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26/07/2018 06:00:00

Perché gli avvocati trapanesi non vogliono "difendere" il loro collega Bonomo?

 Qualche giorno fa in Tribunale a Trapani è successa una cosa singolare.  E' cominciato il processo ad un'avvocato, Rosa Sanna, e nei confronti della sua cliente, la signora Vita Pipitone, tratte in arresto in flagranza di reato per aver richiesto 80.000 euro all’avvocato Jose’ Libero Bonomo per ritirare una querela.

Sanna fu arrestata in flagranza di reato. Bonomo in questa vicenda è parte lesa, e si è costituito parte civile. Non risulta che l'Ordine degli avvocati abbia fatto lo stesso, eppure è una vicenda che danneggia profondamente l'immagine della professione forense.

Bonomo è rappresentato dall'avvocato Angelo Panebianco, che però in udienza non c'era. E per farsi sostituire ha trovato "notevoli difficoltà", raccontano con insistenza alcune voci tra i corridoi del tribunale. Oggi, probabilmente, si ripeterà la stessa scena. Perchè? Possibile che Bonomo non trovi alcun collega che lo assista come parte offesa?

Bisogna capire chi è Josè Libero Bonomo. Perché non è solo colui che ha denunciato l'estorsione della collega. Ma è anche legale di Lorenzo La Rocca, cioè di colui che, prestanome di Norino Fratello, ha raccontato agli investigatori tutti i retroscena di come funzionano le cooperative che fanno riferimento all'ex deputato regionale, e che sono sfociate nell'inchiesta "Brother". E' da due anni che Bonomo, che è di Alcamo, assiste La Rocca nella causa contro la Cooperativa Letizia.  E da quel momento - si racconta ad Alcamo -  ha vissuto un isolamento sempre più stringente, nela sua città e non solo.  La Rocca arriva da Bonomo dopo aver bussato inutilmente alla porta di molti avvocati alcamesi. Da quel momento, secondo quanto risulta a Tp24.it, per Bonomo, iniziano una serie di "avvertimenti", per lasciar perdere e abbandonare il patrocinio di La Rocca, e intorno al suo studio, che prima lavorava bene, si crea il vuoto. 

Veniamo ad oggi. In occasione della prima udienza del processo all'avvocato Rosa Sanna, due settimane fa, l'avvocato di Bonomo, Giuseppe Panebianco, del foro di Gela, non poteva essere presente. Bonomo cercava un sostituto, ha chiesto ai colleghi, ma nessuno ha dato la disponibilità a sostituire il suo difensore, tranne un giovane avvocato, Giuseppe Marrone. Sanna è invece difesa dall'avvocato Salvatore Alagna e dall'avvocato Gioacchino Sbacchi.

Oggi ci sarà un nuova udienza, chissà cosa succederà e con chi decideranno di stare gli avvocati trapanesi: con chi denuncia o con chi è denunciato. Al di là del garantismo, sarebbe importante che la categoria desse un segnale, anche perché sul banco degli imputati abbiamo un avvocato che, secondo l'accusa, ha chiesto soldi per ritirare delle denunce.  Essere parte civile non significa soltanto poter avere un risarcimento danni, ma, nel caso dell'Ordine, permetterebbe di avere voce nel processo, di poter entrare nelle dinamiche della presunta richiesta estortiva, per capire quanto e come un simile comportamento potrebbe ripetersi in altre situazioni e contesti. 

Su tutta la vicenda le parole di Umberto Coppola presidente dell'ordine degli avvocati  a Trapani sono di neutralità: "Non abbiamo intenzione di costituirci parte civile" dichiara a Tp24.it. Come mai? "Aspettiamo la sentenza". Ma dopo la sentenza è, diciamo, difficile costituirsi parte civile in un processo... "Il caso dell'avvocato Sanna è stato già segnalato al consiglio di disciplina, e dopo la sentenza si vedrà....". Ma come mai l'Ordine degli Avvocati è neutro rispetto a questa vicenda? Sul punto Coppola non risponde. Rispetto al clima di isolamento di Bonomo dice: "Io non credo a tutto questo vittimismo. Se il suo avvocato non si è presentato in udienza sarà stato un problema loro, cioè tra procuratore e assistito. Per il resto non conosco la vicenda". Magari se oggi fa un salto in udienza...