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21/05/2018 16:10:00

Scrive Ennio Rossi, su Tranchida, la stampa e le congetture della massoneria

Gentile Direttore, 

Ho letto il suo ultimo editoriale ultimo "Politica, elezioni e giornalisti: una risposta, non richiesta, a Giacomo Tranchida".

Nella forma le sue argomentazioni non fanno una piega, ma l’ articolo è viziato da un presupposto non condivisibile. Ossia che i giornalisti rappresentino un monolite granitico verso i quali il politico di turno se criticato, reagisce piccato e infastidito. Purtroppo non è così: non tutti i giornalisti onorano la professionalità ed indipendenza (Lei, che leggo volentieri per esempio non fa parte di questi scribacchini a libro paga). Alcuni parteggiano in maniera anche poco pulita fra l’altro mettendo in risalto artatamente alcuni “fatti” e sminuendone altri.

Nel merito, pare che l'ultima ispezione al Comune di Erice sia nata da una lettera anonima, evidentemente meritevole di credito per i particolari presumibilmente indicati. Se si è dato spazio a questo metodo che indica delle congetture, al pari sia consentita altra “congettura” che il cronista attento dovrebbe mettere in conto. Congettura che si basa sulla ipotesi che la variabile “Tranchida” sia mal vista dal gruppo massonico che governa da sempre Trapani.

Il timore verso Tranchida potrebbe risiedere nel fatto che sia allo stesso riconosciuta da gran parte dei suoi elettori ericini capacità ed onestà, cosa non esattamente riscontrata a Trapani, città notoriamente gestita più da interessi privati dei meno (es. vedi appalti truccati o sottrazione dei fondi europei a svantaggio dei meritevoli) che da interessi collettivi dei più.

E’ palese che costoro abituati a fare o far fare i loro affari, non siano per nulla contenti di ritrovarsi “fra i piedi” un personaggio imprevedibile ed incontrollabile “che potrebbe combinarne di ogni”. E allora che farei io se fossi nei loro panni timoroso di essere allontanato dal cerchio magico degli affari? Bè tenterei - e siamo sempre nel l’ambito delle ipotesi - magari tramite giornalisti-amici e avvocati-collettori, di avvicinare qualche giudice-fratello muratore a che incarichi le varie Polizie giudiziarie a turno di setacciare nelle carte del Comune al grido di “tanto vedrai che qualcosa salta fuori". Ovvio che l’intento è quello di mettere fuori gioco o quantomeno danneggiare e squalificare il candidato con maggiori possibilità.

La spinta ben potrebbe partire da quella destra massonico - mafiosa che ha sempre governato questa città che forse potrebbe vantare qualche aggancio in procura, la stessa destra che furbescamente potrebbe lamentare che lo scorso anno è toccato loro lo stesso trattamento (Fazio-D’Ali’); per cui perché lamentarsi? Forse che quando tocca alla destra l’azione giudiziaria è giusta, mentre se tocca alla parte avversa è “persecuzione politica“? Francamente se così fosse ci troveremmo di fronte ad una mossa delinquenziale che confonde, ma allo stesso tempo geniale.

Mi sovviene Pasolini “io so chi sono i colpevoli ma non ho le prove”

La ringrazio in ogni caso dell’attenzione

Ennio Rossi