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12/07/2018 16:27:00

Il braccio di ferro tra procura e Salvini sulla Diciotti. Stallo a Trapani

 Il ministro dell'Interno insiste con le manette per i migranti che avrebbero minacciato l'equipaggio della Vos Thalassa. Ma a decidere sul fermo devono essere i giudici.

La nave Diciotti è entrata nel porto di Trapani e al momento non è chiaro se le forze dell'ordine procederanno al fermo dei migranti che avrebbero minacciato l'equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa. Spetta ai giudici, e non al ministro dell'Interno Matteo Salvini, autorizzare la misura precauzionale. Ma da Innsbruck il vicepremier ha continuato a fare pressioni, rifiutandosi di fornire indicazioni per l'attracco. La nave è rimasta ferma in rada per ore, mentre il leader della Lega continuava a evocare le manette. Soltanto dopo aver ricevuto l'informativa della polizia, in ogni caso, la procura deciderà come procedere. «Non voglio farmi prendere in giro», ha detto intanto Salvini, «finché non c'è chiarezza su quanto accaduto non autorizzo nessuno a scendere dalla Diciotti. O hanno mentito gli armatori, denunciando aggressioni che non ci sono state e allora devono pagare; o l'aggressione c'è stata e allora i responsabili devono andare in galera»

A bordo della Diciotti si trovano 67 migranti soccorsi il 9 luglio dalla Vos Thalassa. Tra questi ci sono anche il cittadino ghanese e il cittadino sudanese che avrebbero minacciato l'equipaggio del rimorchiatore (che doveva consegnare i migranti alla Guardia costiera libica), costringendo così la Diciotti a intervenire. Sarà la Procura di Trapani a valutare la posizione dei due sulla base del rapporto che riceverà dallo Sco. Secondo indiscrezioni di stampa, nei confronti dei due migranti si ipotizzano i reati di impossessamento di nave, minacce e violenza. I reati sarebbero stati commessi nei confronti del comandante e dell'equipaggio della Vos Thalassa.

Personale della squadra mobile della Questura e del Servizio centrale operativo della polizia di Roma presenteranno il rapporto alla Procura di Trapani, diretta da Alfredo Morvillo, sulle indagini eseguite per accertare quanto sia accaduto sulla Vos Thalassa. Determinanti sono le testimonianze del comandante e dell'equipaggio, raccolte a bordo, per stabilire l'entità delle minacce e l'eventuale aggressione messa in atto da alcuni dei 67 migranti soccorsi dal rimorchiatore dopo che si erano accorti che stavano per dirigersi verso la Libia. La polizia ha anche acquisito mail e testi di messaggi che si sono scambiati in quei frangenti la Vos Thalassa e la società che la gestisce e le successive informazioni fornite al comando generale della Capitaneria di porto italiana che ha disposto l'intervento della nave Diciotti.

Secondo il quotidiano La Repubblica, Salvini avrebbe molto insistito per far scendere i migranti in manette. Telefonando al suo capo di gabinetto, il ministro avrebbe detto: «Guarda che io insisterò sul fatto che questi devono scendere da bordo in manette. Altrimenti non sbarca nessuno». A chi gli fa notare che non può essere lui a decidere, replicava così: «Basta una telefonata ai magistrati da parte delle forze dell’ordine presenti sulla nave. Su questo non transigo, sono dei violenti che hanno dirottato una nave». Sono in corso indagini anche per identificare eventuali scafisti tra i 67 migranti soccorsi.