesco Salamone, eletto alle comunali del giugno del 2013 e sospeso dalla carica nel 2016 perché coinvolto in un’altra inchiesta di mafia.