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13/12/2018 08:54:00

Pd, Sicilia: saltano le primarie, Piccione si ritira, Faraone resta solo, tra le polemiche

 Non si celebreranno le primarie del 16 dicembre per la segreteria regionale del Partito Democratico, la competitor di Davide Faraone, Teresa Piccione, si è ritirata ieri.
Ha lasciato la corsa parlando di un congresso regionale viziato per il non rispetto delle regole ma soprattutto inquinato per la presenza di altri esponenti di partito.
E' una scissione annunciata, ognuno andrà per la sua strada. E' Faraone il neo segretario regionale del Pd, si appresta a dare un volto nuovo al partito: un contenitore che possa essere forza di opposizione e di distanza dai Cinque Stelle e dalla Lega.
Niente gazebo e niente voti ma il compito più difficile arriverà adesso, perchè se Faraone non sarà bravo a tenere gli equilibri in tutte province della Sicilia il suo progetto è destinato a fallire.
Non sarà facile, ad esempio, a Marsala e a Trapani dove le correnti interne non cesseranno sol perchè il nuovo segretario è Faraone. Nuovi assetti e linfa nuova che non cerchino spasmodicamente un posto al sole da proteggere.
Famelicamente qualcuno pensa già alle prossime elezioni per poter capeggiare postazioni.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha fatto propendere la Piccione per il ritiro della sua candidatura è stata la decisione del Nazareno di non celebrare i congressi dei circoli e della segreteria provinciale prima del regionale, una vittoria amara quella di Faraone perchè la sua competitor lascia il campo ma lanciando frecciate al veleno.
Sul dibattito siciliano è intervenuto Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria nazionale: “ E così si distrugge, non si costruisce. Così diventa addirittura banale dire che bisogna salvare l'Italia e non ci si preoccupa di salvare il nostro partito”.
Accuse alla Piccione arrivano dai deputati regionali renziani con Luca Sammartino in testa: “Teresa Piccione ha preferito 'avvelenare i pozzi': forse quando si è resa conto che mentre il consenso nei confronti di Faraone cresceva giorno dopo giorno, così non era nei suoi confronti e prevedendo una sonora sconfitta ha optato per le offese e le accuse infondate.
Ritirarsi da una competizione di questo tipo è assolutamente legittimo, ma diventa scorretto quando lo si fa con l'unico obiettivo di denigrare l'avversario”.
Lo scontro adesso si sposterà all'Ars dove si chiederà certamente un passo indietro al capogruppo Peppino Lupo, attuale capogruppo del Pd. I renziani mireranno ad un rimpasto e a contarsi.
Si apre adesso una nuova fase che è quella della organizzazione capillare e del senso che a questa comunità si vuole dare. Non sarà semplice per Faraone dirimere le correnti che alimentano controversie e faide.

Concorde con la scelta della Piccione è Marco Campagna, segretario provinciale uscente:
“Visto quello che stava accadendo non si può che condividere la scelta di Teresa Piccione. C’è chi pensa solo al proprio personale percorso invece di pensare al bene della nostra comunità politica. Ancora una volta si è persa l’occasione di pensare al futuro della nostra Sicilia, si è persa l’occasione di “fare” Politica”.
Faraoniano convinto è Paolo Ruggirello che ha preso male il ritiro dalla corsa della Piccione, aveva chiesto infatti a Faraone di correre con una sua lista senza confondersi con i candidati di Anna Maria Angileri: “E' un peccato che la Piccione si sia ritirata, avremmo dovuto affrontare le primarie e misurarci con la forza delle nostre idee e delle nostre liste. Una competizione sana e non viziata da accuse e da veleni. Denigrare l'avversario è una cultura che non ci appartiene e che lasciamo a chi si occupa solo di questo. Spiace avere letto le dichiarazioni di Campagna che ancora oggi sostiene che il gruppo dei ruggirelliani non si sia voluto tesserare, ricordo che le tessere sono state negate dall'allora segretaria comunale di Marsala, Antonella Milazzo, e da Baldo Gucciardi, una storia vecchia che adesso è giusto venga superata costruendo la vera alternativa a quel gruppo dirigente che ha danneggiato i territori facendo il bello e il cattivo tempo, con decisioni prese in camera caritatis. Sarà questa la vera sfida: capire chi ci sarà d'ora innanzi sui territori a dettare la linea politica, perchè è da lì che bisognerà iniziare ripristinando il rapporto di fiducia con i cittadini”.