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26/12/2018 06:00:00

Top news 2018: l'omicidio D'Aguanno, il suicidio di Daniela, la violenza omofoba a Marsala

Come di consueto a fine anno pubblichiamo le top news che lo hanno caratterizzato. Un anno raccontato con i fatti più significativi della cronaca, della politica, le inchieste, gli eventi e le storie che avete letto sulle pagine di TP24.it.
Iniziamo con i fatti di cronaca. 

Omocidio D'Aguanno a Trapani - A giugno l’omicidio del giovane Fabio D'Aguanno, ucciso nel tentativo di sedare una lite. D'Aguanno si trovava in un bar di via Tunisi, quando è intervenuto per sedare una lite tra due ragazzi. Uno dei due Alessio Li Volsi ha afferrato un coltello e si è scagliato contro D'Aguanno colpendolo alla gola. La ferita è stata così profonda da provocare la morte, dopo diverse ore.

Per il giovane ucciso non c'è stata neanche la pietà del suo omicida: "Mi auguro che muoia" ha detto mentre il corpo era a terra in un bagno di sangue. D'Aguanno è morto all’ospedale Sant’Antonio Abate, dove era stato sottoposto ad un delicato ma inutile intervento chirurgico per la profonda ferita ricevuta al collo. Tutto sarebbe iniziato con uno sfottò di Li Volsi verso un altro avventore del bar. Partono parolacce, poi si passa alle mani, volano pugni, come dimostrato dal video che abbiamo pubblicato su Tp24.it.

D’Aguanno si alza, esce e si avvicina ai due che stanno davanti la vetrata del bar, per fare da paciere. Ma Alessio Li Volsi, tira fuori un coltello e gli sferra un fendente alla gola nella parte sinistra del collo. Fabio D’Aguanno barcolla, il sangue gli esce dalla gola, ha la forza di entrare dentro al bar e chiedere aiuto, prima di cadere a terra. Vengono chiamati subito i carabinieri e un'ambulanza. Il giovane è gravissimo. Morirà poche ore dopo.

Il suicidio di Daniela Ricciardi a Marausa -  A Luglio il suicidio di Daniela Ricciardi a Marausa ha sconvolto tutta la comunità trapanese. Daniela aveva 28 anni e lavorava a Trapani, presso una catena di fast food. E' stata trovata morta dai familiari. Si è tolta la vita impiccandosi con una corda in casa. Terribili le scene di dolore in casa e la costernazione di amici e conoscenti. Inutili i tentativi di rianimazione da parte dei medici del pronto soccorso di Trapani.  Daniela aveva litigato con il fidanzato, un carabiniere. Dopo il litigio ha mandato dei messaggi dicendo di volere farla finita. L'uomo è ritornato nella casa di Marausa, ma ha suonato invano il campanello. Pensando al peggio, ha chiesto aiuto alla madre di Daniela. Arrivati sul posto la signora ha aperto la porta con le sue chiavi, e hanno trovato la giovane senza vita. La conferma che è stato un suicidio è arrivata dai risultati dell'autopsia svolta all'obitorio del cimitero comunale di Trapani sul corpo della giovane trovata senza vita nella sua casa di Marausa. L'autopsia si è resa necessaria perchè molti elementi risultavano "strani", e perchè la ragazza, che lavorava come impiegata da McDonald's a Trapani, non aveva mai manifestato intenzioni suicide.

Tentato omicidio Antonino Mistretta - A inizio novembre il tentato omicidio a Marsala. Antonino Mistretta, marsalese, 52 anni, incensurato è stato colpito da una pistola di piccolo calibro, tanto che all'inizio, quando è giunto al pronto soccorso dell'ospedale di Via Salemi, si pensava fosse una ferita da coltello. Mistretta a causa della grave ferita riportata tra la scapola e la nuca è stato trasferito all'ospedale Villa Sofia di Palermo. L’uomo era sta accompagnato al pronto soccorso marsalese da un amico che era stato reticente nel dare informazioni agli inquirenti. Due settimane dopo le indagini congiunte di Polizia e Carabinieri hanno portato all’arresto dell'autore del tentato omicidio, Francesco Dardo, e il complice Sebastiano Cascio che aveva accompagnato Mistretta in ospedale. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, Dardo, 20 anni, doveva a Mistretta poche centinaia di euro ma anziché ripianare il debito ha preferito sparargli, in un vicolo del centro di Marsala.

La violenza omofoba nei confronti di due ragazze all'Antico Mercato di Marsala - Un altro grave episodio di violenza si è verificato a fine ottobre all'Antico Mercato di Marsala, luogo della movida marsalese, frequentato da molti giovani. Due giovani sono state insultate, aggredite, picchiate, lasciate a terra. Senza che nessuno muovesse un dito. Senza che nessuno fermasse una violenza meschina e barbara con sfondo omofobo. Una violenza prima verbale e poi fisica, vittime due donne, malmenate da uomini. Sotto gli occhi di un pubblico che non ha fatto nulla. Un nulla che asseconda gli aggressori, che equivale al concorso di colpa. Non succede nel medioevo, non succede nel Medio Oriente. E' successo a Marsala, provincia di Trapani. E' successo sabato 28 Ottobre all'Antico Mercato, centro della movida lilibetana.

E' successo questo. Sono le due di notte, due amiche stanno bevendo gli ultimi sorsi di birra. La serata era andata tranquilla. Una è di Marsala, l'altra di Mazara. Quel sabato decidono di cambiare aria, di non fare i soliti due passi mazaresi e stanno a Marsala.

Le due amiche sono sedute, nei pressi della fontana centrale dell'Antico Mercato. Ad un tratto si avvicina un uomo, sui 50-60 anni. Si presenta, poi dice qualcosa all'orecchio ad una delle due. Qualcosa di molto forte e offensivo sul suo aspetto fisico, sui suoi capelli corti, sui suoi pantaloni larghi e il suo aspetto non rientrante nel classico canone femminile. Lei reagisce, non ci sta a quelle offese, scatta e gli dice di andar via. Qui comincia la vergogna. Racconta tutto Cristina, l'altra ragazza seduta con lei al tavolino. “Lei ha detto vai via da qui. Poi altre persone che probabilmente non si conoscevano con il primo sono arrivate e hanno preso le con la forza e l'hanno portata verso l'ingresso di piazza del Popolo del Mercato”. Queste persone sono tutte uomini, sono in quattro. Uno di loro sui 40 anni, gli altri sui 25, 30. Non proprio dei ragazzini. Dovrebbero essere uomini, dovrebbero. Invece prendono lei e la trascinano via.
Cominciano ad offenderla, a dirle “cosa hai nei pantaloni? Sei maschio o sei femmina? Cosa sei?”. Una aggressione di genere, omofoba, molto chiara. Lei reagisce, o almeno ci prova. L'amica, Cristina, interviene subito. “Ho cercato di proteggerla, poi una ragazza da dietro mi dà un colpo, mi fa cadere per terra e mi trascina via”. Nel frattempo la sua amica viene presa a schiaffi, spintoni e insulti. Nel frattempo tutto intorno si crea un capannello di persone. “Saranno state una ventina, nessuno ha mosso un dito. Nessuno ci ha difese. Nessuno, né donne né uomini presenti ha messo fine a questa aggressione vergognosa”. Poi qualcuno ha urlato l'arrivo delle forze dell'ordine e tutti sono andati via. Sono rimaste loro, le due amiche a terra, scioccate, senza nessuno ad aiutare, a consolare, a raccattare le cose ed andare a sporgere denuncia.