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12/09/2018 08:11:00

Base Navale Polizia Penitenziaria a Favignana, Veneziano a Roma per dire no alla chiusura

Si tiene oggi, a Roma, un incontro per discutere della ricollocazione del personale di Polizia Penitenziaria della Base Navale di Favignana in vista della sua chiusura prevista in forza del decreto Madia (risparmi nella Pubblica Amministrazione). Un incontro al quale, presenti i vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ci saranno i sindacati di categoria e tra questi la UilPA Polpen con il segretario regionale Gioacchino Veneziano.

«Ribadiremo il nostro sdegno e la mortificazione che stanno subendo il personale di Polizia Penitenziaria della Base Navale di Favignana e i cittadini dell’Arcipelago delle Egadi - dichiara Veneziano -. Questi ultimi si vedranno privati di un presidio di sicurezza dello Stato, con la cancellazione di un Forza di Polizia sul territorio». All’incontro presso la sede del Dipartimento c’è anche il Segretario Generale della UILPA Polizia, Angelo Urso. Il sindacato sta concentrando gli sforzi sulla ricollocazione del personale della Base Navale di Favignana, considerato che ormai la chiusura del servizio navale è un dato orami acquisito sia dalla Politica, sia dall’Amministrazione Penitenziaria.

«Abbiamo fatto il massimo per fare capire che era un’azione scellerata e priva di nessuna logica - continua il Segretario Veneziano -. Abbiamo scritto al Ministro Bonafede, sperando anche nell’azione del Sottosegretario Vincenzo Santangelo che nel 2016 sulla Base Navale della Polizia Penitenziaria di Favignana, presentò una interrogazione unitamente ad altri nove Senatori del Movimento 5 Stelle all’allora Guardasigilli Orlando ritenendo “paradossale vedere cancellare una Forza dello Stato a Favignana”. Ad oggi purtroppo non abbiamo registrato interventi determinanti a parte una telefonata intercorsa con il sottosegretario».

Sebbene il Contratto di Governo Lega - M5S preveda il superamento della legge Madia, la soppressione della Base Navale della Polizia Penitenziaria di Favignana è già un fatto amministrativo irrevocabile. «È la fine ingloriosa di un servizio dello Stato - conclude Veneziano -, in un territorio di confine. Considerata la presenza di oltre 100 detenuti nella Casa di Reclusione di Favignana, qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di aver rimosso il servizio traduzioni dei detenuti, compito istituzionale della Polizia Penitenziaria, senza pensare alle conseguenze. Esprimo, pertanto, la mia vergogna e allo stesso tempo il mio turbamento per i disagi organici che verranno a crearsi d’ora in avanti».