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02/08/2018 06:00:00

Marsala, quei centri scommesse accanto alle scuole. Si può fare?

 Centri scommesse vicino alle scuole a Marsala. Si può?
Chiudono i negozi, e aprono i centri scommesse. A Marsala, come in molte altre città d'Italia e della Sicilia, in ogni strada, ogni piazza, ogni angolo, c’è un centro scommesse. Aprono ovunque, al posto di negozi storici, in piazze centrali. Stanze luccicose, piene di monitor, in cui giocare le “bollette”.


Poi ci sono i centri scommesse che aprono proprio in prossimità di luoghi sensibili, come le scuole. E’ quanto succede a Marsala, nella via Giovanni Falcone, siamo nella zona del quartiere popolare di Sappusi.

Su quella via insistono ben quattro istituti scolastici. C’è la scuola Asta, il Liceo Pascasino, il Liceo Scientifico, in più c’è un asilo nido. Proprio accanto al Pascasino si è aperta una nuova sala giochi e centro scommesse. Nasce là dove c’era una cartolibreria. E la cosa è molto significativa del degrado a cui si assiste. Fuori i libri, dentro quote e scommesse.


Ma al di là dell’aspetto emotivo, di una libreria sostituita da un centro scommesse, c’è da chiedersi se sia corretto far nascere una sala scommesse in prossimità di un luogo sensibile, a pochi passi dalle scuole. Tra l’altro quello non è il solo centro scommesse della zona. Ce n’è, infatti, un altro all’inizio di via Falcone, in prossimità della rotatoria che interseca coin via del Fante, corso Gramsci e via Messina e Orlando. In poche centinaia di metri ci sono due centri scommesse, in mezzo diversi istituti scolastici.
E’ permesso? In molti Comuni italiani no. Non è permesso aprire centri scommesse e sale giochi in prossimità di scuole. La distanza da rispettare per aprire sale gioco varia da 300 a 500 metri dalle scuole. Ma si tratta di regolamenti comunali. E Marsala? A quanto pare non ha nulla di tutto ciò. Eppure bisognerebbe pensare ad introdurre qualcosa che regoli l’apertura delle sale gioco e dei centri scommesse. Sono, queste, misure per contrastare il fenomeno della ludopatia.


Come si legge su Avviso Pubblico, a proposito della normativa in materia di sale scommesse, slot, e sale da gioco:


Alcune leggi regionali e provinciali (Abruzzo, Liguria, Alto Adige, Piemonte, Calabria) prevedono una distanza minima di 300 metri dai “luoghi sensibili” (nella legge del Piemonte, delle Marche e della Calabria la distanza sale a 500 metri per i comuni sopra i 5.000 abitanti; anche le leggi dell’Umbria, dell’Emilia Romagna e del Friuli Venezia Giulia introducono la distanza di 500 metri); e le leggi del Trentino, del Friuli Venezia Giulia, delle Marche e del Piemonte autorizzano i comuni a vietare l’installazione di slot machine in alcune aree circoscritte per motivi legati alla sicurezza urbana, alla qualità del contesto urbano, alla viabilità e all’inquinamento acustico; mentre la legge dell’Alto Adige autorizza la Giunta ad individuare ulteriori “luoghi sensibili” presso i quali non possono essere aperte sale da gioco. 

In Sicilia, in questo senso, le cose non sono chiare. Non c'è una legge precisa che indichi di rispettare una distanza minima da scuole e ospedali per aprire un centro scommesse.

A Marzo una circolare del Ministero dell’Interno stabilisce che le Questure, che danno l’autorizzazione all’apertura di sale scommesse, dopo che il titolare ha presentato istanza al Suap, devono controllare anche il rispetto di regolamenti comunali e regionali in materia di distanza dai luoghi sensibili.
In particolare - si legge nella circolare inviata alle Questure - «il Questore è chiamato a verificare la sussistenza non solo dei requisiti stabiliti dalla legislazione di polizia, ma anche da altre fonti normative».
In sede di rilascio della licenza in base all'articolo 88 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (Tulps) «il Questore deve tener conto della disciplina regionale e locale in tema di distanze minime dai luoghi qualificati come "sensibili"». Una linea interpretativa che, leggiamo nella Circolare, si accorda «con l'orientamento che va consolidandosi nella giurisprudenza amministrativa».
Sono parecchie, infatti, le sentenze dei Tar di tutta italia che danno ragione a quei comuni che si sono dotati di un regolamento sulla distanza minima dai luoghi sensibili. E proprio pochi giorni fa il Consiglio di Stato ha confermato la competenza del questore.


Si è stabilito inoltre che, non si deve considerare come distanza quella del “raggio”. Cioè la linea d’aria che separa la sala scommesse da una scuola, ma il percorso pedonale che separa i due luoghi. E pare proprio che a Marsala, a Sappusi, questi centri scommesse non abbiano una distanza consistente con le scuole. Anche perchè non ci sarebbe nessun regolamento a vietarlo. Se ci fosse quei centri scommesse sarebbero fuori legge. 

 Come si vede dalla foto, infatti, il nuovo centro scommesse dista appena 85 metri circa dal Liceo Pascasino, 140 dal Liceo Scientifico.

Oppure l'altra sala, che dista poco meno di 150 metri dalla scuola elementare. 

 

Lo scorso anno Giancarlo Cancelleri, deputato regionale del M5s ha presentato un disegno di legge, in cui, tra le altre cose, si diceva:


“Per tutelare determinate categorie di soggetti maggiormente vulnerabili e per prevenire fenomeni da GAP è vietata l’apertura di centri di scommesse, di spazi per il gioco con vincita in denaro, nonché la nuova installazione di apparecchi per il gioco di cui all’articolo 110, commi 6 e 7, del Regio Decreto 18 giugno 1931, n. 773, all’interno dei centri e degli spazi medesimi, situati ad una distanza inferiore a 500 metri, misurata in base al percorso pedonale più breve, da istituti scolastici di qualsiasi grado, ivi comprese le scuole dell’infanzia, nonché i nidi d’infanzia; luoghi di culto; centri socio-ricreativi e sportivi; strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale; istituti di credito e sportelli bancari; esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati”.


E’ importante stabilire delle regole su questo tema, anche alla luce degli ultimi dati sulla ludopatia, ossia la dipendenza da gioco, che spesso coinvolge proprio i più giovani soprattutto nel Sud Italia.
Nel 2017, infatti, la quota di giovani giocatori con profilo di gioco 'problematico' - a rischio dipendenza - fa registrare una diminuzione o un assestamento nelle regioni del Nord e del Centro Italia, mentre nella macro-area Sud e isole si rilevano incrementi in Sicilia, Basilicata, Calabria, Molise e Abruzzo. Sembrano più a rischio di sviluppare problematicità al gioco coloro che sono in cerca di prima occupazione (19,2%) e gli studenti (14,1%). Il 10,8% degli studenti ignora che nel nostro Paese è illegale giocare per gli 'under 18' e si stima che 580.000 (33,6%) studenti minorenni abbiano giocato d'azzardo nel corso dell'anno. La facilità di accesso ai luoghi di gioco da parte degli 'under 18' è confermata dal dato che solo il 27,1% riferisce di aver avuto problemi a giocare d'azzardo in luoghi pubblici perché minorenne. Il 75% degli studenti spende in giochi d'azzardo meno di 10 euro al mese e il 6,3% spende più di 50 euro al mese, quota che tra gli studenti con un profilo problematico sale al 22,1%.