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04/11/2018 06:00:00

Il porto pubblico a Marsala. L'opera voluta da tutti, ostacolata e mai realizzata

A Marsala, mentre si attende l’inizio dei lavori del porto turistico da parte della Myr, si torna a parlare del porto pubblico e ancora una volta a sollevare la questione è l’ex sindaco di Marsala Giulia Adamo, che si è dimessa dalla carica di primo cittadino nel 2014. Dopo l’esposto presentato alla Procura, Giulia Adamo con una video intervista riassume la vicenda dal suo punto di vista, ricordando i passaggi fondamentali che hanno portato all’approvazione del progetto pubblico, il cui iter è iniziato nel 2009, presentato nel 2011 e trasmesso definitivamente al ministero dell’Ambiente il 27 novembre del 2013.

Perché questa nuova puntualizzazione da parte dell’Adamo? Perché l’attuale sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, in un’intervista di fine settembre ha dichiarato di non essere a conoscenza di progetti pubblici per il porto. Nel video in cui l'Adamo racconta la storia del porto, vengono mostrati alcuni documenti del ministero dell’Ambiente, che smentiscono quanto detto dal sindaco e nello specifico, una nota della commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale, datata 10 novembre 2016 che fa riferimento ad una convocazione dell’amministrazione comunale di Marsala, del 5 maggio 2016. Nella nota si riporta che il Comune di Marsala non ha dato alcun riscontro.

Il progetto pubblico del porto di Marsala, dopo tutta una serie di autorizzazioni del Ministero e della Regione era ormai definitivo – le parole di Giulia Adamo -. Quando mi sono dimessa, quel progetto è stato seguito dal commissario che mi ha sostituito. La nuova amministrazione Di Girolamo non ha risposto alla convocazione del ministero e tutto si è bloccato. Trovo assurdo e ingiusto che il progetto della messa in sicurezza del porto per il quale il Comune e la Regione hanno lavorato per anni, spendendo anche denaro pubblico, sia dichiarato inesistente. Chiedo alla Procura, al Presidente della Regione, all’assessore Regionale, all’assessore ai Lavori pubblici, di fermarsi un attimo e spiegare che fine abbia fatto quel progetto”.

Ma riassumiamo quelle che sono state le ultime tappe della vicenda del porto pubblico. Lo scorso anno l’ex sindaco di Marsala Giulia Adamo ha presentato l’esposto alla Procura di Marsala, alla Corte dei Conti, alla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e alla Commissione Parlamentare Antimafia. L'ex primo cittadino chiese a questi organi istituzionali di verificare l’esistenza di possibili responsabilità sulla mancata realizzazione dei lavori di messa in sicurezza del progetto da lei curato durante la sua sindacatura. 
Giulia Adamo in quell’occasione ricordò che per la procedura di finanziamento previsto nel Patto per la Sicilia, all’incirca 50 milioni, c’erano tutti i pareri favorevoli fino al blocco per i chiarimenti richiesti dalla Commissione Tecnica di Valutazione Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente. Per la Adamo ci sarebbe stata una regia volta ad impedire lo sviluppo del Porto di Marsala e nel suo atto d’accusa, già lo scorso anno aveva detto che l’amministrazione non si era presentata alla riunione del maggio 2016.

Qualche mese dopo la presentazione della denuncia dell’Adamo è nato il Comitato Civico Porto di Marsala, un gruppo di duecento persone, che ha raccolto firme e redatto un documento con il quale ha chiesto all'Amministrazione comunale, al Presidente della Regione Sicilia, all’assessorato regionale Infrastrutture, all’assessorato regionale Bilancio, al presidente della Commissione Antimafia presso l’Ars, al Prefetto di Trapani, che fine abbia fatto il progetto di messa in sicurezza del porto.

Nella vicenda del “Porto pubblico” ci sono due aspetti fondamentali che bisogna, però, ricordare. Il primo che in consiglio comunale a Marsala venne presentato un progetto con la mappa “truccata” dell’area portuale, quella che non teneva in considerazione della poseidonia, fatto che divenne il punto centrale nell’inchiesta della Procura di Trapani sulla falsificazione della mappa. L’altro aspetto è quello dei soldi che dovevano essere impiegati per realizzare l’opera, fondi, che in realtà mai stanziati. La relazione della Commissione regionale evidenziava che l’opera non aveva nessuna copertura finanziaria.

Per quel che riguarda le ultime novità per il “porto pubblico”, siamo fermi a questa estate, quando il deputato marsalese Stefano Pellegrino, annunciò che a Settembre sarebbe stato definito il bando regionale per le prime opere di messa in sicurezza. Opere finanziate dalla Regione per un importo di circa 900.000 mila euro per il rifacimento della barriera curvilinea del porto marsalese, e prima tranche del progetto regionale, che prevede lo stanziamento da parte della somma totale di 27,5 milioni di euro. Il porto pubblico, dunque, torna ad essere l'opera al centro dell'attenzione pubblica, un'opera così tanto desiderata, a parole, da tutti, ma così ostacolata nei fatti, tanto da non vedere mai, fino a questo momento, la sua realizzazione.