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11/09/2018 06:00:00

Marsala, una sentenza della Corte dei Conti evidenzia le criticità nei bilanci 2015 e 2016

L'Amministrazione Comunale di Marsala è stata raggiunta da una sentenza della Corte dei Conti nel mese di marzo 2018, tempi bui per chi si occupa di finanza pubblica, tempi bui per tutta la città. I conti non si presentano allineati e c'è un disequilibrio tra la cassa e i debiti fuori bilancio. Un disequilibrio che è perdurante.

Alla Corte dei Conti il compito, insieme agli altri organi di controllo della finanza pubblica, di garantire l'equilibrio economico finanziario del settore pubblico nonché la corretta gestione delle risorse collettive. E' per legge che le relazioni dei rendiconti finiscano all'esame di una sezione della Corte e sono quelli relativi agli anni 2015 e 2016 per i quali si sono sollevate le maggiori criticità.

Pesano come macigni i ritardi nelle approvazioni sia del bilancio che del rendiconto del 2015, approvati entrambi dal Consiglio comunale nel settembre del 2016. Stessa situazione, scrive la Corte, per il rendiconto del 2016 approvato con delibera comunale l'anno successivo, novembre 2017, andando oltre i termini previsti dalla legge. Non sono bastate le controdeduzioni dell'Amministrazione Comunale che sono state redatte dal segretario generale, Bernardo Triolo, e da Filippo Angileri, vice dirigente del settore Finanza e Tributi. La carenza di personale negli uffici, il nuovo regime per l'impianto di contabilità hanno reso difficile un percorso che doveva essere snello e rispettoso delle prescrizioni di legge.

Il problema più grave, evidenza la Corte dei Conti nella sentenza, è la poca incisività nella riscossione dei tributi che si evince dal ricorso alle anticipazioni di tesoreria per l'esercizio del 2016, da una continua riduzione del fondo di cassa finale nel triennio 2014-2016. Le anticipazioni di cassa che il Comune ha affrontato sono servite, si legge nella controdeduzione, per il pagamento dei ricoveri dei minori non accompagnati in strutture idonee, lo Stato rimborsa solo quando la spesa viene rendicontata.

Il consiglio comunale fa poi un mea culpa: sa bene che ci sono difficoltà a riscuotere le contravvenzioni, di canoni per il servizio idrico e per il servizio di raccolta differenziata ma sono legate alla cattiva gestione di Riscossione Sicilia prima, di Aipa poi. Nulla da fare, le spiegazioni dell'Amministrazione non convincono i magistrati della Corte che parlano di “Reiterata incapacità da parte dell'Amministrazione di organizzare un'efficacia azione propulsiva volta a potenziare le attività di riscossione delle entrate, dando evidenza di insufficienti azioni di contrasto all'evasione tributaria”.

Manca la governance, in buona sostanza, in materia di accertamento e di riscossione e la mancata liquidità fa sorgere dubbi sulla sostenibilità delle spese e sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio. Il giudizio della Corte, il cui presidente è il magistrato Maurizio Graffeo, è negativo ma esorta, anche il Comune a fare una disamina di tutte le cause pendenti che riguardano il formarsi dei debiti fuori bilancio, a questo si aggiunga la mancata verifica dell'evoluzione dei cronoprogrammi. A cosa è dovuto tutto questo? Non ci sono i software aggiornati e adeguati, i tecnici però sono al lavoro.

I debiti fuori bilancio relativi al 2016 sono pari a 271.199,00 a cui dovranno aggiungersi quelli del 2015 e sono “Un fenomeno patologico che pregiudica gli equilibri di bilancio e la governabilità dei conti”. Grave la situazione che viene evidenziata dalla Corte dei Conti soprattutto in merito alla riscossione dei tributi e in particolar modo per le contravvenzioni relative alle violazioni del codice della strada.

Nel 2016 le sanzioni ammontavano a 2,8 milioni di euro, ne sono stati riscossi appena 763.362,09, appena l'1,37%. Per la Tari la riscossione si ferma al 37,52%. Mancano le misure organizzative presso gli uffici competenti, l'Amministrazione ha 60 giorni di tempo, per allineare gli equilibri di bilancio, ponendo in essere le misure correttive alle criticità mosse dalla Corte. Dovrà, altresì, predisporre tutti gli strumenti idonei a correggere le misure, in caso contrario il Comune non potrà realizzare i programmi di spesa previsti per i quali è stata appurata la mancata copertura finanziaria o la insostenibilità finanziaria.

Per tutte le criticità mosse dalla Corte e dal ripetersi dei disavanzi di cassa e della reiterata presenza dei debiti fuori bilancio, l'Ente è assoggettato alle limitazioni di spesa e il vincolo sussiste fino a quando permane l'onore di copertura del disavanzo accertato e di quello derivante dai debiti fuori bilancio.

La notifica di questa sentenza ha creato malumore nei consiglieri comunali che in questo momento si ritrovano a leggere le carte del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, già bocciato nella commissione di riferimento, e con un bilancio che farà discutere molto. Si annunciano sedute fiume dove non mancheranno gli scontri e il rimpallo di responsabilità.