di Rossana Titone - Siamo a metà estate, la città di Marsala non ha un calendario estivo competitivo. Il sindaco, Alberto Di Girolamo, ha ricordato, cosa che fa ormai da tre anni, che non si possono fare spese: non ci sono i soldi. La stangata dei tre milioni di euro, che il Comune è chiamato a pagare, in seguito alla sentenza emessa dalla Cassazione per i terreni espropriati in via Vita, ha fatto tutto il resto.
Critici i consiglieri di Palazzo VII Aprile, in particolare Ginetta Ingrassia che sostiene che a mancare non sono i soldi ma le idee. Ancora più grave. C'è un assessore, Andrea Baiata, che tanto ha da dire sullo sport nulla, invece, sul turismo. Non ci saranno eventi di rilevanza turistica, ci si limiterà al proliferare di feste di parrocchia organizzate dalle solite associazioni delle contrade, apparentemente a costo zero salvo poi spuntare la richiesta di contributo.
La rassegna del cinema sotto le stelle non può essere un evento di richiamo turistico. I marsalesi che hanno voglia di qualità sono costretti a spostarsi a Segesta, a Gibellina, a Petrosino e a Favignana con una rassegna di presentazioni di libri di tutto rispetto.
A Marsala non resta che guardare gli altri, non c'è nessuna prospettiva.
Pare che nemmeno i ragazzi della Proloco 2.0 abbiano voglia di scommetere in eventi organizzati di propria tasca, senza chiedere nulla al Comune, ma con un rischio del piano sicurezza troppo alto.
Del resto gli ultimi eventi pubblici realizzati dall'Amministrazione Comunale non hanno tenuto conto del decreto Minniti, non ci è parso di vedere i birilli antiterrorismo in giro. Ampio spazio, allora, alle feste di “chiano”, ai teatri dialettali, alle sagre di campagna.
Per il centro storico non è stato previsto quasi nulla, una delega assessoriale che da tre anni non viene esercitata, tanto vale non avere l'assessore: soldi pubblici buttati al vento.
La città, secondo questa Amministrazione, dovrebbe vivere di quello che la natura offre: mare e sole. Poca cosa. I turisti europei sono abituati ad avere dei servizi snelli, dei collegamenti veloci e delle attrattive di tutto rispetto. A Marsala ancora si gioca a piazzare un cartellone teatrale invernale, che è costato 150 mila euro, ma che non ha portato i risultati sperati, anzi nemmeno i risultati.
Si potrebbe dire che c'è un cartellone di bassissimo profilo ma in questo caso manca proprio il profilo. Tutto è lasciato in mano ai privati che hanno dei locali da gestire, non sono messi nelle condizioni di collaborare con l'Amministrazione, devono fare tutto da soli, altrimenti il cliente sceglierà il locale accanto.
I consiglieri comunali hanno alzato il sopraciglio, terza estate senza l'ombra di un'idea, di un obiettivo.
Il turismo è scomparso dal vocabolario della Giunta Di Girolamo, utilizzano la parola solo quando si parla di aeroporto, perchè come disse il sindaco una volta: “I giapponesi non possono venire con il treno”.
E' il paradosso di una città che dovrebbe vivere di turismo ed essere una miniera anche in inverno, stenti e difficoltà la bloccano.
Al mancato cartellone estivo si accompagnano le strade maleodoranti, anche in quelle dove la spazzatura è stata raccolta. C'è fetore in giro, ci sono le blatte e ci sono i ratti.
Le strade sono invivibili. La pulizia e la derattizazione non dipende dalla Regione ma dal Comune. Non è presentabile una città sporca, con le strade principali del centro storico luride e le basole nere. La città sarebbe anche stanca di assistere al teatrino del consiglio comunale dove si recita a memoria la litania contro l'Amministrazione chiusa a riccio, che non ascolta, che non dialoga e non condivide. Ci sono atti più concreti, quali la sfiducia ovvero ancora non votare il bilancio e aprire un nuovo capitolo per la città.
I consiglieri, invece, preferiscono aprire il microfono e parlare contro, salvo poi vivacchiare tutti insieme, e la prossima seduta è servita. I cittadini alle tiritere logorroiche non soprassiedono più. E un'altra estate se ne va, e la città vive a metà.