La battaglia di Erice per non chiudere il punto nascita della clinica Sant'Anna
Sul caso della Clinica privata Sant’Anna di Casa Santa Erice, maggioranza e opposizione del Comune di Erice sono d’accordo: da rivedere la decisione dell’amministratore unico, Antonio Tigano, di chiudere a fine anno il reparto di ginecologia e ostetricia. A rischiare il posto sono 18 professionisti.
Il sindaco di Erice Daniela Toscano si è detta fortemente preoccupata per i lavoratori, ma anche per la città tutta, che perderebbe “un fiore all’occhiello, un costante punto di riferimento per tantissime famiglie che hanno scelto liberamente di fare nascere i propri figli in questa struttura”. Ha dunque invitato il titolare a ripensarci e a non seguire esclusivamente logiche imprenditoriali ma di considerare la particolare natura del servizio, rinomato in tutto il territorio.
Anche il consigliere comunale di opposizione Alessandro Manuguerra considera sbagliata la decisione di chiudere il reparto nascite. Durante una visita alla clinica, ha incontrato la Dott.ssa Bonanno Conti, responsabile della neonatologia, la quale ha spiegato che negli ultimi anni cinque anni sono stati assistiti ben 4400 neonati affetti da varie patologie. La responsabile ha inoltre assicurato che i 494 parti del 2018 arriveranno presto a oltre 500, superando così la soglia minima (usata come pretesto per la chiusura dall’amministrazione).
La dottoressa ha perciò richiesto alla proprietà di sospendere la loro drastica decisione per un anno, periodo in cui potranno mettere sotto osservazione l’attività, visto il trend favorevole di nascite nell’ultimo semestre. Il consigliere Manuguerra ha coinvolto il deputato regionale Stefano Pellegrino (presidente della Commissione Affari Istituzionali dell’ARS) in questa battaglia per riuscire ad ottenere la proroga.
E pensare che appena 12 mesi fa il reparto di Ginecologia ed Ostetricia della clinica Sant’Anna era considerato un punto di eccellenza. Sulla carta è da chiudere perché non è stato raggiunto il numero minimo di 500 nascite, ma dietro c'è la volontà aziendale di fare posto al reparto di ortopedia. Infatti i parti nel 2018 sono stati 496, e siamo ancora a metà dicembre. L'ospedale di Mazara, per fare un paragone, dovrebbe fare 500 parti l'anno, ed arriva a 150.
A perdere il posto di lavoro sono, complessivamente, 18 dipendenti della clinica più altri 15 liberi professionisti collegati. Sei o sette dipendenti dovrebbero essere recuperati in Ortopedia, mentre per gli altri undici arriverà il licenziamento. Ed ancora, dal primo gennaio non verranno rinnovati i contratti ai liberi professionisti, mentre il personale dipendente in esubero verrà messo in ferie in attesa della chiusura ufficiale e della contestuale apertura dell’Ortopedia.Alla base della decisione dell’azienda vi sono i costi elevati dei parti, che sono poi rimborsati con grande ritardo da parte della Regione Siciliana.
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