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12/07/2018 06:00:00

Faraone tenta di riorganizzare il Pd in Sicilia

 Ad ottobre, il 5 e il 6, a Palermo, si terrà la “Faraona”, come viene ribattezzata, ovvero la versione siciliana del think thank ideato da Matteo Renzi alla stazione Leopolda. 
Ad idearla e volerla per tre anni consecutivi è Davide Faraone, senatore del PD.

Non sono tempi semplici per i dem del Paese, non lo sono soprattutto per i renziani della prima ora.
Faraone, da sempre vicino a Matteo Renzi, non demorde. Crede nella svolta, in quella fatta di impegno, soprattutto sociale, guardando al mondo della disabilità non per raccattare voti (quelli ancora non si sono visti) ma per affrontare un problema che da sempre è stato oggetto di strumentalizzazioni.
La Faraona è la versione sicula della Leopolda toscana, voluta da Renzi, un laboratorio di incontri e di idee.

Quest'anno sarà il teatro Santa Cecilia ad accogliere la due giorni, si parlerà di Sud, le questioni meridionali non sono mai state affrontate dalla politica, se ne sono serviti come strumento elettorale. Un Sud che è stato dimenticato, relegato nel contratto di governo giallo-verde a poche righe: perchè i meridionali in fondo si accontentano, sembrerebbe di leggere questo come sottotitolo.
Il filo conduttore quest'anno sarà “Mezzogiorno tutti i giorni”: “Mi sono vergognato tanto per la presenza di governatori di regioni meridionali a

Pontida. Un raduno che quest’anno, come ha detto il senatore Umberto Bossi, ha visto la presenza degli “Africa”, di quelli che hanno “interesse solo ad essere mantenuti.Baciare l’ampolla nel luogo che per anni è stato il raduno dei popoli padani, salire sullo stesso palco di esponenti politici che hanno sbraitato contro terronia e i meridionali nullafacenti, salvo poi acconciarsi a rappresentanti dell’intero popolo italiano per interessi elettorali, non è stato un bel segnale. Chi ha svenduto i propri principi, ha piegato la rappresentanza di tanti cittadini umiliati e insultati, al potente di turno, merita un atto di ribellione, un moto d’orgoglio”.

Questa unione di intenti potrebbe esserci a Palermo per la Faraona, che precede la Leopolda di Firenze di metà ottobre, e che mira ad aprire al mondo politico non solo dei dem.
Una apertura che il senatore del PD aveva già manifestato durante le elezioni regionali e quelle nazionali, uno su tutti l'abbraccio politico con Dore Misuraca.
In molti all'apertura del partito hanno storto il naso, il PD è un'altra cosa, andavano dicendo, salvo poi non trovare l'elettorato pronto a votarli.
“Sarà un luogo pieno di tante storie diverse, di culture politiche diverse. Che guardano agli Stati Uniti d’Europa, che stanno dalla parte dei diritti, delle cose giuste, delle cose buone”, così chiosa Faraone.
E sulla polemica della visita in carcere a Marcello Dell'Utri, oggi sottoposto al regime degli arresti domiciliari per le gravi condizioni di salute, non si scalfisce e va avanti: “ Perché se è sbagliato che un detenuto gravemente malato stia in galera, allora è solamente e sonoramente sbagliato che stia ancora tra le sbarre...Perché la solidarietà è solidarietà e non buonismo, i viaggi della speranza non sono crociere e le Ong non sono taxi del mare, i fondi per la non autosufficienza sono un diritto e non una carità, la giustizia è garantismo e non giustizialismo, il lavoro è dignità e la dignità non vale un assegno di mantenimento”.
C'è la consapevolezza che sui territori il partito non sta bene, c'è tutto da rifare.
La classe dirigente non è un collante con il cittadino, vivono in acque separate. Le faide interne e le correnti hanno fatto tutto il resto, il PD ha perso alle regionali, alle nazionali, alle amministrative di giugno scorso. Una debacle.
C'è difficoltà ad ammettere la verità confrontarsi senza condizionamenti, lo ha detto Matteo Renzi: si continua a perdere per mancanza di unità di intenti e perchè in fondo la rottamazione non è stata completata del tutto. Ci si prepara al congresso nazionale.
E allora si parte con la “Faraona del Sud”, un terzo appuntamento che indicherà la nuova strada da seguire: “Né populismo di destra, né populismo di sinistra. Noi vogliamo tornare ad essere popolari, con un’altra idea di società e chiamando a raccolta chi è altra cosa dai populismi. Tutti, nessuno escluso. Troveremo le cose che abbiamo in comune e partiremo verso nuove mete. Ce ne infischieremo se qualche reduce dirà che siamo trasformisti. Non saremo trasformisti, saremo semplicemente e coraggiosamente trasgressivi”.
Per partecipare all'evento basta mandare una mail a mezzogiornotuttiigiorni@gmail.com