Quantcast
×
 
 
24/09/2018 06:00:00

Trapani, il caso del Palazzo Lucatelli/1: il sogno di un teatro, i soldi spesi per...

La città di Trapani non ha più un teatro da oltre ottant’anni.L’unico vero teatro del trapanese era il “Teatro Garibaldi”, sorgeva dove c’è attualmente la Banca d’Italia e fu distrutto durante i bombardamenti del 1943. 

La questione del teatro è diventata una delle tante promesse da fare in campagna elettorale, mai realizzate. Nel 2004 l’amministrazione comunale dell’epoca, il Sindaco era Girolamo Fazio, aveva individuato in  Palazzo Lucatelli – che sorge nell’omonima piazza - la possibile struttura da destinare a teatro. Tra progetti irrealizzabili, atteggiamenti discutibili  con un luminare dell’architettura italiana, soldi spesi male, operazioni di finanza creativa e nomine sballate, a Trapani non ci facciamo mancare nulla, ma un teatro ancora oggi continua a non esserci. Ed ecco la storia. 

 ***

E' il 2004, quando il desiderio della creazione di un teatro a Trapani si fa, d'un tratto, incontenibile. E si intreccia con un'altra idea, quella  di trasformare l’ormai abbandonato Palazzo Lucatelli in un teatro con 900 posti a sedere e un parcheggio sotterraneo. Il seicentesco Palazzo Lucatelli è uno dei più prestigiosi edifici trapanesi. Si affaccia sull'omonima piazza, e occupa un intero isolato. Fino al 1968, ospitava il “Presidio Ospedaliero S.Antonio Abate”. Da quell’anno  l’edificio dell’ex ospedale “Sant’Antonio Abate” fu abbandonato, pur avendo un grande valore artistico.

Il Palazzo Lucatelli era di proprietà dell’ASL e viene ceduto al Comune di Trapani a seguito di un baratto con alcuni immobili vicini la sede del nuovo ospedale.

Perché il Comune ha interesse ad acquisire quell'edificio? Lo vuole il Sindaco Mimmo Fazio, che  nel suo programma elettorale è chiaro:  «Non si può dimenticare che Trapani da troppo tempo è priva del suo teatro, alla cui ricostruzione, nell’ambito della rinascita della città, occorre dare impulso decisivo». 

L’amministrazione comunale dà ufficialmente inizio all’idea di realizzare un teatro all’interno di Palazzo Lucatelli, con  il provvedimento del 26 agosto 2004, incaricando l’architetto Paolo Rocchi di redigere il progetto preliminare e la progettazione definitiva del 1° stralcio. Architetto molto noto (qui c’è il link del suo sito: https://www.paolorocchi.net/), Rocchi viene affiancato da altri due architetti, Carmen Piccirilli e Massimiliano Muscio, rispettivamente per la redazione di rilievi geometrici e strutturali e per la conduzione di una campagna diagnostica. Il Comune di Trapani spende  complessivamente per i tre professionisti € 181.325,42.  La parcella di Rocchi, per dire, è di € 126.000,00 circa… Una bella cifra, no? Ma d'altronde, è per il teatro...

Il progetto realizzato dal gruppo di architetti, viene presentato  alla stampa e in consiglio comunale in pompa magna. Fazio non ha dubbi: “Per Trapani abbiamo scelto il meglio”. Il Comune non ha i soldi per realizzare il teatro, ma conta sui vari bandi comunitari in uscita. Infine,  il progetto viene inviato alla Soprintendenza di Trapani per il rilascio del nulla osta. Ma come fa la Soprintendenza ad autorizzare un progetto che prevede, di fatto, lo stravolgimento di un palazzo storico? si domanda qualche uccello del malaugurio. Non vi preoccupate, rispondono gli alfieri del Sindaco Fazio, nessuno avrà da ridire. 

 

La risposta della Soprintendenza di Trapani arriva il 2 novembre 2006 con una nota rivolta al Comune di Trapani. E, sorpresa, il nulla osta non c’è. Il progetto viene respinto perché consiste  “in una totale manomissione dell’organismo architettonico a mezzo di uno sventramento totale delle sue strutture, sia orizzontali che verticali, con l’inevitabile perdita dei valori intrinseci del monumento, che verrebbe inevitabilmente ed irreversibilmente snaturato nei suoi elementi identificativi”.  In pratica, stiamo parlando di un palazzo storico, che per il progettista andava sventrato, per poter ospitare il teatro.

Tanto rumore per nulla? Peggio. Perchè la Soprintendenza non solo nega il nulla osta, ma si dice addirittura  meravigliata. La sede del Comune dista da quella della Soprintendenza appena cento metri, e in tutto quel tempo nessuno ha avuto l'idea di chiedere una valutazione del progetto preliminare. Si sarebbero risparmiati tempi e costi.

 

 

Ora sono cavoli. La corrispondenza tra Comune, Soprintendenza, progettista è fitta e gustosa (se fosse un romanzo di Camilleri, invece è tutto vero...) Il Comune di Trapani scrive all’architetto, e lo invita ““ad attivarsi al più presto per ottenere il parere favorevole”. Fazio ha fretta, e vuole inserire i lavori per il teatro nei bandi comunitari che stanno per uscire. Ma in realtà le osservazioni non sono di poco conto. Rocchi risponde, apprende che nessuno aveva inviato il progetto preliminare alla Soprintendenza e si dice “stupito”. E scrive dell’altro: il Sindaco di Trapani e l’ingegnere Eugenio Sardo, Responsabile unico del procedimento (R.U.P.), gli avevano dato delle garanzie di “fattibilità degli interventi”. Come mai? E a che titolo, se l'esito doveva essere questo?

 

Fatto sta che il progetto, costato fior di quattrini, è tutto sbagliato, tutto da rifare. Che cosa accade dopo? Lo scopriamo domani....

Giacomo Di Girolamo 

- FINE PRIMA PARTE -